Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera | ||
Titolo: | FOCUS SICUREZZA 6/2008. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di sicurezza | ||
Serie: | Focus sicurezza Numero: 6 Progressivo: 2008 | ||
Data: | 15/05/2008 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: |
III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa |
Camera dei deputati - Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
FOCUS SICUREZZA
Maggio 2008, Anno II, N. 6 |
L’attività
parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti
in materia di sicurezza
Germania
Il 7 magg
Il documento si apre con alcune consideraz
Alla discuss
Un ultimo punto che ha causato scontento è quello relativo all’integrazione tra az
Secondo l’opposiz
Stati Uniti
L’8 maggio 2008 la Commissione sulla sicurezza nazionale e gli affari governativi del Senato ha presentato un rapporto bipartisan intitolato “L’estremismo islamico violento, Internet e la minaccia del terrorismo domestico” (http://hsgac.senate.gov/public/_files/IslamistReport.pdf).
Il rapporto si pone alla fine di un’ampia attività di indagine avviata dalla commissione fin dalla scorsa legislatura, ma si propone, a sua volta, come primo di una serie di documenti sulla minaccia costituita dal terrorismo “nato in casa” ed ispirato dal radicalismo islamico violento.
In particolare, come precisato nella parte introduttiva, il documento in esame vuole analizzare l’utilizzazione che i gruppi terroristici come Al-Qaida fanno della rete Internet, al fine di reclutare seguaci per le loro azioni di attacco.
La seconda parte del rapporto contiene una rassegna dei recenti tentativi di azioni terroristiche messi in atto da residenti americani, al termine della quale sono riportate alcune dichiarazioni dei direttori del National Intelligence e dell’FBI, i quali ritengono che le minacce dall’interno siano destinate ad aumentare, così come la loro pericolosità, dovuta all’informalità dei gruppi che si costituiscono ed alla conseguente difficoltà nella loro individuazione.
La terza parte del documento illustra un modello elaborato dal New York City Police Department, che individua quattro tappe nel processo di trasformazione di “persone qualunque” in terroristi:
· la «pre-radicalizzazione», cioè la situazione di partenza che precede l’incontro con l’ideologia estremista;
· l’«identificazione», che è la fase in cui l’individuo avvicina la nuova ideologia e si allontana gradualmente dalla precedente identità;
· l’«indottrinamento», durante il quale si approfondisce l’islamismo estremista e, attraverso l’entrata in contatto con altre persone del medesimo orientamento, ci si convince della necessità di passare all’azione;
· la «jihadizzazione», cioè la fase finale nella quale il gruppo costituito inizia le attività di pianificazione per la preparazione e l’esecuzione di azioni terroristiche.
La quarta parte, che è la più ampia ed importante del rapporto, si concentra sulla propaganda dell’ideologia terrorista attraverso Internet ed analizza i vari strumenti utilizzati dalla galassia estremista, dai centri di produzione affiliati ad Al-Qaida alle “stanze di compensazione” in rete, come al-Fair Media Center, incaricate di garantire l’autenticità dei messaggi trasmessi, dalle reti di distribuzione globale e multilinguistica come at-Tibyan Publications alle organizzazioni mediatiche come Global Islamic Media Front, diretta ad influenzare, in particolare, le giovani generazioni, fino al proliferare di chat rooms specializzate, il cui accesso è strettamente controllato, che integrano o sostituiscono i tradizionali contatti degli affiliati nelle moschee, nelle comunità e nei coffee shops. La convinzione espressa dagli estensori del rapporto è che la disponibilità delle risorse indicate non è casuale, ma è parte di una campagna informativa complessiva, controllata da al-Qaida.
A supporto di tale tesi, la parte quinta mostra in dettaglio come i materiali distribuiti contribuiscano a formare un “campo virtuale di addestramento terroristico”, nel quale gli adepti sono guidati in ognuna delle quattro fasi, precedentemente elencate, di trasformazione in gruppi di terroristi. Considerazioni specifiche a margine riguardano poi i cosiddetti “cani sciolti”, la cui attività solitaria rende estremamente difficoltosa la loro individuazione.
La parte sesta passa a considerare l’attuale livello di risposta adottatto dalle autorità americane e sottolinea come il National Implementation Plan, approvato dall’amministrazione Bush nel giugno 2006, che evidenziava l’esigenza di una strategia complessiva ed integrata nella lotta al terrorismo, compreso quello di matrice interna, sia rimasto in gran parte inattuato.
Nella parte conclusiva del rapporto si auspica quindi, al di là degli sforzi attuali adottati sul piano legislativo, da un lato, e nelle attività di intelligence, dall’altro, l’elaborazione di una strategia nazionale volta a contrastare l’influenza dell’ideologia islamica estremista, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e informazione, veicolando messaggi alternativi con il coinvolgimento, in particolare, dei leader musulmani religiosi moderati.
XVI Legislatura – Focus sicurezza, Anno II, n. 6 – 15 maggio 2008