Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Rassegna parlamentare di politica internazionale 10/2008.L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di politica estera e difesa
Serie: Rassegna parlamentare di politica internazionale    Numero: 10    Progressivo: 2008
Data: 16/06/2008
Descrittori:
DIFESA E SICUREZZA INTERNAZIONALE   RELAZIONI INTERNAZIONALI
STATI ESTERI     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

 

RASSEGNA PARLAMENTARE
 DI POLITICA INTERNAZIONALE

 

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti

in materia di politica estera e difesa

 

(a cura dell’Ufficio Legislazione Straniera)

 

Anno II, n. 10                                                                                               16 Giugno 2008

 

Francia

Il 3 giugno la Commissione Affari esteri dell’Assemblea Nazionale ha tenuto, insieme alla Commissione per la Difesa nazionale e le Forze armate,una Tavola rotonda sul “Ruolo della Francia nella NATO”,con la partecipazione di Mme Nicole Bacharan, storica e politologa, specializzata in materia di Stati Uniti e relazioni transatlantiche, e M. Benoît d’Aboville, diplomatico, già rappresentante permanente per la Francia presso la NATO (http://www.assemblee-nationale.fr/13/cr-cafe/07-08/c0708053.asp#P11_454).

La Tavola rotonda costituisce il primo di una serie di incontri e audizioni nella prospettiva di un possibile rientro ufficiale della Francia nella struttura integrata dell’Alleanza atlantica, annunciato dal Presidente Sarkozy al Vertice di Bucarest del 3 aprile scorso. Il Presidente della Commissione Difesa, Guy Teissier, ha introdotto la Tavola Rotonda sottolineando come negli ultimi dieci anni il ruolo della Francia in seno all’Alleanza atlantica si sia evoluto e, pur non partecipando direttamente alle strutture ufficiali dell’Alleanza, il Paese abbia propri ufficiali “inseriti” ai più alti livelli decisionali.

La politologa Nicole Bacharan ha affermato che gli Stati Uniti considerano la Francia come la “nazione indispensabile” in Europa in quanto in grado di ottenere adesione da parte degli altri Stati UE alle sue posizioni, soprattutto se assunte insieme alla Germania o al Regno Unito. Bacharan ha inoltre ricordato che la Francia è comunque, insieme al Regno Unito, il più grosso contribuente finanziario e militare della NATO. Quale è la politica estera più efficace per mantenere alla Francia un ruolo indipendente e nello stesso tempo costruire una difesa e una politica estera europee? La politologa ha espresso un giudizio positivo sul rientro completo del Paese nell’Alleanza atlantica che aumenterà, a suo parere, il peso della Francia nei negoziati internazionali.

Benoit d’Aboville, dal suo canto, dopo aver sottolineato che senza l’opposizione della Francia, della Germania e del Belgio, la NATO sarebbe oggi “invischiata” in Iraq, ha riconosciuto che il rientro ufficiale della Francia nella NATO costituisce una carta politicamente importante nello scenario internazionale che permetterebbe di raggiungere due antichi obiettivi della politica francese: la difesa europea e la ristrutturazione delle relazioni transatlantiche. Nella prospettiva dei negoziati che accompagneranno il riavvicinamento politico e diplomatico della Francia all’Alleanza atlantica (dovrebbe essere ufficializzato in occasione del Vertice NATO di Strasburgo-Kehl tra un anno), Benoit d’Aboville ha individuato quattro elementi di spicco di cui le prossime manovre diplomatiche dovranno tener conto: la crisi energetica e la situazione mondiale che non favoriscono l’aumento delle spese militari; le probabili strategie della Russia sul Kosovo e sulla difesa antimissile e la delicata questione dell’adesione all’Unione europea dell’Ucraina e della Georgia; la necessità di una efficace revisione della strategia di sicurezza europea al fine di dare messaggi chiari alla nuova amministrazione americana; i problemi della proliferazione e del disarmo nucleare in vista della prossima revisione del Trattato di non proliferazione (TNP). A proposito dei posti offerti agli ufficiali francesi nelle strutture di comando, il diplomatico ha sottolineato quanto sia importante privilegiare la capacità d’influenza rispetto alla quantità e che quindi, in una revisione della struttura dell’Alleanza, la Francia debba puntare a posti di responsabilità, quale, ha proposto ad esempio, il posto di Aggiunto al Comandante supremo delle forze alleate in Europa (attualmente detenuto in via permanente da un Inglese), magari in eventuale rotazione con Spagnoli, Tedeschi e Italiani. Benoit d’Aboville ha inoltre ricordato  che la Francia insegue anche l’obiettivo di un collegamento tra la NATO e la difesa europea e ha sottolineato l’importanza fondamentale della “complementarietà”, cruciale soprattutto ai fini delle operazioni di stabilizzazione e di ricostruzione.

