Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Rassegna parlamentare di politica internazionale 9/2008. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di politica estera e difesa
Serie: Rassegna parlamentare di politica internazionale    Numero: 9    Progressivo: 2008
Data: 31/05/2008
Descrittori:
DIFESA E SICUREZZA INTERNAZIONALE   RELAZIONI INTERNAZIONALI
STATI ESTERI     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

 

RASSEGNA PARLAMENTARE
 DI POLITICA INTERNAZIONALE

 

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti

in materia di politica estera e difesa

 

(a cura dell’Ufficio Legislazione Straniera)

 

Anno II, n. 9                                                                                                  31 Maggio 2008

 

Francia

Il 15 maggio la Commissione degli Affari esteri, della difesa e delle forze armate del Senato ha presentato un Rapporto di informazione sull’industria della difesa nella prospettiva del Libro bianco sulla difesa e la sicurezza nazionale (http://www.senat.fr/rap/r07-340/r07-3401.pdf), documento, di prossima pubblicazione, destinato a ridefinire la strategia di difesa della Francia per i prossimi quindici anni.

Il Rapporto riproduce i dibattiti che si sono svolti, presso la commissione competente, nel corso delle audizioni cui hanno partecipato i principali attori industriali francesi del settore della difesa.

Le conclusioni cui è giunta la Commissione, dopo aver raccolto le dichiarazioni dei rappresentanti del settore, sono riassunte in cinque punti fondamentali.

Al primo punto viene affermata la necessità di una definizione della politica industriale della difesa che presuppone la stretta collaborazione tra lo Stato, attraverso la Delegazione Generale per l’Armamento, e gli industriali.

Nel secondo punto si sottolinea l’importanza della ricerca nel settore militare, attività che può essere sviluppata stabilendo le priorità strategiche ed assumendo l’impegno economico che richiede la loro realizzazione.

L’organizzazione economica e amministrativa dell’industria degli armamenti è oggetto del terzo punto, in cui viene evidenziata la necessità di un forte impulso all’esternalizzazione che dovrebbe garantire, anche con l’impegno degli industriali in questo senso, maggiore efficienza e costi più contenuti.

Nel quarto punto si evidenzia la situazione critica in cui versano le industrie militari e si afferma la necessità di incrementare le esportazioni per compensare le ridotte dimensioni del mercato interno, in particolare per le imprese che più dipendono dalle ordinazioni nazionali. Si ipotizza a tal fine di semplificare le procedure a livello comunitario.

Infine, nel quinto punto, si pone l’accento sull’importanza della cooperazione europea che deve essere ridefinita sulla base di nuovi programmi di approvvigionamento, di un rafforzamento dell’Agenzia europea della difesa, della predisposizione di progetti coerenti e della creazione di poli industriali a livello europeo.

 

Germania

Il 29 maggio si è svolta in aula al Bundestag la celebrazione dei 60 anni dalla fondazione dello Stato di Israele, alla presenza del Cancelliere Angela Merkel e del legato israeliano Ilan Mor

(http://dip21.bundestag.de/dip21/btp/16/16163.pdf ).

Numerosi gli interventi in aula; tra questi da ricordare, in particolare, quello del Ministro degli esteri Steinmeier, che ha sottolineato la salda alleanza tra Israele e la Germania. Una costante della politica estera nazionale è il sostegno dato al diritto all’esistenza dello stato di Israele. Oggi Israele può contare sulla Germania tra i paesi suoi alleati e amici, e i tedeschi ne debbono essere riconoscenti. Anche il capogruppo della SPD Struck ha sottolineato come il diritto all’esistenza di Israele sia fuori discussione. I crimini nazisti hanno creato una responsabilità senza fine in capo a tutti i tedeschi nei confronti dello stato ebraico, la cui fondazione è stato un segnale di speranza e di rinnovamento.

Il capogruppo dell’Unione CDU/CSU Kauder ha affermato che Germania e Israele, unica vera democrazia in Medioriente, sono legati da una comunanza di valori, mentre il capogruppo dell’FPD Westerwelle ha ricordato come la riconciliazione operata dalle generazioni del secondo dopoguerra sia un dono per le generazioni di oggi. Nel suo intervento la capogruppo “die Linke” Pau ha sottolineato come la Germania debba fare di tutto per garantire la sopravvivenza di Israele, senza però dimenticare le aspirazioni dei palestinesi ad una patria. Il capogruppo dei verdi Kuhn ha ricordato che la Germania deve sostenere il processo di pace in Medioriente. Proprio a questo argomento sarà dedicata una conferenza internazionale che si terrà a Berlino il prossimo 24 giugno. (http://www.auswaertiges-amt.de/diplo/de/Aussenpolitik/RegionaleSchwerpunkte/NaherUndMittlererOsten/palsec.html).

