L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno
Unito, Spagna e Stati Uniti
in materia di politica estera, difesa e sicurezza
Anno V, n. 2
28
Febbraio 2011
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Francia
Il 2 febbraio
2011, la Commissione Affari esteri dell’Assemblea
Nazionale e la Commissione Affari
europei hanno proceduto, in riunione congiunta, ad un’audizione del Ministro dell’economia, delle finanze e
dell’industria, Christine Lagarde, sui temi dell’attualità economica e finanziaria, a livello europeo e internazionale
(http://www.assemblee-nationale.fr/13/pdf/cr-cafe/10-11/c1011034.pdf).
Diversi gli argomenti per i quali i deputati hanno chiesto
approfondimenti: dalle priorità e le tappe dell’attuazione del semestre europeo
di coordinamento economico, alle modalità previste dal governo per l’intervento
del Parlamento nel calendario di esame e consegna dei programmi nazionali di
stabilità e riforma, all’avvenire dei meccanismi europei di stabilità
finanziaria, alla tenuta dell’asse franco-tedesco per superare il periodo di
crisi che la zona Euro sta affrontando, ai progetti che la Francia conta di sostenere
durante la prossima doppia presidenza francese del G8 e del G20.
Per quanto riguarda la zona Euro il Ministro Lagarde, dopo
aver sottolineato che l’euro rimane “desiderato e desiderabile” per molti
paesi, come dimostrano il recente ingresso dell’Estonia e la lunga lista dei
paesi in attesa di entrare nella zona Euro, ha ricordato il deficit di fiducia
scatenato un anno fa dalla crisi greca. Il Ministro ha ripercorso le diverse
tappe che hanno portato alla creazione di un temporaneo Fondo europeo di stabilizzazione
finanziaria e all’utilizzo del Meccanismo europeo di stabilizzazione
finanziaria fino al recente ’”episodio irlandese” dell’autunno 2010 che ha
nuovamente richiesto un complesso piano di sostegno. Passando poi alle misure
messe a punto per migliorare la prevenzione macro-economica, il Ministro
dell’economia ha parlato delle modalità proposte per il governo economico
all’interno della zona euro, che prevedono di aggiungere ai due indicatori,
deficit e debito pubblico, previsti nella formulazione attuale del Patto di
stabilità e crescita, anche una fase preventiva, consistente in un esame preliminare
delle politiche economiche e strutturali in corso in ciascun paese con
eventuali raccomandazioni a rimanere nei limiti imposti. In caso di non rispetto
dei criteri, l’accordo tra gli Stati prevede l’applicazione di un meccanismo di
sanzioni quasi automatico al quale non potranno sottrarsi neanche i grandi
paesi dell’UE. Il Ministro ha poi parlato della prevista sostituzione, dopo la
scadenza a giugno 2013, del Fondo di stabilizzazione finanziaria con un
meccanismo europeo permanente di stabilità per venire incontro alle
preoccupazioni degli investitori ed ha accennato alle misure relative alla
regolamentazione finanziaria che rafforzeranno la governance economica attraverso la supervisione europea delle
banche, delle assicurazioni e dei mercati. I test di resistenza bancaria (stress tests) saranno affidati
all’Autorità bancaria europea, creata il 1° gennaio 2011. Tuttavia, secondo il
Ministro Lagarde, non sarà sufficiente definire regole precise e armonizzate
nel settore finanziario, stabilire la disciplina e il regime di sanzioni in
caso di infrazioni e creare un meccanismo permanente di stabilità finanziaria,
ma sarà anche necessario un vero e proprio patto di convergenza e competitività
che tocchi i sistemi fiscali, la politica sociale, la mobilità delle persone e
dei capitali e le politiche di bilancio a lungo termine per superare, il più
rapidamente possibile, gli scarti di competitività (ad esempio tra la Germania e l’Irlanda) al
fine di assicurare solidità alla zona europea. Per quanto riguarda le
iniziative che la prossima presidenza francese seguirà negli appuntamenti
internazionali del G8 e del G20, il Ministro ha ricordato che il Presidente
Sarkozy ha già evidenziato alcuni nuovi grandi temi da porre nell’agenda dei
lavori – in particolare, la riforma del sistema monetario internazionale, la
volatilità del prezzo delle materie prime e la governance mondiale - ai quali occorrerà aggiungere i temi dei
finanziamenti all’innovazione, dedicati allo sviluppo e alla lotta contro i
cambiamenti climatici, e della tassazione sulle transazioni finanziarie, i cui
proventi potrebbero, secondo Lagarde, costituire una possibile fonte proprio
dei finanziamenti “innovanti”. Il Ministro ha poi risposto alle domande emerse
dal dibattito: a proposito dell’eventuale intervento della BCE sui mercati
secondari, ha ricordato che dovrebbe essere il nuovo Meccanismo europeo di
stabilità a poter intervenire sui mercati primari e secondari, non ha nascosto
le enormi difficoltà riguardo alla convergenza fiscale e infine, in materia di
paradisi fiscali, ha espresso soddisfazione per i seicento accordi di scambio
d’informazioni fiscali firmati nel mondo dopo la richiesta di Sarkozy al G20 di
Londra (2 aprile 2009) di rafforzare la lotta contro le giurisdizioni dei paesi
che non cooperano, delle quali l’OCDE ha da poco pubblicato la “lista grigia”
aggiornata.
