Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: FOCUS SICUREZZA 6/2008. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di sicurezza
Serie: Focus sicurezza    Numero: 6    Progressivo: 2008
Data: 15/05/2008
Descrittori:
PARLAMENTO   STATI ESTERI
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

Camera dei deputati - Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera

 

FOCUS SICUREZZA

 

Maggio 2008, Anno II, N. 6

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti
in materia di sicurezza

 


Germania

Il 7 maggio 2008 il gruppo parlamentare CDU-CSU ha presentato un documento intitolato “Una strategia della sicurezza per la Germania” (http://www.cdu.de/doc/pdfc/080506-beschluss-fraktion-sicherheitsstrategie.pdf) nel corso di una Conferenza sulla sicurezza che si è tenuta nel palazzo del Reichstag, alla quale hanno partecipato politici ed esperti provenienti da Germania, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti.

Il documento si apre con alcune considerazioni sullo scenario internazionale e sugli elementi che possono rappresentare una minaccia per la sicurezza della nazione, e propone alcune soluzioni strutturali. Tra gli elementi che causano allarme si ricordano il nuovo terrorismo, la corsa agli armamenti che si diffonde anche a nazioni politicamente instabili, la situazione sempre più critica nell’approvvigionamento di energia e di materie prime, le potenziali conseguenze dei cambiamenti climatici, le aree di instabilità in varie zone del mondo. Tra le soluzioni, uno dei punti forti è la proposta di creare un Consiglio di sicurezza nazionale (Nationaler Sicherheitsrat) sul modello del National Security Council statunitense alle dirette dipendenze del Cancelliere, al fine di rendere più efficace l’attività preventiva e di risposta sia a livello nazionale che internazionale, attraverso un più stretto coordinamento tra i vari soggetti che hanno competenza nei vari settori coinvolti. Si fa inoltre cenno alla possibile creazione di uno scudo missilistico come misura di difesa dagli attacchi terroristici nucleari al territorio nazionale.

Alla discussione di questo documento, che era stato precedentemente annunciato in alcune conferenze stampa e aveva suscitato immediatamente numerose reazioni politiche, è stata dedicata l’Aktuelle Stunde con la quale è cominciata la seduta n. 159 del Bundestag (http://dip21.bundestag.de/dip21/btp/16/16159.pdf) il 7 maggio 2008. Gli interventi nella discussione sono stati particolarmente qualificati: per la CDU è infatti intervenuto, tra gli altri, uno degli autori del documento discusso, A. Schockenhoff, mentre per la SPD è intervenuto anche il sottosegretario agli affari esteri G. Erler. Durante la discussione si sono evidenziati i temi su cui l’opposizione e gli alleati di governo della SPD hanno concentrato le critiche. Il progetto di creazione del Consiglio di sicurezza altererebbe il bilanciamento di poteri all’interno del Governo, aumentando i poteri del Cancelliere e diminuendo quelli dei ministri, in particolare quello degli esteri (attualmente SPD). Inoltre, proponendo la revisione della normativa che regola l’autorizzazione delle missioni all’estero (Parlamentsbeteiligungsgesetz), viene minacciato il ruolo del Parlamento. Su questo argomento proprio il 7 maggio il Bundesverfassungsgericht ha dato ragione al Parlamento, scavalcato dal Governo in occasione dello schieramento degli aerei AWACS della NATO in Turchia nel 2003 (2 BvE 1/03).

Un ultimo punto che ha causato scontento è quello relativo all’integrazione tra azioni volte a tutelare la sicurezza interna e quella internazionale; secondo le critiche più radicali questo porterebbe ad un utilizzo indiscriminato delle forze armate nelle questioni di sicurezza interna, ad un progressivo confondersi delle forze di polizia con i servizi segreti, alla creazione di uno Stato fondato sulla sicurezza preventiva.

Secondo l’opposizione, la direzione nella quale occorre proseguire per la salvaguardia della sicurezza nazionale è quella di una sempre maggiore integrazione con la politica di sicurezza dell’Unione Europea, investendo ancora di più nelle Nazioni Unite e intraprendendo azioni per la pacificazione delle zone a rischio. A seguito della netta opposizione di numerose forze politiche, il Cancelliere A. Merkel ha diffuso un comunicato con il quale si precisa che le iniziative presentate nel documento sulla sicurezza saranno intraprese solo nella prossima legislatura.

