Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Libro bianco sull'adattamento ai cambiamenti climatici. Riesame Politica ambientale UE 2008
Serie: Documentazione per le Commissioni - Esame di atti e documenti dell'UE    Numero: 34
Data: 16/09/2009
Descrittori:
INQUINAMENTO ATMOSFERICO   UNIONE EUROPEA

Libro bianco sull’adattamento

ai cambiamenti climatici

Riesame politica ambientale UE 2008

Dati identificativi

Titolo

a) Libro biancoL'adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo” (COM(2009)147);

b) “Riesame della politica ambientale 2008” (COM(2009)304)

Settori di intervento

Cambiamenti climatici; Politica ambientale

Finalità

Consentire all’UE, fino al 2012, di ridurre la propria vulnerabilità alle conseguenze dei cambiamenti climatici; riesaminare le priorità e gli obiettivi della politica comunitaria nel settore della politica ambientale

Date:

-      documento della Commissione europea

a)1 aprile 2009;

b)24 giugno 2009

Esame da parte di altre Camere o Parlamenti Nazionali

Senato della Repubblica (IT); House of Commons (UK); House of Lords (UK); Riksdagen (SE); Camera dei deputati (CZ); Senàt (CZ)

Libro bianco sull’adattamento ai cambiamenti climatici

Il 1° aprile 2009 la Commissione ha presentato il Libro bianco sull’adattamento ai cambiamenti climatici (COM(2009)147), accolto favorevolmente dal Consiglio Ambiente del 25 giugno 2009, che intende definire un complesso di misure per l’UE meno vulnerabile di fronte agli impatti dei cambiamenti climatici. A tal fine, la Commissione propone, tra l’altro, di integrare l'impatto del mutamento del clima nelle principali politiche dell'UE per aumentare la resilienza in settori quali, ad esempio, l’uso efficiente dell’acqua in agricoltura e la gestione delle risorse idriche, o il potenziamento della capacità di stoccaggio idrico degli ecosistemi in Europa. Si evidenzia inoltre la necessità di istituire, entro settembre 2009, un gruppo di pilotaggio per l’adattamento ai cambiamenti climatici, composto da rappresentanti degli Stati membri, che in collaborazione con la società civile e la comunità scientifica sviluppi le priorità indicate dal Libro bianco e consenta la predisposizione di un meccanismo comune di scambio delle informazioni.

Consolidare le conoscenze

La Commissione dedica particolare attenzione all’obiettivo di consolidare le conoscenze sui rischi e le conseguenze dei cambiamenti climatici per definire, attraverso un approccio pragmatico, costi e benefici dell’adattamento e monitorare l’impatto delle misure e dei progressi registrati. In particolare, la Commissione propone di istituire, entro il 2011, un meccanismo comune per lo scambio di informazioni che dovrebbe contribuire al Sistema comune di informazioni ambientali (SEIS), l'iniziativa (COM(2008)46) avviata in collaborazione dalla Commissione europea e dall'Agenzia europea dell'ambiente (AEA) per creare, assieme agli Stati membri, un sistema d'informazione ambientale integrato e condiviso per tutta l'UE, e che dovrebbe essere collegato ad altri archivi di informazioni come la rete europea di dati e osservazioni marine, l'osservatorio sulle alluvioni, il sistema europeo di informazione sugli incendi forestali.

Secondo la Commissione, consolidare le conoscenze può contribuire ad una migliore definizione e valutazione delle politiche europee. A tale proposito, si segnala che il 20 agosto 2009 ha presentato la comunicazione “Non solo PIL. Misurare il progresso in un mondo in cambiamento”  (COM(2009)433) intesa a migliorare ulteriormente la qualità e la portata degli indicatori economici. In tale contesto, la Commissione propone di mettere a punto, entro il 2010, una versione pilota di un indice ambientale globale che consenta di valutare aspetti quali i cambiamenti climatici e il consumo d'energia, natura e biodiversità; l’inquinamento atmosferico e le ripercussioni sulla salute, l’utilizzo e inquinamento delle acque, la produzione di rifiuti e l’uso delle risorse; migliorare la velocità di aggiornamento dei dati ambientali e sociali; definire indicatori affidabili sulla distribuzione e le disparità di reddito e le implicazioni tra l’esclusione sociale e il degrado ambientale; elaborare, entro il 2009, una versione pilota di una tabella europea di valutazione dello sviluppo sostenibile definendo nel contempo delle soglie di sostenibilità ambientale; estendere il sistema europeo dei conti nazionali alle questioni ambientali e sociali.

