Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera | ||
Titolo: | Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza 6/2009. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di politica estera, difesa e sicurezza | ||
Serie: | Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza Numero: 6 Progressivo: 2009 | ||
Data: | 30/04/2009 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: |
III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa |
L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti
in materia di politica estera, difesa e sicurezza
Anno III, n. 6 30 Aprile 2009 |
Francia
Il 2 aprile 2009 la Commissione degli Affari esteri, della difesa e delle forze armate del Senato ha avviato un ciclo di audizioni consacrate alla valutazione delle conseguenze geopolitiche della crisi economico-finanziaria internazionale con l’intervento di M. Bernard Kouchner, Ministro per gli Affari esteri ed europei, sulle “Conseguenze della crisi economica e finanziaria in materia di sicurezza e di difesa” (http://www.senat.fr/bulletin/20090330/etr.html#toc2). Il dibattito è stato introdotto dal Presidente della Commissione, Josselin de Rohan, che ha sottolineato il carattere multiforme dell’attuale crisi, solo inizialmente economico-finanziaria. Il Presidente ha ricordato infatti che il G20 si riuniva proprio nello stesso giorno per raddoppiare le capacità d’intervento del FMI e aumentarne l’aiuto allo sviluppo al fine di migliorare gli strumenti di solidarietà nei confronti dei Paesi in via di sviluppo nell’interesse dei Paesi sviluppati a contribuire alla stabilità di quei Paesi per evitare che la crisi generi insicurezza, terrorismo ed una immigrazione incontrollata. Il Ministro Kouchner, pur consapevole dell’instabilità provocata dalla crisi in atto su tutti i continenti e dei timori per le popolazioni e dei Paesi più fragili, ha sottolineato in positivo la tenuta della struttura dell’Unione europea di fronte alle attuali difficoltà. Il Ministro è poi passato a identificare le minacce potenziali provenienti dalla crisi: turbolenze interne e conflitti internazionali provocate dall’instabilità crescente dei Paesi più fragili; ansietà sociale derivante dall’aumento della disoccupazione; frustrazioni e malcontenti che potrebbero esporre i Paesi poveri dell’Africa e dell’Asia al rischio di problemi interni più gravi. Nel ricordare l’importanza stabilizzatrice dei sistemi sociali e delle capacità di governance dei Paesi europei il Ministro ha rimarcato come negli Stati totalitari le turbolenze interne potrebbero portare a pericolose derive quali l’estremizzazione della lotta contro nemici interni ed esterni, a movimenti migratori massicci, provenienti in particolar modo dall’Africa sub-sahariana e a rischi di avventurismo politico. L’incontestabile origine statunitense della crisi favorisce lo sviluppo di facili e pericolosi discorsi anti-occidentali e Bernard Kouchner ha citato un recente rapporto di Denis Blair, direttore dei servizi segreti americani, che identifica nella crisi economico-finanziaria la prima minaccia contro la sicurezza degli Stati Uniti, prima ancora del terrorismo. Il Ministro degli esteri francese ha anche rammentato che nemmeno le ricche petromonarchie sono esenti dagli effetti negativi dell’attuale congiuntura, come dimostrano la stasi dei cantieri immobiliari di Dubai e la ancor più seria crisi immobiliare degli Stati del Golfo persico e di alcuni Stati europei come la Spagna. Il Ministro ha poi affrontato il tema della sicurezza interna dei Paesi occidentali direttamente toccati dalla crisi ricordando che circa la metà dei fondi speculativi sono costituiti da entrate finanziarie derivanti da attività criminali e che il narco-traffico, in forte crescita soprattutto nella zona saheliana, nel Corno d’Africa e in America latina, rappresenta, secondo alcune stime, circa 200 miliardi di dollari all’anno. Infine Bernard Kouchner ha sottolineato i tre nuovi elementi negativi derivanti dalla crisi: il massiccio ridimensionamento del potere econimico dei Paesi del G7, la messa in discussione della superpotere degli USA, che dovranno appoggiarsi agli Stati alleati per agire efficacemente e l’indebolimento della fiducia dei cittadini nei confronti dei rispettivi governi.