 

Stati Uniti

L’8 maggio 2008 la Commissione sulla sicurezza nazionale e gli affari governativi del Senato ha presentato un rapporto bipartisan intitolato “L’estremismo islamico violento, Internet e la minaccia del terrorismo domestico” (http://hsgac.senate.gov/public/_files/IslamistReport.pdf).

Il rapporto si pone alla fine di un’ampia attività di indagine avviata dalla commissione fin dalla scorsa legislatura, ma si propone, a sua volta, come primo di una serie di documenti sulla minaccia costituita dal terrorismo “nato in casa” ed ispirato dal radicalismo islamico violento.

In particolare, come precisato nella parte introduttiva, il documento in esame vuole analizzare l’utilizzazione che i gruppi terroristici come Al-Qaida fanno della rete Internet, al fine di reclutare seguaci per le loro azioni di attacco.

La seconda parte del rapporto contiene una rassegna dei recenti tentativi di azioni terroristiche messi in atto da residenti americani, al termine della quale sono riportate alcune dichiarazioni dei direttori del National Intelligence e dell’FBI, i quali ritengono che le minacce dall’interno siano destinate ad aumentare, così come la loro pericolosità, dovuta all’informalità dei gruppi che si costituiscono ed alla conseguente difficoltà nella loro individuazione.

La terza parte del documento illustra un modello elaborato dal New York City Police Department, che individua quattro tappe nel processo di trasformazione di “persone qualunque” in terroristi:

·       la «pre-radicalizzazione», cioè la situazione di partenza che precede l’incontro con l’ideologia estremista;

·       l’«identificazione», che è la fase in cui l’individuo avvicina la nuova ideologia e si allontana gradualmente dalla precedente identità;

·       l’«indottrinamento», durante il quale si approfondisce l’islamismo estremista e, attraverso l’entrata in contatto con altre persone del medesimo orientamento, ci si convince della necessità di passare all’azione;

·       la «jihadizzazione», cioè la fase finale nella quale il gruppo costituito inizia le attività di pianificazione per la preparazione e l’esecuzione di azioni terroristiche.

La quarta parte, che è la più ampia ed importante del rapporto, si concentra sulla propaganda dell’ideologia terrorista attraverso Internet ed analizza i vari strumenti utilizzati dalla galassia estremista, dai centri di produzione affiliati ad Al-Qaida alle “stanze di compensazione” in rete, come al-Fair Media Center, incaricate di garantire l’autenticità dei messaggi trasmessi, dalle reti di distribuzione globale e multilinguistica come at-Tibyan Publications alle organizzazioni mediatiche come Global Islamic Media Front, diretta ad influenzare, in particolare, le giovani generazioni, fino al proliferare di chat rooms specializzate, il cui accesso è strettamente controllato, che integrano o sostituiscono i tradizionali contatti degli affiliati nelle moschee, nelle comunità e nei coffee shops. La convinzione espressa dagli estensori del rapporto è che la disponibilità delle risorse indicate non è casuale, ma è parte di una campagna informativa complessiva, controllata da al-Qaida.

A supporto di tale tesi, la parte quinta mostra in dettaglio come i materiali distribuiti contribuiscano a formare un “campo virtuale di addestramento terroristico”, nel quale gli adepti sono guidati in ognuna delle quattro fasi, precedentemente elencate, di trasformazione in gruppi di terroristi. Considerazioni specifiche a margine riguardano poi i cosiddetti “cani sciolti”, la cui attività solitaria rende estremamente difficoltosa la loro individuazione.

La parte sesta passa a considerare l’attuale livello di risposta adottatto dalle autorità americane e sottolinea come il National Implementation Plan, approvato dall’amministrazione Bush nel giugno 2006, che evidenziava l’esigenza di una strategia complessiva ed integrata nella lotta al terrorismo, compreso quello di matrice interna, sia rimasto in gran parte inattuato.

Nella parte conclusiva del rapporto si auspica quindi, al di là degli sforzi attuali adottati sul piano legislativo, da un lato, e nelle attività di intelligence, dall’altro, l’elaborazione di una strategia nazionale volta a contrastare l’influenza dell’ideologia islamica estremista, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e informazione, veicolando messaggi alternativi con il coinvolgimento, in particolare, dei leader musulmani religiosi moderati.

 

 

 

XVI Legislatura – Focus sicurezza, Anno II, n. 6 – 15 maggio 2008