Risorse finanziarie

La Commissione ricorda che i cambiamenti climatici figurano tra le priorità dell’attuale quadro finanziario pluriennale (2007-2013) che prevede stanziamenti di impegno per gli obiettivi ed i programmi in materia ambientale per un totale di circa 112 miliardi di euro. La Commissione invita gli Stati membri ad un uso efficace delle risorse e degli strumenti finanziari a disposizione combinando diversi tipi di misure,anche ricorrendo allo strumento delle assicurazioni nell’ottica di una distribuzione del rischio, con particolare riguardo ai danni causati dalle calamità naturali.

Nel riesame della politica ambientale (vedi infra), la Commissione ricorda, inoltre, la crescente importanza ai fini della tutela dell’ambiente dell’uso dei fondi strutturali e di coesione, che prevedono, per il periodo 2007-2013, un raddoppio rispetto al periodo precedente (2000-2006) dell’importo complessivo destinato ai programmi ambientali, raggiungendo circa 100 miliardi di euro, pari al 30% delle risorse complessive. La metà di questi fondi è destinata ad investimenti diretti nelle infrastrutture per la rete idrica e il trattamento delle acque, lo smaltimento dei rifiuti, la bonifica dei siti contaminati, la riduzione dell'inquinamento, la protezione della natura e la prevenzione dei rischi. L'altra metà sarà destinata ad investimenti indiretti a scopo ambientale in settori quali i trasporti e sistemi energetici, l'ecoinnovazione, la gestione ambientale delle imprese, la riqualificazione urbana e rurale e l'ecoturismo.

Riesame della politica ambientale dell’UE 2008

Il 24 giugno 2009 la Commissione ha presentato una comunicazione relativa al sesto riesame della politica ambientale (COM(2009)304) che richiama i risultati raggiunti nel 2008 e definisce le priorità da perseguire nel 2009. La comunicazione parte dalla considerazione per cui la politica ambientale ha ormai assunto carattere prioritario nell’agenda dell’UE evidenziando come la dimensione ambientale incida sempre più spesso in altri settori delle politiche UE, ad esempio: i trasporti e la politica energetica; la politica agricola (volta ad una gestione sostenibile del suolo e alla promozione dello sviluppo rurale, anziché ai pagamenti diretti); la gestione dei rifiuti e delle acque; i temi dello sviluppo sostenibile, legati alla politica industriale, alla ricerca e allo sviluppo

Priorità per il 2009

Per il 2009 la Commissione individua la principale priorità nella positiva conclusione dei lavori alla conferenza che si terrà a Copenaghen nel prossimo dicembre e inserisce, tra gli obiettivi da raggiungere:

·       il rafforzamento della capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, con particolare riferimento alla riduzione delle emissioni di carbonio e ad un uso più efficiente delle risorse;

·       l’arresto della perdita di biodiversità all’interno dell’UE su scala mondiale;

·       il rafforzamento della cooperazione internazionale in materia ambientale;

·       il miglioramento della governance internazionale in materia di ambiente.

Lotta ai cambiamenti climatici

Se il Consiglio europeo nel marzo 2007 ha definito quale obiettivo strategico della politica energetica europea la riduzione almeno del 20%, entro il 2020,delle emissioni di gas serra derivanti dal consumo di energia nell’UE rispetto ai livelli del 1990 - e addirittura del 30% in presenza di analoghi impegni da parte di altri paesi. Tale obiettivo si è tradotto nell’adozione del c.d. pacchetto energia-clima in base al quale, oltre all’abbattimento delle emissioni di gas serra fino al 20% rispetto ai livelli del 1990, va aumentata al 20% la percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2020, e va migliorata del 20% l’efficienza energetica.