Germania
Il 23 aprile 2008 si è svolto il dibattito parlamentare sul 50° Rapporto sulla Difesa (http://dip21.bundestag.de/dip21/btd/16/122/1612200.pdf), presentato dal Commissario del Bundestag alla difesa (Wehrbeauftrager), Reinhold Robbe (SPD). Il Wehrbeauftrager è una figura particolare del Bundestag, né deputato né funzionario, eletto ogni 5 anni a scrutinio segreto dai deputati, è incaricato di vigilare sulle attività e sulle dotazioni delle forze armate e riceve le petizioni dei soldati in merito a disparità di trattamento (http://www.bundestag.de/htdocs_e/commissioner/index.html). Robbe ha incentrato la propria relazione su una valutazione complessiva dello stato delle forze armate tedesche a 60 anni dalla loro fondazione. Il principio cardine dell’Innere Führung (lo stile di comando proprio delle forze armate tedesche, fondato sulla profonda interconnessione tra etica professionale e valori democratici), abbinato al più recente sviluppo nella direzione di un esercito in azione, è stato mantenuto. Ciononostante si riscontrano alcune difficoltà in materia di organizzazione ed equipaggiamento e un calo nella fiducia dei soldati nei vertici di comando. Questi problemi devono essere affrontati e discussi, se si vuole proseguire nel processo di modernizzazione delle forze armate, rallentato da carenze negli edifici, da diseguaglianze salariali, da una politica del personale talvolta poco attenta alle esigenze familiari. Il programma di risanamento varato due anni fa è da elogiare, ma molte caserme si trovano ancora in condizioni mediocri, e le sistemazioni per i pendolari sono spesso carenti. L’impiego nelle forze armate non è più molto attraente: la domanda di tempo parziale e di telelavoro è molto superiore all’offerta, ci sono poche strutture di accoglienza per i bambini, e le conseguenze sono particolarmente evidenti nel settore sanitario, che ha visto l’esodo di circa 100 addetti nell’ultimo anno.
Il ministro per la difesa Jung (CDU) ha replicato alle critiche presentate da Robbe, ricordando i notevoli investimenti federali per la modernizzazione degli equipaggiamenti tecnologici e per l’acquisto di veicoli per le missioni all’estero. Ha sottolineato la necessità di proseguire nel programma di risanamento e di accelerare nella costruzione di alloggi per i pendolari e di altre strutture di accoglienza. Secondo Jung, le forze armate meritano un sostegno maggiore da parte della società, guadagnato sul campo dai 7200 soldati impegnati all’estero.
Hoff (FDP) ha deplorato il fatto che la lista delle criticità, stilata anno dopo anno dal Commissario alla difesa, non diventi mai più corta. Le petizioni dei soldati che si lamentano del comportamento dei vertici militari, al contrario, aumentano, e questo è un indice estremamente preoccupante. Keskin (Die Linke) ha sottolineato come molti problemi delle forze armate siano legati alla crisi economica, alla quale il Governo risponde destinando fondi sempre maggiori alle missioni all’estero e sempre minori all’esercito in patria. La conversione delle forze armate in un esercito in azione pone anche il problema dell’atteggiamento dei soldati riguardo alle missioni di pace. Il numero sempre crescente di vittime porta ad una crescente sfiducia nel mezzo militare per il peacekeeping. Anche Nachtwei (Bündins 90/Die Grünen) ha sottolineato il record di vittime militari tedesche all’estero nel 2008, così come la lentezza programmata nel risanamento delle sistemazioni e nelle dotazioni sanitarie. Il sostegno che il ministro Jung ha richiesto per le forze armate non si ottiene con appelli e slogan, ma solo attraverso il dialogo tra la società civile e i militari.
