Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera | ||||
Titolo: | Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza 10-2011. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di politica estera, difesa e sicurezza | ||||
Serie: | Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza Numero: 10 Progressivo: 2011 | ||||
Data: | 10/01/2012 | ||||
Descrittori: |
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L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti
in materia di politica estera, difesa e sicurezza
Anno V, n. 10
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Francia
I due esperti del mondo arabo hanno evidenziato innanzitutto che, nelle sei monarchie del Golfo (Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar), si sono avute alcune manifestazioni di protesta, ma non ampie come quelle prodottesi nei paesi del Nord Africa. Il paese in cui si sono avute le maggiori forme di protesta è stato il Bahrain, ma, su decisione del “Consiglio di cooperazione del Golfo”, vi sono state immediatamente inviate truppe saudite e degli Emirati arabi, al fine di soffocare la ribellione ed impedire la caduta del regime.
Il malcontento espresso dalla popolazione in questo paese, così come - ad esempio - in Oman ed Arabia Saudita, ha avuto ragioni più sociali che politiche. I rivoltosi hanno infatti formulato, in particolare, richieste per un aumento dei posti di lavoro, un aumento dei salari, la predisposizione di indennità di disoccupazione, nonché la creazione di abitazioni per le fasce più povere. I regnanti hanno risposto con una discreta apertura, annunciando alcune riforme sociali per prevenire un incremento delle rivolte e dando luogo ad una politica definita di “contro-rivoluzione”. In particolare nel sultanato dell’Oman, in cui la disoccupazione è al 15-20%, sono stati promessi 50.000 nuovi posti di lavoro; nel Bahraïn, in cui la disoccupazione è di circa il 25%, ne sono stati promessi 60.000, così come in Arabia Saudita, paese nel quale la disoccupazione è di circa il 20-25%. In alcuni paesi sono state anche promesse riforme politiche. Ad esempio in Arabia Saudita il re Abdallah ha promesso elezioni municipali ed ha concesso alle donne il diritto di voto per l’elezione dell’ Assemblea consultiva, così come il diritto di essere elette in tale organo.
In generale, di fronte alle prime manifestazioni di malcontento le sei monarchie del Golfo hanno promosso una maggiore collaborazione politica e militare per fronteggiare il pericolo del dilagare della protesta, adottando diverse misure in seno al Consiglio di cooperazione del Golfo. In materia di politica estera le sei monarchie hanno espresso un orientamento comune riguardo alla politica da adottare nei confronti della Turchia, considerata positivamente come partner commerciale, e della quale è inoltre riconosciuto l’importante ruolo politico e culturale, quale paese musulmano a prevalenza sunnita, per controbilanciare l’influenza dell’Iran nell’area. Rispetto a quest’ultimo paese, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi e il Bahrain sono favorevoli ad una politica di contenimento. In particolare l’Arabia Saudita, che costituisce il paese più influente in seno al Consiglio di cooperazione del Golfo e alla Lega araba, considera l’Iran una minaccia per l’area e si oppone ad una sua ingerenza considerata spesso eccessiva nelle questioni dei paesi arabi.
(Resoconto stenografico della seduta: http://www.assemblee-nationale.fr/13/cr-cafe/11-12/c1112017.asp#P6_47).
Germania
Il
In questo quadro, le Forze armate tedesche devono garantire: la presenza militare, la ricognizione e la vigilanza nel Mediterraneo; il controllo sul traffico marittimo; la conduzione delle operazioni nelle aree interessate; il trasporto aereo per sostenere le operazioni marittime; il pronto soccorso. Nel corso del dibattito, svoltosi alla presenza di Guido Westerwelle, Ministro federale degli affari esteri, le frazioni CDU/CSU und FDP hanno espresso il proprio consenso sulla mozione del Governo, che, invece, non ha incontrato l’adesione dei gruppi parlamentari SPD, Die Linke e Bündnis 90/Die Grünen. Al termine del dibattito, l’assemblea del Bundestag ha deliberato il trasferimento della mozione alle commissioni competenti.
(Resoconto stenografico della seduta: http://dipbt.bundestag.de/dip21/btp/17/17142.pdf).
La discussione riguardante la prosecuzione dell’uso delle Forze Armate tedesche nell’operazione Active Endeavour è ripresa nella seduta del 1° dicembre 2011; in tale occasione, il Presidente dell’Assemblea ha annunciato che, al termine del dibattito, sarebbe stata posta in votazione nominale la raccomandazione (stampato BT n. 17/7995) della Commissione degli affari esteri che proponeva l’accoglimento della mozione del Governo. La mozione è stata alla fine approvata con 306 voti favorevoli e 253 contrari.
(Resoconto stenografico della seduta: http://dipbt.bundestag.de/dip21/btp/17/17146.pdf).
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