La lotta ai cambiamenti climatici rimane, pertanto, al centro dell’azione dell’UE, con particolare riguardo al contenimento delle emissioni di gas serra nell’ambito di un regime internazionale da negoziare alla prossima Conferenza di Copenhagen (accordo post-Kyoto).  Secondo le stime della Commissione[1] e dell’Agenzia europea per l’ambiente[2], presentate nell’ottobre 2008 e riferite ai dati raccolti nel periodo 1990-2006, l'UE a 15 potrebbe avere delle difficoltà nel conseguire l’obiettivo generale di Kyoto, ossia ridurre le emissioni di gas serra dell'8% nel periodo 2008-2012. Tuttavia, le proiezioni indicano che, attraverso l’attuazione delle misure supplementari pianificate dagli Stati membri, le attività dei pozzi di assorbimento di carbonio nonché il ricorso ai meccanismi di Kyoto - ovvero quei meccanismi basati sul mercato che permettono ai paesi industrializzati di conseguire i loro obiettivi, ad esempio, scambiando quote di emissioni tra loro o acquistando crediti tramite i progetti di riduzione delle emissioni che finanziano all'estero, contribuendo in tal modo anche al trasferimento di tecnologie a basse emissioni di CO2 in altri paesi e a promuovere lo sviluppo sostenibile – l’UE-15 potrebbe raggiungere nel 2010 una riduzione superiore all’11%. Per l’Italia, i dati della Commissione evidenziano che nel 2006 si sarebbe registrato un aumento delle emissioni di circa il 10% e si preventiva, con il ricorso a tutte le misure attualmente disponibili, una riduzione del 5% rispetto al 1990, che sarebbe comunque insufficiente a raggiungere l’obiettivo di Kyoto che assegnano al nostro paese una riduzione del  6,5%.

Per quanto riguarda il pacchetto clima-energia, il Consiglio è tuttora impegnato a discutere degli aspetti necessari per la sua attuazione, tra i quali la definizione dei settori esposti alla delocalizzazione e dei parametri di riferimento, dei limiti di emissione settoriali, del regolamento per le aste delle quote di emissione e delle quantità di credito derivanti dai meccanismi flessibili.

Politica energetica

La Commissione ha presentato, nel novembre 2008, il Secondo riesame strategico della politica energetica (COM(2008)781) che conferma gli obiettivi in materia di clima ed energia fissati per il 2020 con il pacchetto clima energia e dà nuovo impulso alla sicurezza energetica dell’UE. In particolare, il pacchetto di proposte ad essa collegato sono finalizzate a migliorare più rapidamente l’efficienza energetica in settori fondamentali come, ad esempio, l’edilizia, e definiscono un piano d’azione per garantire un approvvigionamento sostenibile dell’energia.

In materia di efficienza energetica, si segnala che: la Commissione procederà nel 2009 ad una valutazione di medio termine del piano d’azione per l’efficienza energetica del 2006 (COM(2006)545); la proposta di decisione del Consiglio (COM(2009)438) consentirebbe alla Comunità europea, attraverso la sottoscrizione dello Statuto e il versamento di un contributo per le spese amministrative, di far parte della Partnership internazionale per la cooperazione sull’efficienza energetica (IPEEC); il Fondo globale per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili (GEEREF), istituito dall’UE nel marzo 2008, investirà in sotto-fondi regionali negli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), nel Nordafrica, nei paesi dell'Europa orientale non facenti parte dell'UE, nell'America latina e nell'Asia per finanziare, nell’ambito del programma tematico per l’ambiente e la gestione sostenibile delle risorse naturali, progetti su piccola scala, inferiori cioè ai 10 milioni di euro.

Gestione delle emergenze e delle catastrofi ambientali

Per aumentare le capacità dell’UE di gestire le calamità naturali, aumentate per intensità e frequenza negli Stati membri e nei paesi terzi per effetto dei cambiamenti climatici, la Commissione, in accordo con la strategia per la gestione delle catastrofi presentata nel marzo 2008, ha proposto, nel febbraio 2009, un approccio comunitario per ridurre l’impatto delle catastrofi d’origine naturale e umana (COM(2009)82) ed una strategia a sostegno della riduzione del rischio di catastrofi nei Paesi in via di sviluppo (COM(2009)84), intese a superare l’approccio nazionale al problema attraverso il collegamento tra le politiche pertinenti e il miglioramento degli strumenti di prevenzione delle catastrofi di cui la Comunità già dispone.

Protezione della biodiversità

Le preoccupazioni della Commissione per la perdita della biodiversità sono legate alla dipendenza degli esseri umani dai beni e dai servizi offerti dagli ecosistemi, dimostrata anche dai risultati di uno studio, pubblicato nel maggio 2008 in occasione della 9a conferenza della convenzione sulla diversità biologica, secondo il quale, con la scomparsa del 60% delle barriere coralline nel 2030 e la perdita dell’11% delle aree naturali del pianeta nel 2050 a causa della conversione all’agricoltura, per l’espansione delle infrastrutture e per le conseguenze dei cambiamenti climatici, la perdita globale dei servizi ecosistemici ammonterebbe a 50 miliardi di euro l’anno con perdite in termini di benessere che, nel complesso, potrebbero rappresentare il 7% del PIL. In tale settore, inoltre, la Commissione ha presentato proposte in materia di lotta alle specie estranee invasive (COM(2008)789).

