Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Rassegna parlamentare di politica internazionale 8/2008. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di politica estera e difesa
Serie: Rassegna parlamentare di politica internazionale    Numero: 8    Progressivo: 2008
Data: 15/05/2008
Descrittori:
POLITICA ESTERA   STATI ESTERI
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

Camera dei deputati - Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera

 

RASSEGNA PARLAMENTARE

DI POLITICA INTERNAZIONALE

 

Maggio 2008, Anno II, N. 8

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti
in materia di politica estera e difesa

 


Francia

Il 29 aprile 2008, presso la Commissione degli Affari esteri, della difesa e delle forze armate del Senato e per iniziativa del Presidente Rohan, si è tenuta l’audizione dell’Ammiraglio Jacques Lanxade (http://www.senat.fr/bulletin/20080428/etr.html#toc2) ex capo di stato maggiore dell’esercito dal 1991 al 1995, che ha illustrato un rapporto (http://www.csis.org/media/csis/events/080110_grand_strategy.pdf), pubblicato nel mese di gennaio 2008, intitolato “Verso una grande strategia per un mondo incerto: rinnovamento della collaborazione transatlantica”. Il rapporto è frutto di una iniziativa congiunta degli ex capi stato maggiore di Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Olanda che hanno avviato delle riunioni informali per studiare e discutere delle questioni relative alla difesa e alla sicurezza internazionale; esso non ha pertanto carattere ufficiale, ma costituisce una sintesi delle opinioni dei suoi autori.

Il primo capitolo del documento è dedicato ad una analisi dei diversi fattori di crisi o di tensione esistenti. Nel capitolo II viene valutata la capacità del sistema internazionale attuale di far fronte alle crisi. Analizzando la posizione delle organizzazioni internazionali, si riconosce un ruolo essenziale all’ONU, che comunque risulta indebolita da disaccordi politici e scarsa capacità di condotta delle operazioni di pace; si evidenzia l’insufficienza delle capacità di difesa e sicurezza dell’UE; si sottolineano i limiti della NATO. Viene pertanto affermato che nessun organismo internazionale né alcun paese, compresi gli USA, è in grado da solo di fronteggiare la situazione.

Nel capitolo III del documento gli autori identificano gli elementi necessari per una “grande strategia” tesa a coordinare tutte le forze per raggiungere quattro obiettivi fondamentali: la prevenzione, la gestione pacifica delle crisi, l’impegno militare e la stabilizzazione.

Infine il capitolo IV è dedicato alle proposte degli autori in merito alla riorganizzazione del sistema internazionale. Per quanto riguarda la NATO si ritiene che debba dotarsi di una nuova strategia e modificare le procedure di decisione, superando la regola dell’unanimità che dovrebbe valere solo per gli affari trattati dal Consiglio dell’Atlantico del Nord. Gli autori suggeriscono che il comando delle operazioni militari della NATO sia affidato al comandante dell’ organizzazione senza interferenze da parte delle nazioni che partecipano alle missioni. Infine auspicano la riforma del finanziamento delle operazioni NATO ed un approccio prudente al processo di adesione di nuovi paesi.

In riferimento all’Unione europea, nel rapporto viene evidenziata l’insufficienza delle sue capacità di azione militare che priva l’Europa della possibilità di agire autonomamente e rende debole il dialogo con gli Stati Uniti. Per superare tali limiti gli autori ritengono necessaria una maggiore cooperazione tra l’UE e la NATO. Considerando poi la comunità di interessi che lega i paesi europei agli USA, nel documento si propone l’istituzione di un “direttorio” di alto livello politico composto da rappresenti degli USA, dell’UE e della NATO, cui sia affidato un compito di analisi, coordinamento e decisione degli interventi.

Infine, riguardo ai rapporti tra la Francia e la NATO l’Ammiraglio Lanxade ha affermato la necessità di migliorare le relazioni con una partecipazione costruttiva alla riforma dell’organizzazione da parte francese.

 

 

Spagna

Il 9 maggio 2008 è stato pubblicato dal Congresso dei deputati il primo disegno di legge presentato dal Governo spagnolo al Parlamento nella nuova legislatura, apertasi con la seduta costitutiva del Congresso del 1° aprile 2008. Si tratta, in particolare, del progetto di legge organica per la ratifica del Trattato di Lisbona, firmato il 13 dicembre 2007 dai paesi membri dell’Unione europea (Serie A, Proyectos de Ley, n. 1 http://www.congreso.es/public_oficiales/L9/CONG/BOCG/A/A_001-01.PDF).

