L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno
Unito, Spagna e Stati Uniti
in materia di politica estera, difesa e sicurezza
Anno IV, n. 11 31 dicembre 2010
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Germania
Nella seduta del 16 dicembre (resoconto
stenografico disponibile all’indirizzo http://dipbt.bundestag.de/dip21/btp/17/17081.pdf)
il Ministro degli esteri Guido
Westerwelle ha aperto un dibattito sulla relazione
riguardante la situazione in
Afghanistan che il Governo ha presentato al Bundestag /17/4250 (testo disponibile
all’indirizzo http://dip.bundestag.de/btd/17/042/1704250.pdf).
Westerwelle ha annunciato che dalla fine
del 2011 inizierà una riduzione del
contingente tedesco e si prevede che per il 2014 le forze di polizia afgane
saranno in grado di essere completamente autonome nel mantenimento della
sicurezza nel paese.
Durante il dibattito sono intervenuti
esponenti di tutti i gruppi politici. Erler (SPD) ha riconosciuto che la relazione
governativa presenta un quadro realistico della situazione,
anche se non si è giunti ad una valutazione
neutrale, auspicata da Verdi ed SPD. Da questo deriva la mancanza di qualsiasi
autocritica sull’operato dei militari tedeschi in Afghanistan. Secondo Kauder (CDU), per discutere sulla missione in Afghanistan occorre sempre tornare al punto
di partenza, la lotta al terrorismo internazionale.
Il paese non deve più essere utilizzato come base e rifugio
per i terroristi, ma servire i suoi cittadini. Van Aken (die Linke) ha
sottolineato come la relazione
presentata dal Governo debba essere considerata un riconoscimento del fallimento
della missione, dato che registra un
deterioramento nella sicurezza
interna, un aumento dei morti e una corruzione
inalterata; ha inoltre criticato Westervelle per l’annuncio
della riduzione delle truppe non
prima della fine dell’anno, mentre gli USA cominceranno già dall’estate, e ha
contestato la tesi che l’Afghanistan sia la base principale di Al Qaeda, dato che secondo fonti di
intelligence internazionali questa
si troverebbe piuttosto in Arabia Saudita. Stinner (FDP) ha sottolineato come, dopo i numerosi errori dell’inizio della missione,
gli ultimi mesi abbiano registrato notevoli miglioramenti,
in particolare a seguito della Conferenza di Lisbona, nella quale si è
consolidato ed esteso a 48 paesi, tra i quali numerosi Stati a prevalenza
musulmana, l’impegno per l’azione di
pace in Afghanistan. Schmidt (Verdi)
ha sottolineato come la valutazione offerta nella relazione
governativa non sia affatto indipendente, e che questo rappresenti un grave
errore, visto il peggiorare della
sicurezza e il perdurare della corruzione: a suo avviso, la strategia dei bombardamenti
a tappeto degli insediamenti talebani non ha avuto successo.
Regno Unito
Il 4 novembre 2010 la Commissione Affari esteri della Camera dei Comuni (Foreign
Affairs Committee) ha annunciato lo svolgimento di un’inchiesta sul ruolo e
sulle prospettive del Ministero degli
Esteri (Foreign and Commonwealth
Office – FCO). Con tale iniziativa
(il cui annuncio si legge
all’indirizzo di rete: http://www.parliament.uk/business/committees/committees-a-z/commons-select/foreign-affairs-committee/news/the-role-of-the-fco-in-uk-government/)
la Commissione intende acquisire, mediante
una serie di audizioni (ed invitando
ogni soggetto interessato a sottoporre proprie deduzioni
secondo lo schema della call for evidence),
elementi di conoscenza al fine di appurare se il FCO sia esposto al rischio di una perdita di centralità all’interno del
Governo, e possa vedervi ridimensionato
il suo ruolo, in conseguenza di due principali ordini di fattori: l’adozione, nel 2010, di severe misure di contenimento
della spesa pubblica e l’innovazione,
effettuata lo stesso anno, delle modalità di coordinamento e controllo delle
politiche di sicurezza nazionale, in
quanto tali suscettibili di incidere sulla sfera delle competenze tradizionalmente attribuite al dicastero. Il quadro in cui
il FCO si trova oggi ad operare è infatti caratterizzato, da un lato, dalla complessiva
riduzione
di spesa prevista dalla Comprehensive
Spending Review, e, dall’altro, dall’istituzione
in seno al Cabinet Office, nel maggio 2010, del National
Security Council (NSC),
presieduto dal Primo Ministro e abilitato alla supervisione
e al coordinamento delle politiche per la sicurezza nazionale.
I temi su cui la Commissione intende principalmente concentrare la propria
indagine sono quindi individuati negli effetti derivanti dai diminuiti
conferimenti pubblici, con particolare riguardo alla razionalizzazione delle risorse umane e finanziarie del FCO; nella
rilevanza internazionale, ormai
consolidata, di politiche pubbliche ricadenti nella competenza di altri
dicasteri, tali da esigere un maggiore
coordinamento del FCO con gli altri Dipartimenti governativi; infine, nei punti
di contatto tra i programmi di politica estera e gli indirizzi strategici
elaborati, nell’autunno 2010, dal National Security Council per la sicurezza e la
difesa nazionale (ovvero la Strategic Defence and Security Review e
la National
Security Strategy).