Lotta alla deforestazione

Il 17 ottobre 2008 la Commissione ha presentato un pacchetto di proposte inteso rafforzare l'attuale quadro politico della UE in materia di deforestazione e a sostenere le iniziative internazionali per combattere il disboscamento illegale e il relativo commercio di legname. Il pacchetto si compone, in particolare, di: un regolamento che impone ai commercianti di legname e prodotti del legno di accertarsi che il legno sia stato abbattuto legalmente nel paese di origine (COM(2008)644) e una comunicazione che propone di dimezzare la deforestazione tropicale lorda entro il 2020 e di arrestare la perdita di foreste su scala planetaria entro il 2030 (COM(2008)645).

Sostanze chimiche (REACH)

A partire dal giugno 2008 è entrato nella sua fase di concreta attuazione il regolamento n.1907/2006 REACH, che sostituisce 40 testi legislativi e crea un sistema comunitario per la gestione delle sostanze chimiche prodotte o importate nell’UE. Il nuovo sistema, tra l’altro, impone all’industria di dimostrare la sicurezza delle sostanze chimiche e, in alcuni casi, che alcune sostanze siano sostituite da alternative meno pericolose. Per garantirne la conformità al sistema REACH, la Commissione ha proposto il riesame della direttiva 98/8/CE sui biocidi presentando una proposta di regolamento (COM(2009)267) che, tra l’altro, prevede di includere nel proprio campo di applicazione anche i biocidi presenti nei materiali che potrebbe entrare a contatto con gli alimenti.

Emissioni auto

Nell’ambito dell’accordo interistituzionale sul pacchetto clima-energia, nel dicembre 2008 il Parlamento e il Consiglio hanno approvato i futuri obiettivi per le emissioni di CO2 delle automobili (regolamento n. 443/2009), fissando un limite medio di emissioni pari a 130 g/km che dovrà essere applicato al 65% delle auto nuove da qui al 2012 e gradualmente a tutte le auto a partire dal 2015. Per il 2020 viene inoltre stabilito un obiettivo medio di emissione di 95 g CO2/km per le auto nuove. In tale contesto è stata adottata anche la direttiva riesaminata sulla qualità del carburante (Direttiva 2009/30/CE) che prevede una riduzione del 6% delle emissioni di gas serra prodotti in tutto il ciclo di vita dai carburanti per autotrasporto entro il 2020; nel 2012 si verificherà la possibilità di ridurre tali emissioni di un ulteriore 4% sempre entro il 2020. La direttiva istituisce anche criteri di sostenibilità per i biocarburanti che dovrebbero servire a ottenere tali riduzioni.

Emissioni industriali

Nel giugno 2008 è entrata in vigore anche la nuova direttiva sulla qualità dell’aria (direttiva 2008/50/CE) che, tra l’altro, impone agli Stati membri di ridurre l’esposizione alle particelle sottili nelle zone urbane in media del 20% entro il 2020 rispetto al la situazione del 2010. In materia di inquinamento atmosferico è tuttora all’esame una proposta di rifusione delladirettiva sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento (direttiva IPPC) (COM(2007)844), intesa a riunire in un unico strumento normativo chiaro e coerente le disposizioni in materia di emissioni industriali, ad inasprire i limiti di emissione, le disposizioni relative alle ispezioni ambientali nonché ad ampliare la portata dei controlli nei settori industriali. In tale contesto, altresì, la Commissione ha iniziato a valutare la possibilità di elaborare norme comunitarie per lo scambio di emissioni di NOx ed SO2 al livello geografico più opportuno.

Risorse idriche e qualità delle acque

Come indicato nel Libro bianco sugli adattamenti climatici, la Commissione ritiene che, in seguito ai cambiamenti del clima, le zone dell'Europa soggette a forte stress idrico dovrebbero passare dal 19% attuale, al 35% nel decennio 2070: la qualità e la disponibilità di acqua potrebbero, pertanto, peggiorare, con ripercussioni, ad esempio, sulla produzione alimentare o sulle pressioni migratorie.

