Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza 5/2009. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di politica estera, difesa e sicurezza
Serie: Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza    Numero: 5    Progressivo: 2009
Data: 02/04/2009
Descrittori:
RELAZIONI INTERNAZIONALI   STATI ESTERI
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

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RASSEGNA PARLAMENTARE COMPARATA
 DI POLITICA INTERNAZIONALE E SICUREZZA

 

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti

in materia di politica estera, difesa e sicurezza

 

 

Anno III, n. 5                                                                                            2 Aprile 2009

 

Francia

Il 17 marzo l’Assemblea nazionale ha approvato la dichiarazione del Primo Ministro, François Fillon, relativa alla politica estera, su cui è stata posta la fiducia ai sensi dell’articolo 49-1 della Costituzione (il testo della dichiarazione del Governo è consultabile sul sito del Primo Ministro: http://www.premier-ministre.gouv.fr/acteurs/interventions_premier_ministre_9/allocutions_parlement_496/intervention_premier_ministre_pour_62974.html).

Tema centrale della dichiarazione è stato il ritorno della Francia nella NATO considerato dal Primo Ministro come un mezzo, ma non l’unico, per rendere il paese in grado di rispondere alle attuali sfide internazionali. François Fillon ha evidenziato l’interdipendenza creatasi tra i settori della sicurezza, dell’economia e dell’ambiente, che ha segnato la fine del monopolio della potenza e del progresso detenuto finora dai paesi occidentali, introducendo nuovi attori sulla scena internazionale, primi fra tutti la Cina e l’India. Proprio in virtù di tale evoluzione verso un mondo globalizzato e complesso, ha affermato la necessità per la Francia di impegnarsi maggiormente nelle organizzazioni internazionali, per favorire una mondializzazione più equilibrata e meglio gestita, prolungando in tal modo la difesa degli interessi nazionali. Il Primo Ministro ha insistito in particolare sull’autonomia della politica francese, sia sul piano strategico che sul piano diplomatico, cui però si affianca la scelta della solidarietà in particolare nei confronti dell’Unione europea che, nella visione francese, deve avere un’organizzazione istituzionale più stabile per costituire non solo una potenza economica, ma anche diplomatica e militare.

François Fillon ha inoltre affermato che l’alleanza della Francia con gli Stati Uniti è sempre stata una priorità dei governi nel rispetto dell’autonomia francese e, in seguito all’elezione del Presidente Obama, deve essere rinnovata stabilendo nuovi obiettivi e nuovi strumenti che, coinvolgendo l’Unione europea e gli USA, consentano di affrontare le crisi internazionali in atto.

Dopo aver ripercorso le tappe del rapporto della Francia con la NATO dal 1966, anno in cui il Generale De Gaulle decise il ritiro francese dall’Alleanza atlantica, fino ad oggi, il Primo Ministro ha affermato che, pur non facendone formalmente parte, la Francia progressivamente si è impegnata sempre più nelle strutture della NATO, partecipando a missioni militari, contribuendo finanziariamente e facendo parte di molti comitati. In base queste considerazioni egli sollecita il rientro nell’Alleanza, illustrando i quattro motivi che attualmente spingono in tal senso: in primo luogo la presidenza francese dell’UE ha rinnovato il ruolo dell’azione politica e dell’autonomia diplomatica dell’Unione; in secondo luogo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona deve servire come base per accentuare l’efficacia dell’azione europea; in terzo luogo si devono cogliere le potenzialità offerte dalla nuova presidenza americana in campo internazionale; infine la necessità di ridefinire il concetto strategico della NATO. Proprio a tale ridefinizione la Francia può dare il suo contributo, facendo condividere le sue convinzioni. Per la Francia l’Alleanza atlantica deve essere prima di tutto uno strumento di difesa destinato alla protezione dei suoi membri, un’alleanza militare fondata su valori comuni, ma anche al servizio del diritto internazionale, non assumendo iniziative unilaterali.

François Fillon ha infine illustrato le posizioni che si intendono assumere in seno alla NATO: difendere la regola del consenso nel Consiglio atlantico da cui dipende la presa in considerazione delle proposte francesi; alleggerire e semplificare le attuali strutture; attribuire all’Europa il potere di utilizzare realmente i mezzi dell’Allenza; permettere alla Francia di influire maggiormente sulla definizione delle strategie e sull’organizzazione delle operazioni.    