Da segnalare in particolare, nella relazione introduttiva al testo, che illustra i contenuti di maggiore rilievo ed importanza del nuovo Trattato, l’indicazione di quattro aspetti che rispondono a “necessità ed inquietudini specifiche dei cittadini spagnoli”:

·       le nuove disposizioni riguardanti il regime delle regioni ultraperiferiche dell’Unione (come le Isole Canarie spagnole) in materia di aiuti pubblici;

·       l’inserimento esplicito, tra gli obiettivi di politica energetica dell’Unione, del sostegno alle interconnessioni tra le reti;

·       la possibilità di sequestrare tutti i fondi e le risorse finanziarie dei gruppi terroristi che agiscono all’interno dell’Unione;

·       la nuova ripartizione dei seggi al Parlamento europeo, che incrementa notevolmente la quota assegnata alla Spagna.

 

Stati Uniti

L’8 maggio 2008, alla Camera dei rappresentanti, la Sottocommissione per il Medio Oriente della Commissione affari esteri ha tenuto una audizione sul tema “L’assistenza americana al Medio Oriente: vecchi strumenti, nuovi compiti?”, motivata  dalla discussione del bilancio preventivo per l’anno finanziario  2009 (http://foreignaffairs.house.gov/hearing_notice.asp?id=982).

In apertura dei lavori, il Presidente della sottocommissione, Gary Ackerman, ha affermato che gli Stati Uniti devono assistere il Medio Oriente con leggi, armi e denaro. La vera domanda è a chi fornire ognuna di queste tre risorse. Iniziando dalle leggi, su quasi tutti i paesi occorre premere politicamente affinché progrediscano verso lo Stato di diritto, poiché la mancanza di libertà è la prima causa della storica instabilità regionale. Passando alle armi, intese in senso lato come capacità di difesa, ne hanno necessità l’Iraq, il Libano e Israele, poiché sono in prima linea contro il terrorismo. Infine, il denaro degli Stati Uniti e dei loro alleati deve andare ai paesi senza risorse petrolifere, per migliorare la loro situazione economica ed allentare così anche la pressione sulla popolazione. E’ paradossale che l’amministrazione Bush chieda nel bilancio 2009 una riduzione finanziaria dell’assistenza americana al Medio Oriente, proprio nel momento in cui l’Iran sta  moltiplicando il suo impegno finanziario per la sovversione dell’intera regione (http://foreignaffairs.house.gov/110/ackerman050808.htm).

David Welch, del Dipartimento di Stato, ha illustrato paese per paese, alla luce del bilancio preventivo per il 2009, il tipo di assistenza fornita in modo integrato dallo stesso Dipartimento di Stato e dall’Agenzia americana per lo sviluppo internazionale (USAID). Anch’egli ha insistito sulla minaccia iraniana. In generale, ha sottolineato l’importanza di finanziare l’ammodernamento della capacità di autodifesa degli Stati della regione, ricomprendendo in questa esigenza, da un lato anche i paesi più piccoli, come quelli del Golfo prospicienti l’Iran, dall’altro i paesi del Nord Africa, dove si registra una forte ripresa del terrorismo di ispirazione mediorientale. Egli ha concluso la sua esposizione affermando che va riqualificata la presenza in loco della diplomazia americana e che tale rafforzamento richiede una decisa volontà politica sostenuta da risorse finanziarie (http://foreignaffairs.house.gov/110/wel050808.htm).

Per ultimo ha parlato George Laudato,  della già citata USAID, fornendo le previsioni di spesa paese per paese. Diminuirà in modo sostanziale la spesa per l’Egitto, a causa del miglioramento della sua economia, anche se resterà stabile la quota riguardante la difesa. Viene confermata la centralità della spesa di assistenza all’Iraq, di poco superiore a quella per la Giordania, poiché questo paese sopporta le conseguenze dirette della guerra in Iraq, ad esempio in termini di accoglienza dei rifugiati. Sostanzialmente stabili restano le spese per due altri paesi a guida moderata, il Libano e il Marocco. Nella West Bank e a Gaza, infine, l’accento è maggiormente posto sul controllo e sul seguito dell’assistenza, affinché non venga utilizzata in modo dispersivo ed a vantaggio di organizzazioni estremiste.

L’USAID opera attraverso missioni insediate nei singoli paesi, cui si è aggiunto il nuovo Office of Middle East Programs (OMEP), con sede al Cairo, il quale ha il compito di garantire l’assistenza transnazionale e regionale. L’agenzia sta inoltre stipulando convenzioni con grandi imprese (finora in numero di 17), per inserire nelle sue attività anche i capitali privati. Laudato ha concluso affermando che, in tutti i paesi, l’assistenza è diretta a promuovere riforme di sistema, nella direzione dello Stato di diritto, oltre che a rafforzare le capacità di autodifesa (http://foreignaffairs.house.gov/110/lau050808.htm).

 

 

 

 

XVI Legislatura – Rassegna parlamentare di politica internazionale, Anno II, n. 8 – 15 Maggio 2008