 

Stati Uniti

Il 21 maggio 2008, presso la Sottocommissione per il Medio Oriente e l’Asia meridionale della Commissione Affari esteri della Camera dei rappresentanti, si è tenuta un’audizione sul tema “Le relazioni trilaterali USA-Israele-Egitto: costruire le fondamenta della pace nella regione”.

Il dibattito è stato introdotto dal presidente della sottocommissione, Gary L. Ackerman, il quale ha ricordato i benefici innegabili apportati alla regione dagli Accordi di Camp David del 1978 ed ha sottolineato come debba essere recuperato il clima di collaborazione reciproca tra Stati Uniti, Israele ed Egitto esistente allora, al fine di superare l’attuale situazione di stallo determinata dalla serie di recriminazioni incrociate, esistenti attualmente tra i tre paesi (le lamentele USA sulla condizione dei diritti umani, civili e politici in Egitto, le richieste americane ed egiziane ad Israele di porre fine alla politica degli insediamenti, le preoccupazioni israeliane ed americane sul contrabbando di armi verso Gaza, gli inopportuni ostacoli frapposti dalla Presidenza americana ad ogni negoziazione tra Israele e la Siria) (http://foreignaffairs.house.gov/110/ackerman052108.htm).

Alla successiva discussione hanno poi partecipato, in qualità di invitati, Daniel C. Kurtzer per la Princeton University e David Makovsky per il Washington Institute for Near East Policy.

Kurtzer, dopo aver ripercorso le tappe più importanti delle relazioni bilaterali USA-Israele e USA-Egitto, ha indicato due fattori critici da fronteggiare: le ripercussioni negative nella regione determinate dalla incauta politica dell’amministrazione Bush in Iraq e le tensioni nell’economia internazionale, che hanno ripercussioni particolarmente negative in Egitto. Tali elementi negativi possono però essere trasformati in opportunità, purché l’amministrazione americana rafforzi il suo impegno nell’attività diplomatica, invece che nella propaganda retorica, nelle sanzioni economiche e nell’impegno militare (http://foreignaffairs.house.gov/110/kur052108.htm).

Makovsky, a sua volta, è partito dalla considerazione degli interessi comuni che Israele e l’Egitto condividono: l’opposizione ad un governo guidato da Hamas a Gaza, la contrarietà per il sostegno iraniano ad Hamas a Gaza e agli Hezbollah in Libano ed i timori per gli sforzi iraniani volti allo sviluppo di un programma nucleare. Al momento, però, tali convergenze sono messe in secondo piano, rispetto ai contrasti suscitati dal contrabbando di armi dal Sinai verso la striscia di Gaza, riguardo al quale Israele e l’Egitto si rinfacciano le responsabilità per la mancata chiusura dei tunnel sotterranei che riforniscono Hamas di armi.

In tale situazione l’assistenza americana, al di là del problema specifico dei tunnel e delle attività di intelligence per l’assistenza all’Egitto nel controllo dei movimenti dei contrabbandieri al confine, potrebbe essere diretta verso una politica di sostegno allo sviluppo regionale del Sinai, che crei prospettive economiche ed occupazionali per le popolazioni beduine della zona.

E’ inoltre indispensabile rilanciare le relazioni tra Israele ed Egitto, favorendo la ripresa di un dialogo strategico sia attraverso sedi bilaterali sia mediante format trilaterali, con la partecipazione degli Stati Uniti.

Infine, oltre alle dimensione strategica ed a quella politica, è fondamentale il rilancio della cooperazione economica tra Israele ed Egitto, sull’esempio della recente joint venture costituita per lo scambio di gas naturale tra i due paesi, alla quale potrebbe seguire un piano comune di desalinizzazione dell’acqua nella regione (http://foreignaffairs.house.gov/110/mak052108.htm).

 

 

 

 

 

 

 

XVI Legislatura – Rassegna parlamentare di politica internazionale, Anno II, n. 9 – 31 Maggio 2008