Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza 9/2009. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di politica estera, difesa e sicurezza
Serie: Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza    Numero: 9    Progressivo: 2009
Data: 16/06/2009
Descrittori:
DIFESA E SICUREZZA INTERNAZIONALE   RELAZIONI INTERNAZIONALI
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

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RASSEGNA PARLAMENTARE COMPARATA
 DI POLITICA INTERNAZIONALE E SICUREZZA

 

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti

in materia di politica estera, difesa e sicurezza

 

 

Anno III, n. 9                                                                                            16 Giugno 2009

 

 

Regno Unito

L’11 giugno 2009, presso il Public Administration Select Committee (PASC) della Camera dei Comuni, ha avuto luogo un seminario sugli obiettivi e sulle modalità dell’inchiesta che il Governo si è impegnato a condurre sul tema dell’impegno militare britannico in Iraq. All’incontro, svolto in forme tali da garantirne il carattere riservato ed informale (secondo la cosiddetta Chatam House Rule), hanno preso parte, tra gli altri, membri delle due Camere, ex diplomatici e personalità già in precedenza coinvolte in inchieste concernenti il contesto istituzionale e politico in cui venne adottata la decisione di inviare un contingente militare in Iraq. Gli interventi si sono concentrati, in particolare, sui poteri e sulla composizione della istituenda commissione governativa d’inchiesta e sul ruolo che il Parlamento potrà esercitare nei suoi confronti. A chiusura del seminario, il presidente del PASC, Tony Wright, ha dichiarato che l’annunciata Iraq Inquiry (alla quale la Commissione dedicherà il suo prossimo rapporto, di imminente pubblicazione) costituirà un’occasione fondamentale per fare luce su aspetti che negli ultimi anni hanno provocato notevole tensione nell’opinione pubblica. Affinché tale inchiesta sia pubblicamente percepita come un accertamento dei fatti e non come un colpo di spugna, è necessario, tuttavia, preoccuparsi della sua legittimazione e credibilità; per tale ragione essa dovrebbe essere avviata non prima di un esame parlamentare delle sue regole istitutive e procedurali (comunicato della PASC sulle conclusioni del seminario: http://www.parliament.uk/parliamentary_committees/public_administration_select_committee/pasc0809pn37.cfm).

 

 

Regno Unito

Il 14 giugno 2009 il Foreign Affairs Committee della Camera dei Comuni ha pubblicato il quarto rapporto della corrente sessione parlamentare, dedicato al tema della sicurezza globale e della proliferazione nucleare (dal titolo Global security: Non Proliferation, consultabile all’indirizzo di rete: http://www.publications.parliament.uk/pa/cm200809/cmselect/cmfaff/222/222.pdf). Il documento contiene le valutazioni della Commissione Affari Esteri circa l’attuale livello di pericolo posto dagli armamenti nucleari, convenzionali, missilistico o di tipo chimico e biologico in dotazione a Stati stranieri oppure accessibili ad organizzazioni terroristiche, e in ordine alle misure adottate dal Governo per far fronte ai relativi rischi. La Commissione, in particolare, ha preso in esame i casi della Corea del Nord e dell’Iran, le cui ambizioni nucleari rappresentano temi di cruciale importanza per la Conferenza internazionale programmata nel 2010 dai Paesi aderenti al Trattato di non proliferazione nucleare. In relazione alla prossima Conferenza, la Commissione ha auspicato una costante informazione del Governo al Parlamento circa i contenuti e gli esiti della partecipazione del Regno Unito. Una valutazione politica espressa dalla Commissione ha riguardato, in modo specifico, il ruolo delle cinque potenze nucleari riconosciute e l’effetto che i loro ritardi nell’attuazione dei programmi di disarmo ai quali si sono vincolate può avere sull’impegno degli altri Stati; a tale proposito, si ritiene che una ripresa dei negoziati sul disarmo nucleare da parte delle due maggiori potenze possa costituire una delle condizioni per il successo della Conferenza del 2010 e, in particolare, per un’ampia adesione al Protocollo addizionale sulla Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA).

