Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e di sicurezza 13/2009. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di politica estera, difesa e sicurezza
Serie: Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza    Numero: 13
Data: 31/10/2009
Descrittori:
DIFESA E SICUREZZA INTERNAZIONALE   RELAZIONI INTERNAZIONALI
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

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RASSEGNA PARLAMENTARE COMPARATA
 DI POLITICA INTERNAZIONALE E SICUREZZA

 

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti

in materia di politica estera, difesa e sicurezza

 

 

Anno III, n. 13                                                                                       31 Ottobre 2009

 

Francia

Il 21 ottobre 2009 presso la Commissione per la Difesa nazionale e le Forze armate dell’Assemblea Nazionale si è svolta l’audizione di M. Michel Miraillet, direttore della Direction des Affaires Strategiques (DAS) del Ministero della Difesa sulle grandi linee del Programma 144: Environnement et prospective de la défense, nell’ambito di una serie di audizioni a tema organizzate in vista della discussione ed approvazione del progetto di loi de finances per il 2010 (Il testo dell’audizione è disponibile all’indirizzo web http://www.assemblee-nationale.fr/13/cr-cdef/09-10/c0910011.asp).

M. Miraillet , dopo aver sottolineato che il Programma 144 è il più piccolo dei programmi del Ministero come anche la Direzione affari strategici alla quale è collegato, ha ricordato i due obiettivi principali del Programma: animare e promuovere le analisi in prospettiva del ministero, a sostegno diretto della riflessione strategica e dei processi decisionali; mettere le basi di una politica pubblica della difesa che unisca la comprensione dell’ambiente strategico, le relazioni internazionali, le prospettive tecnologiche, il controllo e il sostegno alle esportazioni di armi e, nello stesso tempo, la lotta contro la loro proliferazione. In questo contesto, per sua natura internazionale, interministeriale e interservizi, la finalità principale del Programma consiste nel confortare l’autonomia di valutazione, l’iniziativa e l’influenza strategica della politica del ministero.

Il Programma 144 (lanciato nel 2005) coinvolge circa 8.600 persone, ripartite tra stato maggiore dell’esercito, direzione generale per l’armamento, servizi di intelligence e rete delle sedi permanenti all’estero (PPE - postes permanents à l'étranger), per un ammontare complessivo di 1,78 miliardi di euro, intorno al 5 per cento dei crediti di pagamento della Loi de finances iniziale per il 2010, una parte dei quali dedicati alla ricerca nel campo della difesa. La governance del Programma si sviluppa attualmente nel quadro di una doppia logica della sussidiarietà e del coordinamento.

Per quanto riguarda le strategie, ogni Budget operativo di programma (BOP) sviluppa politiche di piano e piani d’azione condivisi con il Programma. In seno al ministero alcune strutture specifiche orientano l’azione collettiva ogni volta che sia necessario: riunione internazionale settimanale, comitato di coordinamento della prospettiva, comitato dei PPE e così via. Sono anche ben rodate le procedure per la gestione delle risorse umane e finanziarie e il Programma 144 si è dotato di valide capacità di audit interno e finanziario.

M. Miraillet, nel tracciare un bilancio nel complesso positivo delle realizzazioni del Programma nel 2009, ha lamentato l’insufficienza delle risorse dedicate alla remunerazione del personale, determinata soprattutto, a suo parere, da una sottovalutazione delle spese legate alla rivalorizzazione della griglia giudiziaria dei militari e alla loro indennità di residenza all’estero, auspicando una correzione per il 2010. Dopo aver affermato che nell’insieme le risorse del Programma iscritte nel progetto di loi de finances dovrebbero permettere di raggiungere gli obiettivi fissati dalla Legge di programmazione militare 2009-2014, approvata di recente (Loi n°2009-928 du 29 juillet 2009, consultabile all’indirizzo http://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do?cidTexte=JORFTEXT000020915137&dateTexte=), il Direttore degli Affari strategici è passato ad esaminare l’impatto del bilancio preventivo 2010 su ciascuna delle sei azioni in cui si divide il Programma. In particolare M. Miraillet ha sottolineato che per il 2010: l’azione “analisi strategica”  promuove lo sviluppo e la ricerca di nuove relazioni, più dinamiche e diversificate, con i centri di ricerca nazionali e stranieri; l’azione“prospettive dei sistemi di forza”  prevede in prospettiva la concentrazione degli studi operativi e tecnico-operativi sui temi di grande respiro secondo priorità operative; l’azione “ricerca e sfruttamento di informazioni interessanti per la sicurezza della Francia” registra l’attribuzione di mezzi supplementari con un consistente  aumento dei crediti di pagamento soprattutto a favore di investimenti in infrastrutture ed equipaggiamento per la Direction générale de la Sécurité extérieure (DGSE), oltre alle spese finalizzate ad aumentare la performance del sistema d’intelligence francese e la qualificazione del personale; l’azione “padronanza delle capacità tecnologiche e industriali” vede mantenute a suo favore risorse importanti allo scopo di rafforzare le capacità di ricerca (in particolare nei settori emergenti, quale il settore nucleare), consolidare la base industriale e tecnologica (con le risorse a sostegno dello sviluppo dei poli di competitività), ma anche garantire i contratti ministeriali di obiettivo e di mezzi con le grandi scuole di ingegneri della Direction générale de l’armement (DGA) e il mantenimento della sovvenzione all’Office national d’études et de recherches aérospatiales (ONERA); l’azione “sostegno alle esportazioni” registra invece un leggera diminuzione del suo bilancio a causa di recenti operazioni di riorganizzazione e razionalizzazione di funzioni e organismi collegati al Ministero; l’azione “diplomazia della difesa” vede infine un aumento delle risorse ad essa destinate.