Per quanto riguarda le relazioni transatlantiche, sempre a livello europeo, è intenzione della Francia rinnovarle, ma, secondo Benoit d’Aboville, la struttura delle relazioni tra l’Unione europea e gli Stati Uniti  è ancora molto carente e le relazioni transatlantiche dovranno necessariamente essere costruite di concerto con gli Stati Uniti, ma al di fuori della NATO.

Tra i diversi interventi alcuni spunti critici sono stati espressi da Jacques Myard  che ha sostenuto che la questione di fondo, al di là dei posti assegnati e dei problemi tecnici, è politica e riguarda il ruolo della Nato nel futuro: rimarrà un’Alleanza o si trasformerà nel “gendarme del mondo”? in quest’ultimo caso, secondo il deputato, il ritorno nel comando integrato avrebbe il significato, per tutto il resto del mondo, di un allineamento della Francia alla politica americana. Critico anche Jean-Michel Boucheron che ha espresso dubbi sull’effettiva maggiore influenza francese sugli Stati Uniti con l’appartenenza a pieno titolo del Paese alla NATO ed ha affermato che l’eventuale rientro della Francia non risolverà i problemi che bloccano la difesa europea.

Di diverso avviso Nicole Bacharan che ha citato, ad esempio contrario, l’influenza svolta proprio dalla Francia, membro permanente del Consiglio di sicurezza ONU, con la minaccia di usare il diritto di veto contro una risoluzione voluta dagli Stati Uniti sulla crisi irachena. Da parte sua Benoit d’Aboville ha messo in evidenza come la questione del futuro dell’Alleanza atlantica sia vista in modo differente a seconda dei Paesi; secondo l’opinione del diplomatico la situazione non corrisponde più al blocco monolitico che prevaleva durante la guerra fredda e ciascun Paese vede l’Alleanza in modo diverso. Ad esempio per la Polonia, l’Ungheria o la Georgia l’Alleanza atlantica ha un ruolo rassicurante contro possibili pressioni geopolitiche o di altro tipo; per la Russia costituisce un modo di partecipare al dibattito europeo tramite il Consiglio NATO-Russia, creato all’epoca del primo allargamento; per il Regno Unito l’Alleanza permette di valorizzarsi nella sua relazione privilegiata con gli Stati Uniti, rispetto alla quale fanno da contrappeso Francia e Germania con la partecipazione di Spagna, Italia e di altri Paesi.  Al termine della Tavola rotonda il Presidente Guy Teissier si è chiesto se alla fine lo statu quo non costituisca ancora un giusto equilibrio. Benoit d’Aboville è invece intervenuto giudicando cruciale il momento attuale per la difesa europea in quanto, da un lato, l’amministrazione americana non la considera più contrapposta alla NATO e dall’altro lato,la difesa europea comunque sta facendo progressi ed ha concluso sostenendo che nel contesto attuale, estremamente mobile, non è escluso che il reintegro completo della Francia nella NATO, combinato ad un’accoglienza favorevole della nuova presidenza americana e al disimpegno progressivo degli Stati Uniti a vantaggio dell’Asia  faccia prendere coscienza agli Europei della necessità di consolidare la loro difesa europea.

 

Germania

Nella seduta del 5 giugno (http://dip21.bundestag.de/dip21/btp/16/16166.pdf) il Bundestag ha approvato la richiesta presentatadal Governo per il prolungamento della partecipazione del contingente tedesco alla missione KFOR in Kosovo fino al giugno 2009. A favore della risoluzione hanno votato i parlamentari della maggioranza, così come i liberali e i verdi, mentre hanno votato contro i deputati del gruppo “Die Linke”.

Il contingente della Germania, attualmente di circa 2800 soldati, è il più numeroso tra quelli delle nazioni partecipanti alla missione (24 della NATO e 10 non NATO), che attualmente assomma a circa 16.000 soldati. L’obiettivo della missione, fondata sulla risoluzione 1224 emanata nel 1999 dall’ONU (http://daccessdds.un.org/doc/UNDOC/GEN/N99/172/89/PDF/N9917289.pdf?OpenElement), è quello di stabilizzare la situazione nella provincia che dal febbraio di quest’anno si è autoproclamata indipendete. La Germania ha riconosciuto l’indipendenza del Kosovo, anche se formalmente la risoluzione 1224 continua a definire il Kosovo come una provincia sotto la sovranità serba.

L’opposizione più netta al prolungamento della missione tedesca in Kosovo è stata quella del gruppo “die Linke” che ha chiesto un nuovo mandato ONU, maggiormente rispondente all’evoluzione della situazione internazionale, mentre i verdi hanno chiesto un maggiore impegno tedesco per la concretizzazione della missione EULEX (http://www.eupt-kosovo.eu/new/index.php?id=1), approvata dall’Unione Europea nel febbraio di quest’anno, finalizzata alla costituzione di uno stato di diritto in Kosovo.

 

 

 

XVI Legislatura – Rassegna parlamentare di politica internazionale, Anno II, n. 10 – 16 giugno 2008