Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento bilancio
Titolo: Indicatori economici e finanziari - Le previsioni economiche d'autunno della Commissione europea e dell'OCSE
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 300
Data: 28/11/2011
Organi della Camera: V-Bilancio, Tesoro e programmazione


 

Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

Documentazione e ricerche

 

 

 

 

Indicatori economici e finanziari

 

 

Le previsioni economiche d’autunno della Commissione europea e dell’OCSE

 

 

 

n. 300

 

28 novembre 2011

 

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Bilancio

( 066760-9932* st_bilancio@camera.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I dossier del Servizio studi sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.

 

File: BI0002t.doc

 


I N D I C E

SEZIONE I: ANDAMENTI MACROECONOMICI

Risorse e impieghi

§         Il conto economico delle risorse e degli impieghi4

§         Conto economico delle risorse e degli impieghi – Consuntivo 2001-2010. 6

§         Conto economico delle risorse e degli impieghi – Previsioni8

§         Prodotto interno lordo – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2001-2010 e previsioni 2011-2012. 10

Occupazione

§         Gli indicatori del mercato del lavoro.. 14

§         Occupazione – Consuntivo 2001-2010. 15

§         Occupazione – Previsioni15

§         Disoccupazione – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2001-2010 e previsioni 2011-2012. 16

Inflazione

§         Gli indicatori dell’inflazione.. 21

§         Inflazione – Consuntivo 2001-2010. 23

§         Inflazione – Previsioni23

§         Inflazione – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2001-2010 e previsioni 2011-2012. 24

Tassi di interesse

§         Tassi ufficiali28

§         Rendimenti dei titoli di Stato.. 30

§         Tassi di interesse a lungo termine nei principali paesi industrializzati32

Tassi di cambio

§         Quotazioni dell’euro espresse nelle principali valute.. 37

Bilancia dei pagamenti

§         Bilancia dei pagamenti – Consuntivo 2001-2010. 43

§         Bilancia dei pagamenti – Previsioni43

SEZIONE II: ANDAMENTI DI FINANZA PUBBLICA

Conto economico delle P.A.

§         Il conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni47

§         Conto economico delle amministrazioni pubbliche in valori assoluti – Consuntivo 2001-2010. 50

§         Conto economico delle amministrazioni pubbliche in % del PIL – Consuntivo 2001-2010. 51

Indebitamento netto delle P.A.

§         Indebitamento o accreditamento netto delle P.A. – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2001-2010 e previsioni 2011- 2012. 54

Fabbisogno del settore statale, del settore pubblico e delle P.A.

§         Il fabbisogno del settore statale, del settore pubblico e delle amministrazioni pubbliche.. 56

§         Fabbisogno del settore statale - Consuntivo 2001- 2010 e previsioni 2011-2014. 56

§         Fabbisogno del settore pubblico - Consuntivo 2001-2010 e previsioni 2011-2014. 57

§         Fabbisogno delle amministrazioni pubbliche - Consuntivo 2001-2010. 57

Debito delle P.A.

§         Il debito delle pubbliche amministrazioni58

§         Debito delle P.A. – Dati di consuntivo 2001-2010. 59

§         Debito delle P.A. – Previsioni59

§         Debito delle P.A. – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2001-2010 e previsioni 2011-2012. 60


 

Legenda

Con la dizione “Area Euro” si intende l’area costituita, a partire dal 1° gennaio 1999, dagli Stati membri dell’Unione europea che hanno adottato l’euro. Ne fanno parte Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna, Grecia (dal 1° gennaio 2001), Slovenia (dal 1° gennaio 2007), Cipro e Malta (dal 1 gennaio 2008) e Slovacchia (dal 1° gennaio 2009). Il 1° gennaio 2011 è entrata a farne parte anche l’Estonia.