Su tale ridotta disponibilità potrebbe pesare l’impatto della produzione delle c.d. fonti di energia alternative: allo stato attuale delle conoscenze scientifiche sia i biocombustibili più efficienti sia le tecnologie più evolute, quali ad esempio quelle per l’impiego ”pulito” del carbone o i motori ibridi per le autovetture, potrebbero implicare il consumo di grandi quantità di acqua.

All’inizio del 2009 è entrata in vigore anche la direttiva relativa a standard di qualità ambientale per le acque superficiali (direttiva 2008/105/CE) che istituisce limiti di concentrazione per più di 30 sostanze inquinanti come i pesticidi, i metalli pesanti e i biocidi e completa un quadro normativo per la gestione delle acque basato sul concetto di “distretto idrografico”, e non sui confini amministrativi, che punta a raggiungere, di norma entro il 2015, una buona qualità delle acque per tutti i corpi idrici dell’UE. In questo contesto, entro il 2010, gli Stati membri dovranno aver applicato tariffe che rispecchino i veri costi dell’acqua e incentivino investimenti a favore dell’efficienza idrica, che secondo alcuni studi potrebbe essere incrementata nell’UE del 40%.

Gestione dei rifiuti

In materia di gestione dei rifiuti, la politica dell’UE, in ordine d’importanza, alla prevenzione dei rifiuti, al riutilizzo, al riciclaggio e ad altre forme di recupero, lasciando il conferimento in discarica come ultima opzione. Sul piano normativo la direttiva 2008/98/CE, entrata in vigore nel dicembre 2008, impegna gli Stati membri a predisporre programmi nazionali di prevenzione dei rifiuti e fissa obiettivi per il riciclaggio dei rifiuti domestici e altri flussi di rifiuti analoghi (50% di riciclaggio entro il 2020) e per i rifiuti da costruzione e demolizione (70% entro il 2020).

Il 15 marzo 2009 si è conclusa una consultazione relativa al libro verde sulla gestione dei rifiuti organici biodegradabili nella UE (COM(2008)811), presentato nel dicembre 2008, con il quale la Commissione tenta di individuare con le parti interessate il modo migliore per gestire una enorme quantità di rifiuti alimentari ovvero prodotti dall’industria alimentare e delle bevande.

Tra le altre proposte in materia tuttora all’esame delle istituzioni europee, si segnala il pacchetto che propone la revisione delle due direttive sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) (COM(2008)810) e sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (COM(2008)809).

Cooperazione e governance nel settore ambientale

La formulazione di proposte per garantire una migliore applicazione del diritto comunitario nel settore dell’ambiente costituisce l’obiettivo centrale della comunicazione (COM(2008)773) che la Commissione ha presentato nel novembre 2008. Nel riesame della politica ambientale la Commissione conferma l’intenzione di migliorare le proprie attività di controllo e prevenzione nonché di trattare più rapidamente le infrazioni più gravi, quali le evidenti carenze delle norme nazionali di attuazione, la tolleranza nei confronti delle discariche illegali o le gravi disparità nelle autorizzazioni concesse alle imprese industriali. In materia ambientale, si ricorda che al 12 settembre 2009 risultano aperte nei confronti dell’Italia 36 procedure d’infrazione.

La Commissione, infine, sottolinea il ruolo sempre più importante dell’UE nel campo della cooperazione internazionale citando, ad esempio, il sostegno in campo ambientale ai paesi candidati e ai candidati potenziali, nonché il ruolo chiave dell’ambiente nelle politiche internazionali in relaziona a temi quali l’accesso ai prodotti agricoli e alle risorse naturali, i biocarburanti e la sicurezza energetica internazionale, le pressioni migratorie, le politica in materia di sicurezza e di sviluppo. In tale contesto, la Commissione conclude ponendo in evidenza la necessità, di migliorare la governance internazionale in materia di ambiente e di fare passi avanti decisivi per migliorare lo stato di salute dell’ambiente del pianeta.

 

 

XVI legislatura –Documentazione per le Commissioni – Esame di atti e documenti dell’UE, n. 34 - 16/09/2009

Il bollettino è stato curato dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea (tel. 2145)

 

 



[1] Relazione annuale sui progressi verso gli obiettivi di Kyoto COM(2008)651).

[2] rapporto "Greenhouse gas emission trends and projections in Europe 2008".