

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno
Unito, Spagna e Stati Uniti
in materia di sicurezza
(a cura dell’Ufficio Legislazione Straniera)
Anno II, n. 10
15 Luglio 2008
|
Regno Unito 
Il 7 luglio 2008 la Science and Technology Committee della House of Lords ha presentato il rapporto Personal Internet Security: Follow-up (Sicurezza personale su internet: Verifica, disponibile su http://www.publications.parliament.uk/pa/ld200708/ldselect/ldsctech/131/131.pdf),
che rappresenta la risposta, ad un anno dalla pubblicazione del primo rapporto
della Commissione dedicato a questo tema (Personal
Internet Security, presentato nell’agosto 2007, disponibile su http://www.publications.parliament.uk/pa/ld200607/ldselect/ldsctech/165/165i.pdf),
al documento del Governo che a settembre 2007 ha rigettato la maggior parte
delle proposte e delle critiche fatte dalla Commissione (http://www.official-documents.gov.uk/document/cm72/7234/7234.pdf).
Il rapporto appena pubblicato esamina una
serie di argomenti particolarmente sensibili nell’ambito della sicurezza su
Internet, e per ciascuno presenta le problematiche ancora aperte, i punti
critici, e le ulteriori raccomandazioni per il Governo.
In appendice vengono riportati i resoconti e i materiali scritti relativi delle
audizioni dei testimoni che hanno partecipato
all’indagine: rappresentanti di importanti aziende attive sul web e maggiormente
coinvolte nelle problematiche relative alla sicureza (EBay, PayPal, Symantec), esponenti
delle associazioni per la protezione dei bambini in
Internet, rappresentanti delle forze di polizia, i sottosegretari per la riduzione della
criminalità e per il commercio e la
competitività oltre che il capo della struttura dedicata ai crimini informatici
nell’Home Office, il dipartimento del
Governo equivalente al nostro Ministero degli interni,
Il maggiore contrasto tra la Commissione e
il Governo ha riguardato un problema di fondo, ovvero la tesi, sostenuta dal
Governo, secondo la quale la sicurezza in Internet sia essenzialmente una
questione che riguarda gli utenti individuali. La Commissione invece sostiene
che molte organizzazioni, imprese o associazioni di cittadini, nonché le stesse
istituzioni, hanno un preciso interesse affinché venga tutelata e migliorata la
sicurezza delle attività di ciascuno sulla rete. Tra questi soggetti i più
importanti sono sicuramente i produttori di hardware
e software, gli internet service provider,
le banche e gli altri soggetti che effettuano transazioni commerciali on line, ma non occorre dimenticare
l’interesse che le stesse forze di polizia e l’intero sistema giudiziario hanno
nel superare questa sorta di Far West nel quale ognuno si fa giustizia da solo.
L’idea della Commissione è che, più che
sviluppare la cornice normativa (nella quale per altro vengono notate alcune
significative lacune, come la mancanza di una definizione precisa di e-crime), occorre prevedere incentivi
ben mirati alle azioni che aumentano la sicurezza della rete, affiancandoli ad
un’azione di sorveglianza e governo delle problematiche relative alla sicurezza
che richiede necessariamente un intervento del Governo.
In particolare i settori nei quali anche il rapporto di follow-up torna a porre l’attenzione
sono quelli relativi alla raccolta dei dati e alla classificazione dei reati informatici,
che impongono anche un aggiornamento professionale diffuso delle forze di
polizia, la necessità di accelerare la procedura per la creazione dell’Unità
centrale di polizia per gli e-crime,
struttura fondamentale per poter perseguire con la necessaria competenza e
rapidità i crimini commessi on line,
e l’opportunità di proseguire e intensificare la collaborazione internazionale su
questo tema, dato che spesso i crimini informatici travalicano i confini
nazionali e che il Regno Unito non ha ancora ratificato la Convenzione sulla
criminalità informatica adottata nel 2001 dal Consiglio d’Europa (disponibile
su http://conventions.coe.int/Treaty/EN/Treaties/Html/185.htm).