Sollecitato dal dibattito seguito alla sua esposizione  M. Miraillet ha poi relazionato sulle misure previste per migliorare il dispositivo istituzionale a sostegno delle esportazioni francesi. Si è, tra l’altro, pronunciato sugli obiettivi ambiziosi fissati dal Libro Bianco sulla difesa in materia aerospaziale (il testo del Libro Bianco – giugno 2008-  è consultabile all’indirizzo http://lesrapports.ladocumentationfrancaise.fr/BRP/084000341/0000.pdf). In particolare, per quanto riguarda i programmi MUSIS (Multinational Space-based Imaging System for Surveillance, Reconnaissace and Observation) e CERES (Capacité de reinsegnement électromangétique spatiale), M. Miraillet ha ricordato che il settore spaziale è una priorità puramente teorica e che il progredire di programmi come MUSIS dipende dalla disponibilità di tutti i partenaires coinvolti, soprattutto degli italiani in questo caso, a lavorare alla stessa velocità dei francesi, mentre CERES rischia di essere limitato ai materiali più convenzionali per la scarsità dei fondi ad esso destinati.

 

 

Spagna  

Il 28 ottobre 2009 il Ministro della Difesa, Carme Chacón Piqueras,è intervenuta al Congresso dei deputati per informare sullo stato della missione delle truppe spagnole in Afghanistan (http://www.congreso.es/public_oficiales/L9/CONG/DS/PL/PL_117.PDF).

Nella prima parte del suo intervento, il Ministro ha ricostruito la storia e le motivazioni della presenza spagnola nel Paese asiatico. La Spagna, unitamente ad altri 42 Paesi, si trova in Afghanistan ai sensi della risoluzione ONU 1486 del 2001, nell’ambito dell’International Security Assistance Force (ISAF), con il compito di sostenere il Governo afgano nel mantenimento della sicurezza e nella ricostruzione, nonché per contribuire alla formazione delle forze armate e di sicurezza afgane. Nel 2002 il Gruppo socialista appoggiò la decisione del Governo Aznar di partecipare alla missione, trattandosi - ha ricordato il Ministro - di un intervento legale, consensuale e giusto. Allo scopo sono coinvolti nell’operazione un totale di 70.000 militari; la presenza spagnola nel contingente internazionale si compone di 998 uomini, di cui 778 nella zona di operazioni. Ad essi si aggiungono 450 membri del gruppo tattico di appoggio alle elezioni e 70 effettivi assegnati all’aeroporto di Kabul.

Il Ministro ha indicato quattro motivi per cui è ancora necessaria la presenza spagnola nel Paese asiatico: un ritiro precipitoso delle forze internazionali aprirebbe la strada al ritorno al potere degli estremisti e il Paese diventerebbe un santuario del terrorismo internazionale; la caduta dell’Afghanistan nell’estremismo potrebbe estendersi pericolosamente ad altri Stati, tra cui il Pakistan, potenza nucleare; un fallimento dell’ISAF rafforzerebbe l’estremismo in altre parti del mondo; il ritiro delle forze alleate significherebbe abbandonare il popolo afgano al proprio destino.

L’intervento spagnolo è concentrato in particolare nella regione di Badghis, nell’ovest del Paese. Come conseguenza dell’operato spagnolo, in questa regione 700.000 abitanti hanno avuto accesso alla sanità, la mortalità infantile si è ridotta del 70 per cento, 65.000 persone hanno avuto accesso all’acqua potabile, sono stati costruiti un aeroporto e strade per complessivi 160 chilometri ed infine sono state istituite 150 scuole primarie, con particolare riferimento all’istruzione delle bambine.

Il costo dell’operazione per le finanze dello Stato è di 364 milioni di euro per il 2009. La missione spagnola in Afghanistan è, per il Ministro, probabilmente la più completa mai effettuata dalla Spagna, ma anche la più difficile. I rischi dell’operazione in Afghanistan sono ancora elevati: il 7 ottobre si è registrata un’altra vittima spagnola, portando ad 89 il totale dei caduti spagnoli nell’operazione.

Per quanto concerne le regole d’ingaggio, il Ministro ha sottolineato che esse sono identiche a quelle degli altri Paesi, ad eccezione del divieto per le truppe spagnole (e di altri Stati) di uccidere persone in fuga.

Per quanto riguarda il futuro dell’operazione, questo è stato al centro della Conferenza dei Ministri della difesa, tenutasi a Bratislava il 22 e 23 ottobre, che ha deciso di rinforzare la componente civile della missione e di sostenere gli sforzi di sviluppo e ricostruzione, nonché di accelerare il processo di trasferimento delle funzioni di sicurezza alle autorità afgane. In sintesi, il nuovo approccio strategico deve essere basato sulla “afganizzazione” (afganización), affinché gli afgani assumano progressivamente le loro responsabilità, senza più dipendere dalla comunità internazionale. È pertanto indispensabile che l’Afghanistan rinforzi le proprie istituzioni, ispirando al contempo fiducia nei cittadini. In tale ambito, appare centrale il ballottaggio presidenziale del 7 novembre.

La Conferenza di Bratislava ha inoltre approvato il passaggio dalla fase della stabilizzazione a quella della transizione, attraverso il rafforzamento dell’obiettivo costituito dalla protezione della popolazione, il bilanciamento delle operazioni militari con gli interventi civili e il potenziamento della formazione delle forze di sicurezza locali ed il necessario coinvolgimento dei Paesi vicini. Una futura Conferenza internazionale sull’Afghanistan rappresenterebbe l’opportunità effettiva di sviluppare tale processo.

In conclusione, per il Ministro la presenza spagnola nel Paese resta necessaria, pur con tutti i rischi ed i problemi che essa comporta.

 

 

 

 

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