Germania
Nella seduta del 24 aprile 2008, il Bundestag ha discusso la mozione presentata dai gruppi parlamentari CDU/CSU e SPD (stampato BT n. 16/218 http://dip21.bundestag.de/dip21/btp/16/16218.pdf) con la quale si chiede al Governo di sostenere il disarmo nucleare mondiale nel quadro della Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari e degli accordi di salvaguardia (TNP) che si terrà nel 2010 (Die Chance zu nuklearen Abrüstung nutzen - Überprüfungskonferenz zum Nichtverbreitungsvertrag zum Erfolg führen). In quella stessa occasione sono state discusse anche le mozioni presentate dal gruppo della sinistra (Die Linke), dai deputati liberali (FDP) e dai Verdi (Bündnis 90/Die Grünen), con le quali è stato chiesto il ritiro delle armi nucleari statunitensi ancora presenti sul territorio federale e una Germania libera dalle armi atomiche.
All’inizio del suo intervento, il ministro degli affari esteri Frank-Walter Steinmeier ha dichiarato di condividere la visione di un mondo senza armi nucleari espressa dal nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama a Praga lo scorso 5 aprile, nel corso del Vertice Usa-Ue, e ha accolto con favore non solo la costruttiva cooperazione tra gli Stati Uniti e la Russia per rinnovare il Trattato di riduzione delle armi strategiche (START), togliere i missili balistici statunitensi e russi dallo stato di pronto uso e ridurre drasticamente i depositi statunitensi di armi e materiale nucleare, ma anche l'intenzione del Presidente Obama di ultimare la ratifica da parte del Congresso americano del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT), che costituisce uno dei pilastri del sistema internazionale di controllo e limitazione delle armi nucleari, e di avviare i negoziati per un trattato sul bando di produzione di materiale fissile.
Per il ministro degli esteri tedesco è necessario modificare il cuore del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, ponendo come obiettivi futuri non solo l’impedimento alla proliferazione nucleare, ma anche il disarmo. Il Ministro Frank-Walter Steinmeier ha sottolineato, altresì, la necessità di arrestare la produzione di materiale fissile destinato alle armi e di sostenere la multilateralizzazione del ciclo del combustibile nucleare finalizzato all'uso pacifico dell'energia nucleare, affinché nuovi stati, paesi emergenti e potenze regionali non sviluppino l’ambizione di procurarsi proprie tecnologie di arricchimento nucleare.
A fine dibattito, l’aula del Bundestag ha proceduto alla votazione delle mozioni presentate, approvando, con 427 voti favorevoli e 80 voti contrari, la mozione presentata dai gruppi parlamentari CDU/CSU e SPD e respingendo le altre tre mozioni presentate dai gruppi dell’opposizione.
Regno Unito
Nel quadro dell’inchiesta della Commissione per gli affari europei della Camera dei Lord (Sub Committee F – Home affairs) in materia di cooperazione europea ed internazionale per la prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento delle attività terroristiche, il 29 aprile 2009 si sono svolte le audizioni di esponenti politici del Ministero del Tesoro e degli Interni (Ian Person e Alan Campbell), dei direttori dei rispettivi Uffici competenti, rispettivamente, in materia di criminalità finanziaria e di coordinamento delle operazioni di polizia (James Robertson e Stephen Webb), e del rappresentante del Comitato di esperti del Consiglio d’Europa per la valutazione delle misure per la prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo (John Ringguth). Avviata nel dicembre 2008, l’inchiesta si è concentrata sulle forme della cooperazione transfrontaliera e sui risultati finora perseguiti, prendendo in particolare esame l’efficacia delle iniziative adottate dall’Unione Europea e dagli Stati membri; l’adeguatezza della cooperazione tra la stessa Unione Europea e l’ONU; il ruolo di Europol e di Eurojust; il grado di concertazione tra le autorità nazionali impegnate sul fronte della lotta al riciclaggio transfrontaliero (Financial Intelligence Units) (http://www.parliament.uk/parliamentary_committees/lords_s_comm_f.cfm). L’esigenza di un’indagine parlamentare sugli strumenti idonei ad individuare e a bloccare i flussi finanziari destinati alle organizzazione terroristiche è derivata, soprattutto, dalla sentenza pronunciata dalla Corte Europea di Giustizia il 3 settembre 2008 nel caso Kadi (nelle cause riunite C 402/05 P e C 415/05 P), con cui fu stabilito che le istituzioni dell’Unione Europea non potevano applicare, in assenza di contraddittorio e delle garanzie processuali, le sanzioni previste da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (n. 1267/1999) nei confronti di soggetti affiliati ad organizzazione terroristiche di matrice islamica.
