Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Rassegna parlamentare di politica internazionale 13/2008. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di politica estera e difesa
Serie: Rassegna parlamentare di politica internazionale    Numero: 13
Data: 15/10/2008
Descrittori:
DIFESA E SICUREZZA INTERNAZIONALE   RELAZIONI INTERNAZIONALI
STATI ESTERI     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

 

RASSEGNA PARLAMENTARE
 DI POLITICA INTERNAZIONALE

 

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti

in materia di politica estera e difesa

 

(a cura dell’Ufficio Legislazione Straniera)

 

Anno II, n. 13                                                                                            15 Ottobre 2008

 

Francia

Presso la commissione per gli affari esteri dell’Assemblea nazionale, il 1° ottobre si è svolta l’audizione dell’Ambasciatore della Georgia in Francia Mamuka Kudava (http://www.assemblee-nationale.fr/13/cr-cafe/08-09/c0809002.asp#P6_47), per illustrare i recenti avvenimenti che hanno interessato il suo paese e chiarire le posizioni assunte in proposito.

In primo luogo l’Ambasciatore ha sottolineato come la Georgia rifiuti di continuare a far parte dello spazio post-sovietico e come invece si senta parte integrante dell’Europa, di cui condivide la storia e i valori. Proprio tale appartenenza è ritenuta la fonte principale dei problemi che hanno portato alla crisi attuale. Secondo il diplomatico georgiano la Federazione russa, con le recenti azioni militari, ha voluto dimostrare ai paesi della regione che non esiste possibilità di sviluppo fuori dello spazio post-sovietico di cui la Georgia non condivide i principi dell’autocrazia e della restrizione delle libertà politiche e di espressione. Ha chiarito comunque che attualmente non vi sono le condizioni per aderire all’Unione europea, ma il suo paese aspira ad ottenere un trattamento privilegiato che consenta di beneficiare delle libertà di circolazione dei servizi, dei capitali, delle persone e del commercio.

Ricordando che l’audizione si svolge in concomitanza all’invio degli osservatori dell’UE in Georgia, l’Ambasciatore ha auspicato che l’impegno europeo possa, non solo, evitare nuovi interventi da parte della Russia, ma anche favorire il ritiro immediato delle truppe sia dalle “zone tampone” sia dalle regioni dell’Ossezia e dell’Abkhazia e impedire che vengano installate delle basi militari russe in quei territori.

Facendo seguito alle osservazioni del Presidente della commissione Axel Poniatowski in merito all’intervento militare georgiano dell’8 agosto, l’Ambasciatore ha osservato che il conflitto in realtà non è iniziato in quella data, ma fin dal mese di aprile la Russia ha condotto delle azioni che non potevano non provocare la reazione della Georgia. Ha osservato, inoltre, come gli obiettivi perseguiti dalla Federazione russa erano essenzialmente: impedire l’integrazione della Georgia nell’Unione europea, ostacolare nuovi progetti di costruzione di gasdotti e oleodotti e portare ad un cambio di regime in Georgia. Ha poi ribadito la fiducia del suo paese nella capacità di superare la crisi attraverso trattative diplomatiche con l’ausilio dei paesi dell’UE, sperando che non si arrivi ad una partizione del territorio simile a quella conosciuta dalla Germania.

Sollecitato dal deputato Jaques Myard ad esprimersi riguardo ai rapporti tra il suo paese e la NATO, il diplomatico ha affermato che la Georgia vede, allo stato attuale, la NATO come uno strumento destinato a rafforzare la sicurezza nazionale e come il mezzo migliore per assicurare il rispetto della sovranità dello Stato, in assenza di altre proposte, in particolare dall’Europa.   

Rispetto alla posizione assunta dagli Stai Uniti nei confronti della crisi georgiana, l’Ambasciatore ha manifestato una certa delusione che però non influirà sui rapporti di cooperazione tra i due paesi. Più in generale, ha dichiarato che il suo paese si sarebbe aspettato una maggiore opposizione da parte della comunità internazionale alle azioni della Federazione russa, apprezzando tuttavia la soluzione proposta dall’Unione europea.

Riguardo al problema dell’approvvigionamento energetico, l’Ambasciatore ha affermato che il suo paese offre all’Europa la possibilità di costruire impianti sul suo territorio, aprendo una via verso il Mar Caspio, contrastando così il monopolio del transito delle risorse energetiche detenuto attualmente dalla Russia.    

