Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera | ||
Titolo: | RASSEGNA PARLAMENTARE COMPARATA DI POLITICA INTERNAZIONALE E SICUREZZA 5/2010. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di politica estera, difesa e sicurezza | ||
Serie: | Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza Numero: 5 | ||
Data: | 31/05/2010 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: |
III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa |
L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti
in materia di politica estera, difesa e sicurezza
Anno IV, n. 5 31 Maggio 2010 |
Francia
Il 21 maggio 2010 è diventata risoluzione del Senato francese (ex art. 73 quinquies del Regolamento parlamentare: http://www.senat.fr/reglement/reglement_mono.html#toc184) una risoluzione europea (http://www.senat.fr/leg/tas09-106.pdf) di indirizzoal Governosulla proposta di decisione del Consiglio UE relativa all’organizzazione e al funzionamento del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), presentata dall’Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton. La proposta di risoluzione, adottata il 12 maggio 2010 dalla Commissione Affari esteri, della difesa e delle forze armate su iniziativa del suo Presidente, Josselin de Rohan, è stata discussa anche dalla Commissione Affari europei il 19 maggio 2010 (si segnala il dossier sull’iter della proposta - http://www.senat.fr/commission/etr/SEAE/index.html, in particolare il Rapport de Rohan, n. 450 - http://www.senat.fr/rap/l09-450/l09-4501.pdf, mentre, per una sintesi della posizione del Governo francese relativa al SEAE, si segnala anche la Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza n. 2/2010: https://documenti.camera.it/Leg16/Dossier/Testi/RPI10002.htm).
Il nuovo “Servizio diplomatico europeo”, organismo del quale la struttura, le dimensioni e i compiti sono attualmente in discussione, costituisce una delle principali innovazioni del Trattato di Lisbona, in quanto strumento essenziale per rafforzare la coerenza e l’efficacia della politica estera e di sicurezza dell’Unione europea. Al momento tuttavia, l’attuazione del SEAE rischia di scontrarsi con il forte ostruzionismo del Parlamento europeo che vorrebbe attribuirsi un controllo politico sull’azione del Servizio diplomatico, anche se i Trattati europei non gli riconoscono tale competenza.
Secondo la risoluzione della Commissione Affari esteri, divenuta il 21 maggio 2010 la posizione ufficiale del Senato, il Servizio europeo per l’azione esterna dovrebbe basarsi sui seguenti principi:
- il SEAE deve essere, quanto alla sua natura, un organo sui generis dell’Unione europea, equidistante dalla Commissione europea e dal Consiglio, e disporre di una completa autonomia in termini di bilancio amministrativo e di gestione del relativo personale;
- il perimetro delle competenze del “Servizio diplomatico comune” deve essere il più ampio possibile e includere in particolare l’allargamento, la “politica di vicinato” e l’aiuto allo sviluppo; inoltre al Servizio dovrebbe essere riconosciuto, sotto l’autorità dell’Alto rappresentante, un ruolo di capo-fila nella programmazione strategica degli strumenti finanziari esterni dell’UE, in particolare in materia di aiuto allo sviluppo;
- le strutture della politica di sicurezza e della difesa comune e di gestione di crisi dovrebbero ugualmente far parte del SEAE alle dirette dipendenze dell’Alto Rappresentante, al fine di preservarne l’autonomia dei loro canali di comando;
- le competenze del SEAE dovrebbero comprendere anche funzioni relative ai rapporti con i Parlamenti dell’Unione europea, ovvero con il Parlamento europeo e con i Parlamenti nazionali;
- la Francia dovrebbe inoltre essere rappresentata in modo congruo in seno al SEAE a tutti i livelli e dovrebbe essere garantito il ruolo della lingua francese, sia come lingua di lavoro in seno al Servizio, sia come lingua di lavoro e comunicazione con tutti i cittadini dell’UE, i paesi terzi e le organizzazioni internazionali.