 

Germania

Il 26 marzo il Cancelliere Angela Merkel ha presentato al Bundestag (http://www.bundestag.de/bic/plenarprotokolle/pp_pdf/16214.pdf) le posizioni del Governo sull’imminente vertice NATO che si terrà il 3-4 aprile a Strasburgo e a Kehl. Secondo la Merkel il vertice sarà una pietra miliare nel rapporto franco-tedesco, e avrà come scopo fondamentale la riorganizzazione degli obiettivi strategici della NATO alla luce delle esperienze maturate negli anni recenti, dall’11 settembre alle operazioni in Afghanistan. L’allargamento dell’Alleanza nord-atlantica deve avvenire nell’ambito di precisi limiti, senza trasformarla in un soggetto globale. L’idea fondamentale è quella di una rete di sicurezza (vernetzte Sicherheit), che coinvolge attori come l’ONU, la NATO, l’OSCE e anche le organizzazioni non governative, attraverso una maggiore e fattiva cooperazione. La strategia principale è quella della prevenzione, per non trovarsi in situazioni in cui rimangano disponibili solo opzioni militari: il prossimo banco di prova è l’Afghanistan, dove la Merkel non prevede un aumento del numero di militari tedeschi impegnati. Riguardo alle prospettive di ingresso di Georgia e Ucraina nella NATO, la Merkel ha sostenuto l’opportunità di accogliere gli stati democratici europei che si dimostrano pronti a contribuire ad una politica di sicurezza comune.

Dopo le dichiarazioni del Cancelliere sono intervenuti i rappresentanti delle diverse frazioni parlamentari: per Westerwelle, del gruppo liberale (FDP), la NATO è una comunità di valori piuttosto che un’alleanza di difesa e rappresenta un’importante espressione della stretta collaborazione con gli Stati Uniti. Le novità nella politica estera americana devono essere uno stimolo per il ripensamento dell’Alleanza, al quale la Germania deve partecipare in modo attivo. Anche Kolbow, appartenente al gruppo socialdemocratico (SPD), ha accolto favorevolmente le nuove posizioni assunte dalla Casa Bianca, sottolineando la necessità di intensificare i rapporti con gli alleati americani e rimarcando il carattere di alleanza preventiva della NATO. Critiche nei confronti dell’Alleanza atlantica sono venute da Lafontaine della sinistra (Die Linke) che ha rimproverato il ruolo preponderante dei paesi che ne fanno parte nelle spese per gli armamenti e ha richiesto il ritiro delle truppe tedesche dall’Afghanistan. Ramsauer dei cristiano-democratici (CDU/CSU) ha rimproverato Lafontaine per le sue posizioni demagogiche, ricordando che la NATO è fondamentale per proteggere gli interessi tedeschi a livello internazionale. Il suo intervento è stato interrotto dagli esponenti del gruppo Die Linke, che hanno sottolineato come la libertà di manifestazione sarà seriamente limitata durante il prossimo vertice (ad esempio saranno vietate le bandiere con il simbolo della pace). Per ultimo, è intervenuto Trittin del gruppo dei verdi (Bündnis 90/Die Grünen) che ha criticato il Governo per la mancanza di una strategia in politica estera e per l’intenzione di continuare a partecipare alla politica di condivisione degli armamenti nucleari (nuclear sharing) della NATO.

 

Spagna 

Nella seduta del 23 marzo 2009 è stato presentato al parere della Commissione per la cooperazione internazionale allo sviluppo del Congresso dei deputati, (resoconto in http://www.congreso.es/public_oficiales/L9/CONG/DS/CO/CO_227.PDF) il Plan Director de la Cooperación Española 2009-2012, approvato dal Consiglio dei ministri il 13 febbraio 2009. Il contenuto del Piano è stato illustrato dal Segretario di Stato per la cooperazione internazionale del Ministero, signora Rodríguez Ramos, che ha indicato come l’obiettivo principale sia quello di contribuire alla lotta contro la povertà e al pieno esercizio dei diritti umani, attraverso una politica, rispetto al passato, più coerente, più efficace e basata sul consenso. Il Piano stabilisce un aumento degli stanziamenti che, nel 2012, dovrebbe raggiungere lo 0,7%. Gli ambiti strategici di attuazione si articolano in più punti, tra i quali la cooperazione internazionale, la formazione per mettere a disposizione delle politiche di cooperazione capacità appropriate, la coordinazione effettiva degli attori pubblici. Il Segretario di Stato ha poi illustrato la logica di gestione per risultati, basata sulla valutazione delle azioni proposte nel Piano, e le priorità orizzontali degli interventi che sono: l’inclusione sociale e la lotta alla povertà; la promozione dei diritti dell’uomo e della democrazia; la parità dei sessi; la sostenibilità ambientale; il rispetto della diversità culturale.

Dopo il dibattito parlamentare, il Piano ha ricevuto il voto favorevole della Commissione, all'unanimità, nella successiva seduta del 25 marzo (http://www.congreso.es/public_oficiales/L9/CONG/DS/CO/CO_233.PDF), essendosi accordati tutti i gruppi per convergere su una risoluzione unica. 

 

 

 

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