 

 

Germania

Nella seduta del 7 ottobre scorso l’Assemblea plenaria del Bundestag ha discusso la mozione (http://dip21.bundestag.de/dip21/btd/16/104/1610473.pdf), presentata dal Governo, relativa al proseguimento della partecipazione delle Forze Armate tedesche alla missione ISAF (International Security Assistance Force) guidata dalla NATO, in Afghanistan(Fortsetzung der Beteiligung bewaffneter deutscher Streitkräfte an dem Einsatz der Internationalen Sicherheitsunterstützungstruppe in Afghanistan - International Security Assistance Force, ISAF)sulla base della Risoluzione 1386 (2001) e della risoluzione 1833 del 22 settembre 2008 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

I contingenti che il Bundestagprevede di stanziare potranno essere impegnati per i prossimi 14 mesi a partire dal mese di ottobre 2008

Nel corso della seduta è intervenuto il Ministro Federale per gli affari esteri Frank-Walter Steinmeier che ha illustrato la mozione del Governo.

Il ministro ha chiarito che, perdurando le ragioni che hanno spinto il Governo ad inviare i contingenti in Afghanistan nel 2001, il Governo ha intenzione di mantenere la parola data nei confronti della comunità internazionale e anche nei confronti della popolazione afghana che ha subìto 30 anni di guerre e lotte civili e di continuare, pertanto, l’impegno preso.

Il ministro ha poi illustrato al Bundestag i risultati raggiunti in questi anni: l’85% della popolazione ha ora la possibilità di rivolgersi ad un medico o ad una struttura ospedaliera nelle immediate vicinanze della propria abitazione grazie anche alle migliaia di chilometri di strade e ai ponti che sono stati costruiti; inoltre più della metà del territorio afghano, in precedenza infestato dalle mine, è stato bonificato e ciò contribuisce enormemente a rendere la vita più sicura. Il ministro ha poi informato l’Assemblea circa i progressi dell’opera di ricostruzione in molte regioni.

Nel ricordare che né la comunità internazionale né il regime afghano sono ancora riusciti a risolvere il problema della corruzione e del narcotraffico, il ministro ha chiarito che non il Governo tedesco non intende rinunciare al raggiungimento di questi obiettivi e ha pertanto espresso la volontà di continuare su questa strada. Uno degli scopi della missione, ha continuato il ministro, è restituire il governo del paese al popolo afghano e di mettere la popolazione nelle condizioni di gestire autonomamente la propria sicurezza che rappresenta uno degli obiettivi cardine della missione. Dunque, nel prossimo futuro, i contingenti della missione saranno impegnati principalmente nell’addestramento delle forze di sicurezza afghane che dovranno anche essere dotate dei necessari equipaggiamenti.

Il Governo prevede di impiegare, nel prossimo anno, fino a 4.500 unità militari nell’ambito della missione ISAF, dunque 1000 soldati in più rispetto allo scorso anno, che saranno impegnati non solo nella formazione dei militari locali ma anche per assicurare un corretto svolgimento delle prossime elezioni parlamentari e presidenziali. Sarà inoltre raddoppiato il numero delle forze di polizia tedesche utilizzate nell’ambito della missione di polizia europea EUPOL.

Per rispondere alle accuse che vengono mosse al Governo relativamente alla continua, non ponderata, proroga della missione, il ministro ha chiarito che, al contrario, vi è stata, ogni anno, un’attenta valutazione sia dei risultati ottenuti e sia circa la necessità delle azioni da intraprendere, non mancando di riferire in proposito al Parlamento.

Infine, nel corso del suo intervento il ministro ha sottolineato il ruolo chiave del Pakistan per la stabilità, la sicurezza e la ricostruzione dell’intera regione sostenendo l’importanza dell’inclusione di questa nazione nel gruppo dei Paesi che si impegnano nel portare avanti questi processi. Il Governo ha pertanto deciso di aumentare lo stanziamento per la ricostruzione civile dell’Afghanistan fino a 170 milioni di euro.

I deputati del gruppo Die Linke hanno presentato una mozione con cui si chiede al Governo di non prorogare il mandato per l’impiego delle Forze Armate tedesche nell’ambito della missione ISAF e di avviare l’immediato ritiro dei soldati tedeschi dall’Afghanistan.

La discussione è stata rinviata alla seduta del 16 ottobre per la relativa deliberazione.

 

 

 

 

 

XVI Legislatura – Rassegna parlamentare di politica internazionale, Anno II, n. 13 – 15 Ottobre 2008