Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza 11/2010. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di politica estera, difesa e sicurezza
Serie: Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza    Numero: 11    Progressivo: 2010
Data: 25/02/2011
Descrittori:
DIFESA E SICUREZZA INTERNAZIONALE   ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI
ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI MILITARI   RELAZIONI INTERNAZIONALI
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

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RASSEGNA PARLAMENTARE COMPARATA
 DI POLITICA INTERNAZIONALE E SICUREZZA

 

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti

in materia di politica estera, difesa e sicurezza

 

 

Anno IV, n. 11                                                                                         31 dicembre 2010

 

Germania

Nella seduta del 16 dicembre (resoconto stenografico disponibile all’indirizzo http://dipbt.bundestag.de/dip21/btp/17/17081.pdf) il Ministro degli esteri Guido Westerwelle ha aperto un dibattito sulla relazione riguardante la situazione in Afghanistan che il Governo ha presentato al Bundestag /17/4250 (testo disponibile all’indirizzo http://dip.bundestag.de/btd/17/042/1704250.pdf).

Westerwelle ha annunciato che dalla fine del 2011 inizierà una riduzione del contingente tedesco e si prevede che per il 2014 le forze di polizia afgane saranno in grado di essere completamente autonome nel mantenimento della sicurezza nel paese.

Durante il dibattito sono intervenuti esponenti di tutti i gruppi politici. Erler (SPD) ha riconosciuto che la relazione governativa presenta un quadro realistico della situazione, anche se non si è giunti ad una valutazione neutrale, auspicata da Verdi ed SPD. Da questo deriva la mancanza di qualsiasi autocritica sull’operato dei militari tedeschi in Afghanistan. Secondo Kauder (CDU), per discutere sulla missione in Afghanistan occorre sempre tornare al punto di partenza, la lotta al terrorismo internazionale. Il paese non deve più essere utilizzato come base e rifugio per i terroristi, ma servire i suoi cittadini. Van Aken (die Linke) ha sottolineato come la relazione presentata dal Governo debba essere considerata un riconoscimento del fallimento della missione, dato che registra un deterioramento nella sicurezza interna, un aumento dei morti e una corruzione inalterata; ha inoltre criticato Westervelle per l’annuncio della riduzione delle truppe non prima della fine dell’anno, mentre gli USA cominceranno già dall’estate, e ha contestato la tesi che l’Afghanistan sia la base principale di Al Qaeda, dato che secondo fonti di intelligence internazionali questa si troverebbe piuttosto in Arabia Saudita. Stinner (FDP) ha sottolineato come, dopo i numerosi errori dell’inizio della missione, gli ultimi mesi abbiano registrato notevoli miglioramenti, in particolare a seguito della Conferenza di Lisbona, nella quale si è consolidato ed esteso a 48 paesi, tra i quali numerosi Stati a prevalenza musulmana, l’impegno per l’azione di pace in Afghanistan. Schmidt (Verdi) ha sottolineato come la valutazione offerta nella relazione governativa non sia affatto indipendente, e che questo rappresenti un grave errore, visto il peggiorare della sicurezza e il perdurare della corruzione: a suo avviso, la strategia dei bombardamenti a tappeto degli insediamenti talebani non ha avuto successo.

 

Regno Unito

Il 4 novembre 2010 la Commissione Affari esteri della Camera dei Comuni (Foreign Affairs Committee) ha annunciato lo svolgimento di un’inchiesta sul ruolo e sulle prospettive del Ministero degli Esteri (Foreign and Commonwealth OfficeFCO). Con tale iniziativa (il cui annuncio si legge all’indirizzo di rete: http://www.parliament.uk/business/committees/committees-a-z/commons-select/foreign-affairs-committee/news/the-role-of-the-fco-in-uk-government/) la Commissione intende acquisire, mediante una serie di audizioni (ed invitando ogni soggetto interessato a sottoporre proprie deduzioni secondo lo schema della call for evidence), elementi di conoscenza al fine di appurare se il FCO sia esposto al rischio di una perdita di centralità all’interno del Governo, e possa vedervi ridimensionato il suo ruolo, in conseguenza di due principali ordini di fattori: l’adozione, nel 2010, di severe misure di contenimento della spesa pubblica e l’innovazione, effettuata lo stesso anno, delle modalità di coordinamento e controllo delle politiche di sicurezza nazionale, in quanto tali suscettibili di incidere sulla sfera delle competenze tradizionalmente attribuite al dicastero. Il quadro in cui il FCO si trova oggi ad operare è infatti caratterizzato, da un lato, dalla complessiva riduzione di spesa prevista dalla Comprehensive Spending Review, e, dall’altro, dall’istituzione in seno al Cabinet Office, nel maggio 2010, del National Security Council (NSC), presieduto dal Primo Ministro e abilitato alla supervisione e al coordinamento delle politiche per la sicurezza nazionale.

I temi su cui la Commissione intende principalmente concentrare la propria indagine sono quindi individuati negli effetti derivanti dai diminuiti conferimenti pubblici, con particolare riguardo alla razionalizzazione delle risorse umane e finanziarie del FCO; nella rilevanza internazionale, ormai consolidata, di politiche pubbliche ricadenti nella competenza di altri dicasteri, tali da esigere un maggiore coordinamento del FCO con gli altri Dipartimenti governativi; infine, nei punti di contatto tra i programmi di politica estera e gli indirizzi strategici elaborati, nell’autunno 2010, dal National Security Council per la sicurezza e la difesa nazionale (ovvero la Strategic Defence and Security Review e la National Security Strategy).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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