La Commissione ha infine formulato una serie di raccomandazioni rivolte al Governo relativamente alle questioni prese in esame. Tra queste possono segnalarsi, principalmente, le misure dirette ad impedire la proliferazione nucleare attraverso una restrizione delle risorse (economiche e tecnologiche) utilizzabili a tale scopo; la razionalizzazione delle iniziative adottate in questo ambito, affinché la loro varietà e molteplicità non venga ad incidere negativamente sulla loro efficacia; il rafforzamento del ruolo dell’AIEA; la definizione di una posizione politica circa l’accesso all’energia nucleare per scopi civili da parte degli Stati privi di armamenti nucleari; le misure da adottare per l’attuazione, da parte della comunità internazionale, dell’impegno a distruggere le armi chimiche e biologiche, previsto dalle Convenzioni in materia; le implicazione per la sicurezza internazionale dei programmi NATO relativi alla dislocazione di armi missilistiche in Polonia e nella Repubblica Ceca; il rischio, infine, che armi di distruzione di massa cadano in mano ad organizzazioni terroristiche.

Su un piano più generale, la Commissione ha ribadito il proprio ruolo nelle questioni concernenti la sicurezza nazionale, e ha raccomandato l’inclusione del suo presidente, in qualità di membro d’ufficio, tra i componenti della “Commissione bicamerale sulla strategia della sicurezza nazionale” (Joint Committe on National Security Strategy). L’istituzione di una commissione bicamerale con tali competenze, prevista nel quadro della National Security Strategy definita dal Governo in carica nel 2008 (http://interactive.cabinetoffice.gov.uk/documents/security/national_security_strategy.pdf), è stata annunciata il 22 luglio 2008 dal Primo Ministro, che ne ha prefigurato la composizione da parte dei presidenti delle commissioni parlamentari con competenze rilevanti per la sicurezza nazionale e di membri, rispettivamente, della Camera dei Comuni e della Camera dei Lord con particolare esperienza in materia.

 

 

Spagna  

Nella seduta della Commissione per la cooperazione internazionale allo sviluppo del Congresso dei deputati del 25 marzo 2009 fu approvato, all’unanimità, il Plan Director de la Cooperación Española 2009-2012 (http://www.congreso.es/public_oficiales/L9/CONG/DS/CO/CO_233.PDF). Il suo obiettivo principale è quello di contribuire alla lotta contro la povertà e al pieno esercizio dei diritti umani, attraverso una politica, rispetto al passato, più coerente, più efficace e basata sul consenso. Il Piano stabilisce un aumento degli stanziamenti che, nel 2012, dovrebbe raggiungere lo 0,7% del PIL spagnolo.

Nella seduta del 9 giugno 2009 è stato presentato al Congresso dei deputati il Piano annuale di cooperazione internazionale 2009, da parte della corrispondente Segretaria di Stato, innanzi alla medesima Commissione permanente (http://www.congreso.es/public_oficiales/L9/CONG/DS/CO/CO_296.PDF). Il contenuto del Piano è stato illustrato dal Segretario di Stato per la cooperazione internazionale del Ministero, signora Rodríguez Ramos, che ha indicato come tale Piano annuale sia da considerarsi come un nuovo modello più breve ma più operativo e realistico rispetto ai precedenti. Esso deve tenere conto, inoltre, della nuova situazione determinata dalla crisi internazionale. Ciononostante, la lotta contro la povertà nei paesi in via di sviluppo rimane un obiettivo fondamentale della Spagna, la stessa Presidenza spagnola dell’Unione europa del primo semestre del 2010 porrà particolare attenzione a tale tema. In questo ambito, per la Spagna è fondamentale la cooperazione internazionale, soprattutto con la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (CEDEAO) e con la Banca mondiale, con particolare riferimento, quindi, all’Africa occidentale e ai bisogni in materia di agricoltura, sicurezza alimentare e acqua. Diverse azioni multilaterali saranno avviate con alcuni organismi dell’ONU: il Fondo di sviluppo delle Nazioni Unite per le donne (UNIFEM), il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) e l’UNICEF. Particolare attivismo la Spagna ha inoltre manifestato nella sede della Conferenza delle Nazioni Unite sulla crisi economica e finanziaria mondiale ed i suoi impatti sullo sviluppo, tenutasi a New York.

In termini finanziari, il nuovo piano annuale prevede finanziamenti pari allo 0,5% del PIL, il Segretario di Stato ha comunque segnalato come l’aiuto spagnolo alla cooperazione sia passato dai 1.985 milioni di euro del 2004 ai 4.635 milioni del 2008.

 

 

 

 

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