Spagna
Il 23 aprile 2009, presso la Commissione Affari esteri del Senato, il Ministro per gli Affari esteri e la cooperazione, Miguel Ángel Moratinos Cuyaubé, ha presentato una comunicazione al fine di informare sul bilancio e sulle prospettive della politica estera spagnola (http://www.senado.es/legis9/publicaciones/pdf/senado/ds/CS0137.PDF).
A distanza di un anno dalla precedente comunicazione, il Ministro ha tracciato un quadro molto positivo della politica estera spagnola, ponendo le rinnovate capacità di intervento del Paese all’interno del carattere eccezionale e costituente della situazione internazionale, caratterizzata dalla crisi dell’unilateralismo e delle politiche neoconservatrici e neoliberali e dall’emersione di un quadro di multilateralismo efficace e di un nuovo ordine internazionale. Nell’ambito della crisi economica internazionale, esito naturale delle politiche economiche degli anni passati e dell’incapacità delle istituzioni economiche internazionali di prevenire il peggio, la Spagna ha saputo giocare un ruolo importante ai vertici dei G-20 di Washington e Londra, in particolare il Ministro ritiene che la solidità del sistema di regolazione del mercato finanziario spagnolo abbia fatto sì che alcune proposte spagnole in quelle occasioni siano state prese in considerazione, tra cui gli incentivi a famiglie e imprese e la regolazione dei “paradisi fiscali”.
La politica estera spagnola mira allo sviluppo di un multilateralismo efficace, fondato sulla difesa della pace, la democrazia, la promozione dei diritti umani, l’uguaglianza e la lotta alla povertà. Tutto ciò è stato perseguito nei vari vertici internazionali tenutisi negli ultimi mesi, tra cui quello della NATO, il vertice Unione europea-Stati Uniti a Praga e il Secondo forum dell’Alleanza della Civiltà a Istanbul.
La relazione del Ministro ha quindi posto l’attenzione su alcuni ambiti geografici, ricordando l’impulso dato dalla Spagna al processo di pace israelo-palestinese, e in generale nel Medio Oriente, nonché le buone relazioni bilaterali con i Paesi del Mediterraneo occidentale e del Maghreb, con un accento sulla situazione del Sahara Occidentale. Egli ha poi fatto presente l’importante successo di aver ottenuto la sede del Segretariato a Barcellona nell’ambito dell’Unione per il Mediterraneo. Dopo aver ricordato le diverse iniziative in Asia e in Africa, per cui il Governo ha presentato degli appositi piani di intervento, il Ministro ha sottolineato l’impegno nei confronti dei paesi dell’America latina e in materia di cooperazione, nel cui ambito è stato approvato il Plan Director de la Cooperación Española 2009-2012.
Il Governo, ha ricordato il Ministro, si è inoltre impegnato nell’ambito della promozione dei diritti umani e nella costruzione di positivi rapporti con la nuova amministrazione americana e con la Russia.
Nell’ambito dell’Unione europea, di cui la Spagna assumerà la presidenza nel primo semestre del 2010, il Ministro ha ricordato come il Governo si sia prioritariamente impegnato nell’esecuzione di una strategia europea contro la crisi economica e per l’impulso verso un’Europa sociale e del lavoro, nonché per lo sviluppo dell’Unione come il più grande attore globale operante nel seno della società internazionale.
All’intervento del Ministro è seguito il dibattito, con l’intervento di un senatore per gruppo. In particolare il rappresentante del Partito popolare ha dichiarato di non poter condividere l’ottimismo del Ministro e che i risultati economici della Spagna e il suo deficit non sono tra i migliori in Europa, mentre il rappresentante del Gruppo socialista ha ovviamente valutato in maniera molto positiva l’intervento del rappresentante del Governo.
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