Il Parlamento francese ha affrontato il tema del Servizio europeo per l’azione esterna anche in occasione dell’incontro del 26 maggio 2010 con i membri francesi del Parlamento europeo, in una riunione congiunta delle Commissioni Affari europei del Senato e dell’Assemblea nazionale (http://www.senat.fr/europe/r26052010.html).
Spagna
Nella seduta della Commissione per la Cooperazione internazionale allo sviluppo del Congresso dei deputati, svoltasi il 25 maggio 2010, è intervenuto il Segretario di Stato per la cooperazione internazionale del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione, signora Rodríguez Ramos, che ha, tra l’altro, presentato il rapporto sulla cooperazione multilaterale 2009 ed ha illustrato la strategia, gli obiettivi e la valutazione dei fondi di aiuto ufficiali spagnoli allo sviluppo presso gli organismi multilaterali (http://www.congreso.es/public_oficiales/L9/CONG/DS/CO/CO_555.PDF).
Nel presentare il rapporto multilaterale della cooperazione spagnola del 2009, il Segretario di Stato ha ricordato come la dimensione multilaterale in questo contesto sia molto aumentata negli ultimi anni, arrivando a contributi spagnoli gestiti dal Ministero competente pari a 1.292 milioni di euro per il 2009. Il 75 per cento di tale somma è stato destinato a dieci agenzie od organismi internazionali, innanzitutto in favore della Banca mondiale, di recente impegnata nel programma globale di nutrizione e sicurezza alimentare nato dal compromesso raggiunto nel corso del vertice del G-8 de L’Aquila (luglio 2009). I contributi multilaterali sono stati altresì indirizzati verso il Programma alimentare mondiale e il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), quindi verso altri soggetti, tra cui l’Unicef, la FAO, l’Unione europea ecc.
Nella sua composizione, la cooperazione multilaterale spagnola nel 2009 si è concentrata soprattutto sulla sicurezza alimentare e la salute, settori verso cui è stato impegnato circa il 50 per cento dei fondi multilaterali, quindi prestando attenzione ad altre tematiche: la governabilità, lo sviluppo economico, l’educazione, gli aiuti umanitari, l’ambiente e le politiche di genere.
Ella ha inoltre ricordato la negoziazione di accordi di associazione strategica con alcuni soci multilaterali, al fine di instaurare un migliore sistema di controllo e valutazione delle contribuzioni. Per quanto concerne la valutazione dei conti, la Spagna si è unita al MOPAN (Multilateral Organisation Performance Assessment Network), una rete di donatori bilaterali, al fine di ridurre i costi di transazione. Tale rete ha come obiettivo di realizzare una valutazione annuale di sei organismi multilaterali in otto differenti Paesi. Il Segretario di Stato ha quindi ricordato la presenza degli spagnoli negli organismi multilaterali di sviluppo, potendo contare per il 2009 su 266 posti attivi. Sul versante degli orientamenti settoriali della cooperazione multilaterale spagnola, ha sottolineato l’importanza dell’azione umanitaria, obiettivo a cui la Spagna lavora accanto alle Nazioni Unite.
In chiusura del suo intervento, il Segretario di Stato ha ricordato che le recenti misure adottate dal Governo per ridurre il deficit pubblico hanno comportato una riduzione della cooperazione spagnola di 300 milioni di euro per il 2011 e di 500 milioni per il 2012. Ella ha assicurato che in ogni caso non saranno interessati dai tagli i programmi bilaterali di sviluppo gestiti mediante l’Agenzia spagnola di cooperazione internazionale per lo sviluppo, pur non essendo in grado di specificare le conseguenze dettagliate di tali misure sulla programmazione multilaterale alla cooperazione della Spagna.
Nel dibattito che ne è seguito, il rappresentante del Gruppo popolare Robles Orozco ha pesantemente criticato l’esponente del Governo per aver sottovalutato i tagli alla cooperazione. Il rappresentante del Gruppo socialista Calabuig Rull ha invece assicurato l’appoggio del Gruppo al Segretario di Stato.
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