Germania
Durante il mese di febbraio,
il Bundestag si è occupato diverse
volte dei recenti avvenimenti nei paesi del Nordafrica.
Lo scorso 9 febbraio
(resoconto stenografico su http://www.bundestag.de/dokumente/protokolle/plenarprotokolle/17089.pdf)
si è svolto in Aula un dibattito, introdotto dal Ministro degli Esteri
Westerwelle, sullo sviluppo della situazione in Egitto. Il Ministro ha sottolineato come
il Governo tedesco abbia tempestivamente espresso il proprio sostegno ai manifestanti, al quale si
accompagneranno interventi di sostegno alla società civile attraverso le fondazioni politiche già attive nel paese. Mützenich (SPD)
ha criticato l’ambiguità e l’indecisione
manifestate dal Governo di fronte al precipitare degli eventi, mentre sarebbe
stato necessario manifestare in modo
più diretto e plateale il sostegno ai manifestanti. Kauder (CDU/CSU) ha
manifestato una certa preoccupazione
per le possibili conseguenze sulle comunità cristiane in Egitto, mentre van
Acken (die Linke) ha ricordato le
responsabilità tedesche per le armi vendute in passato alle forze di polizia. I
verdi hanno invocato la fine della politica dalla doppia morale, in nome della
quale si sostengono i tiranni a patto che mantengano l’ordine e la stabilità.
I dibattiti riguardo alla situazione in Libia si
sono svolti invece a fine mese. Il 23 febbraio
ha avuto luogo un audizione del
Governo presso la Commissione per la cooperazione e lo sviluppo, durante la quale è stato escluso
che la Germania
abbia dato soldi alla Libia nell’ambito di progetti di cooperazione internazionale
(notizia su http://www.bundestag.de/presse/hib/2011_02/2011_073/02.html).
Nello stesso giorno,
in Aula (resoconto stenografico disponibile all’indirizzo http://www.bundestag.de/dokumente/protokolle/plenarprotokolle/17092.pdf),
il Sottosegretario agli Esteri Pieper ha risposto ad alcune interrogazioni urgenti sulla situazione
in Libia, sottolineando come il Governo stia monitorando la situazione a livello diplomatico e che si stia
sollecitando un intervento delle Nazioni
Unite per la difesa dei diritti umani violati.
Sempre in Assemblea il 24 febbraio
(resoconto stenografico disponibile all’indirizzo http://www.bundestag.de/dokumente/protokolle/plenarprotokolle/17093.pdf)
si è svolto un dibattito ancora più articolato sulla Libia durante la Aktuelle Stunde. Parlamentari di tutti gli
schieramenti hanno condannato la dura repressione
del leader libico Gheddafi nei confronti della popolazione,
mentre riguardo ad un possibile flusso
di esuli dal paese le opinioni
sono state contrastanti. Il Sottosegretario agli Esteri Hoyer (FDP) ha
sottolineato come la situazione
libica sia peggiore di quella in
Egitto, e che sia necessario
innanzitutto preservare l’incolumità dei cittadini tedeschi che si trovano
ancora lì. Graf (SPD) ha sottolineato le responsabilità dell’UE sul tema dei
rifugiati, chiedendo una maggiore
solidarietà nei confronti dell’Italia, primo paese ad essere investito dal
nuovo afflusso di profughi. Schockenhoff (CDU) ha chiesto un intervento deciso
del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sul tema dei profughi ed ha sollecitato iniziative
per garantire stabilità e prospettive economiche nei paesi di origine,
piuttosto che reprimere l’emigrazione
in massa. Gehrcke (die Linke) ha chiesto
che il Bundestag dichiari il proprio appoggio
ai manifestanti libici ed ha aggiunto che. qualora si apra un dibattito sulle no-fly zone, occorrerà prendere atto che
si è in guerra. Ströbele (Verdi) ha sottolineato come l’Occidente abbia
sbagliato a sostenere, anche di recente, dittatori come Gheddafi, con l’unico obiettivo
di mantenere la stabilità della regione.
Per ultimo Stinner (FDP) ha dichiarato di essere contrario
ad una missione militare in Libia,
dove la situazione è troppo confusa
e non sono presenti strutture politiche alternative che si possano sostenere
dall’esterno.