Stati Uniti 
Il 2 luglio 2008 la Commissione sulla sicurezza nazionale e gli affari governativi del
Senato si è recata in missione in Montana, dove ha svolto audizioni sul
tema “La sicurezza del confine a Nord:
opinioni dalla frontiera”. Il dibattito, articolato in due sessioni, è stato introdotto
dall’intervento del senatore democratico Jon Tester, membro della commissione, il quale ha ricordato con
orgoglio che il confine tra Stati Uniti e
Canada, lungo più di 4.000 miglia, è il confine smilitarizzato più lungo al
mondo. Ciò non significa, però, che non vi siano problemi da affrontare, uno
dei più seri tra i quali è costituito dal traffico di droga attraverso il
confine. L’altra grave minaccia riguarda i gruppi terroristici che si sono
formati in Canada, poiché un potenziale terrorista che viaggia dall’Inghilterra
al Canada attrae meno attenzione rispetto a colui che cerca di volare direttamente negli
Stati Uniti. Al tempo stesso, bisogna garantire la sicurezza dei confini ma
continuando a favorire e incoraggiare i legami economici tra Stati Uniti e
Canada, dato che la frontiera costituisce la principale arteria commerciale
che, attraverso il Montana in particolare, conduce alla nazione intera (http://hsgac.senate.gov/public/_files/070208TesterOpen.pdf).
Nella prima sessione di audizioni sono intervenuti nell’ordine: Robert
Derosier, direttore dei Disaster and
Emergency Services interni della riserva indiana della tribù dei Blackfeet nel Montana, il quale,
riferendo di recenti episodi di manomissione delle recinzioni al confine, allo scopo di far
passare veicoli non autorizzati, ha sottolineato l’impegno e la lealtà della
popolazione indiana nel controllo della
frontiera, pur nella scarsità dei mezzi a disposizione (http://hsgac.senate.gov/public/_files/070208DesRosier.pdf);
Dan McGowan, del Montana Department of Military Affairs, che dopo aver suddiviso i
compiti di sicurezza svolti dallo Stato del Montana in due categorie, tattici e
strategici, elencando i risultati positivi conseguiti su entrambi i fronti, ha
riferito in merito all’Interoperability
Montana Project, probabilmente il più vasto e rilevante progetto di
comunicazione
statale per la sicurezza dei confini e la capacità di risposta in caso di
emergenza, attuato in collaborazione con
diverse agenzie federali, tra le quali il Federal
Bureau of Investigation (FBI) (http://hsgac.senate.gov/public/_files/070208McGowan.pdf);
Donna Matoon, sceriffo a Toole County nel Montana, che ha sottolineato come
l’accresciuta presenza di agenti federali nella zona, pur portando, in
generale, benefici in termini di sicurezza, abbia comportato ricadute non
sempre positive per lo svolgimento dell’attività quotidiana della polizia
locale (http://hsgac.senate.gov/public/_files/070208Matoon.pdf);
Michele James e Brenna D. Neinast, infine, dell’U.S. Customs and Border Protection del Dipartimento per la
sicurezza nazionale, i
quali hanno fornito dati sull’attività dell’organismo al quale appartengono (istituito
nel 2003 come unica agenzia federale per il controllo dei confini), con
riferimento ai diversi compiti svolti dai differenti uffici che lo compongono e
alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie esistenti (http://hsgac.senate.gov/public/_files/070208NeinastJames.pdf).
Alla seconda sessione di
audizioni hanno poi preso parte: Loren
Timmermen, in rappresentanza dell’associazione
sindacale National Treasury Employees Union, che ha sottolineato come le
recenti riduzioni del
personale impiegato al confine Nord abbiano determinato gravi contraccolpi
nell’accuratezza dei controlli dei viaggiatori in entrata, criticando anche
l’unificazione delle
funzioni di controllo
precedentemente separate (dogana, immigrazione e
commercio agricolo), che ha fatto
venir meno la specializzazione delle
diverse competenze professionali (http://hsgac.senate.gov/public/_files/070208Timmerman.pdf);
Kris Merkel, Presidente di S2 Corporation, una piccola impresa locale con
15 dipendenti, specializzata nello sviluppo e nella commercializzazione di una
nuova tecnologia denominata “spatial
spectral holography”, il quale ha messo in risalto le possibili, rivoluzionarie
applicazioni di tale risorsa per la
difesa e la sicurezza nazionale, con
particolare riguardo alle attività di monitoraggio di ampie
porzioni di territorio, come il
confine Nord, e di ispezione veloce
e discreta di grandi contenitori cargo che oltrepassano il confine, fino ad
ulteriori applicazioni di
difesa militare, come la protezione dai
missili a lunga gittata (http://hsgac.senate.gov/public/_files/070208Merkel.pdf);
Alexander Philp, infine, Presidente di GCS
Holdings, industria operante nel settore delle comunicazioni
geospaziali, ha ricostruito davanti alla commissione la
storia della nascita e dello sviluppo della sua azienda e le vicende relative
ai difficili rapporti intrattenuti con il Customs
and Border Protection del
Dipartimento per la sicurezza nazionale (http://hsgac.senate.gov/public/_files/070208Philp.pdf).
XVI Legislatura –
Focus sicurezza, Anno II, n. 10 – 15 Luglio 2008