 

Con la dizione “UE – 27”, si intende l’insieme dei 27 Stati membri della Unione europea. Oltre a quelli dell’Area euro, ne fanno parte la Danimarca, il Regno Unito e la Svezia e, a partire dal 1° maggio 2004, la Repubblica Ceca, Lettonia, Lituania, Polonia e Ungheria. Dal 1° gennaio 2007, ne fanno parte anche la Bulgaria e la Romania.

 

Fonti:

Per l’Italia:

§      Dati di consuntivo:

-       ISTAT, I Conti nazionali secondo la nuova classificazione delle attività economiche – Anni 2000-2010 (19 ottobre 2011)

-       ISTAT, Notifica dell’indebitamento netto e del debito delle amministrazioni pubbliche secondo il Trattato di Maastricht – Anni 2007-2010 (21 ottobre 2011)

-       ISTAT, Indice dei prezzi al consumo (23 febbraio 2011)

-       ISTAT, Mercato del lavoro, serie storiche tratte da “L’archivio della statistica italiana – L’ISTAT per i 150 anni” (17 marzo 2011)

-       Banca d’Italia, Relazione annuale (31 maggio 2011)

-       Banca d’Italia, Supplementi al Bollettino Statistico (novembre 2011)

-       BCE, “Monthly Bullettin” (novembre 2011)

§      Dati di previsione:

-       Governo: Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2011 (23 settembre 2011)

-       Prometeia: Rapporto di previsione (ottobre 2011)

-       REF. IRS: Congiuntura Ref - Previsioni (ottobre 2011)

-       CER: Rapporto – Aggiornamenti (13 ottobre 2011)

-       Confindustria: Rapporto “Scenari economici”, n. 12 (settembre 2011)

Per i confronti internazionali:

-     Commissione UE: European Economic Forecast – Autumn 2011 (provisional version) (novembre 2011).

-     OCSE: Economic outlook n. 90 – Preliminary version (novembre 2011)

-     FMI: World Economic Outlook (settembre 2011)

 


SEZIONE I

 

ANDAMENTI MACROECONOMICI

 


RISORSE E IMPIEGHI

 


Il conto economico delle risorse e degli impieghi

 

 

Il Conto economico delle risorse e degli impieghi riassume la situazione macroeconomica del Paese, mettendo in evidenza l’equilibrio tra l’offerta, rappresentata dalle risorse (prodotto interno lordo ed importazioni dall’estero) e la domanda, data dagli impieghi (consumi finali delle famiglie, delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni sociali private (I.S.P.) ed investimenti fissi lordi, cui vanno aggiunte le variazioni delle scorte e degli oggetti di valore, nonché le esportazioni verso l’estero).

 

Risorse

 

Il PIL (Prodotto interno lordo) corrisponde alla produzione totale di beni e servizi dell’economia, diminuita dei consumi intermedi e aumentata dell’IVA e delle imposte indirette sulle importazioni. È altresì pari alla somma dei valori aggiunti delle varie branche di attività economica, aumentata delle imposte sui prodotti (incluse l’IVA e le imposte sulle importazioni), al netto dei contributi ai prodotti e dei servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati (SIFIM).

Quando gli importi sono espressi in termini di valori correnti ci si riferisce al PIL ai prezzi di mercato o PIL nominale.

Per determinare il PIL reale, al fine di disporre di un indicatore sulla crescita dell’economia depurato dall’inflazione, è necessario fare riferimento al PIL a prezzi costanti o, in base alla nuova metodologia adottata dall’ISTAT nel marzo 2006, al PIL calcolato sulla base degli indici a catena[1].

 

Le importazioni sono costituite dagli acquisti all’estero di beni e di servizi, introdotti nel territorio nazionale. Le importazioni di beni comprendono tutti i beni (nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, entrano nel territorio del paese dal resto del Mondo. Le importazioni di servizi includono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità non residenti a unità residenti.

Le importazioni di beni possono essere valutate:

§      al valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione.

§      al valore “cif” (cost, insurance, freight) che comprende: il valore “fob” dei beni, le spese di trasporto e le attività assicurative tra la frontiera del paese esportatore e la frontiera del paese importatore.

Nel conto economico delle risorse e degli impieghi sono valutate al valore “fob”.


Impieghi

 

I consumi finali nazionali rappresentano il valore dei beni e servizi impiegati per il soddisfacimento diretto dei bisogni umani, individuali e collettivi.

Si dividono in:

§      consumi delle famiglie residenti;

§      consumi delle pubbliche amministrazioni[2]e delle istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie.

 

Gli investimenti fissi lordi sono costituti dalle acquisizioni, al netto delle cessioni, di capitale fisso effettuate dai produttori residenti, cui si aggiungono gli incrementi di valore dei beni materiali non prodotti. Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali prodotti destinati a essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno.

Sono fissi in quanto non comprendono le variazioni delle scorte e degli oggetti di valore. Sono lordi in quanto includono gli ammortamenti.

 

Le esportazioni sono costituite dai trasferimenti di beni e di servizi da operatori residenti a operatori non residenti.

Le esportazioni di beni includono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del paese per essere destinati al resto del Mondo.

Le esportazioni di servizi comprendono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità residenti a unità non residenti.

Le esportazioni di beni sono valutate al valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione.

 

Le esportazioni nette risultano dalla differenza tra le esportazioni e le importazioni.

 


Conto economico delle risorse e degli impieghi – Consuntivo 2001-2010

(valori assoluti - miliardi di euro)

Conto risorse e impieghi

ISTAT

 

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

 

Valori a prezzi correnti (miliardi di euro)

PIL (*)

1.255,7

1.301,9

1.341,9

1.397,7

1.436,4

1.493,0

1.554,2

1.575,1

1.526,8

1.556,0

 

Importazioni

319,9

319,5

320,4

342,3

372,5

424,5

452,3

461,3

368,9

444,5

 

Consumi finali nazionali

978,2

1.012,1

1.054,4

1.094,5

1.137,1

1.179,6

1.214,4

1.247,4

1.242,3

1.268,4

 

- spesa delle famiglie residenti

738,0

759,9

787,8

814,3

842,3

875,8

905,1

926,0

911,1

934,3

 

- spesa delle P.A. e delle I.S.P.

240,2

252,3

266,6

280,2

294,8

303,9

309,3

321,4

331,2

334,1

 

Investimenti fissi lordi

257,7

274,6

275,3

288,4

300,8

319,1

333,5

330,6

294,7

305,9

 

- macchinari, attrezzature

91,3

94,3

90,4

94,1

97,6

106,5

112,3

108,4

92,5

104,7

 

- costruzioni

123,4

135,0

142,1

151,1

159,6

166,8

173,9

174,7

161,0

157,6

 

Esportazioni

337,3

331,7

327,6

352,1

371,6

412,4

448,4

448,2

360,9

414,8

 

Valori concatenati – anno di riferimento 2005 (miliardi di euro)

PIL (*)

1.393,3

1.399,6

1.398,9

1.423,1

1.436,4

1.468,0

1.492,7

1.475,4

1.400,9

1.422,4

 

Importazioni

335,5

336,2

343,3

360,0

372,5

401,9

422,9

410,4

355,6

400,6

 

Consumi finali nazionali

1.087,6

1.095,7

1.108,5

1.121,8

1.137,1

1.150,3

1.162,6

1.157,3

1.146,7

1.153,9

 

- spesa delle famiglie residenti

818,0

819,1

826,4

832,4

842,3

853,8

863,1

856,2

842,6

851,4

 

- spesa delle P.A. e delle I.S.P.

269,4

276,5

282,1

289,3

294,8

296,5

299,5

301,1

304,2

302,7

 

Investimenti fissi lordi

285,2

294,9

291,2

297,0

300,8

310,9

316,6

304,7

269,0

275,5

 

- macchinari, attrezzature

95,5

96,2

92,3

94,8

97,6

104,3

108,2

101,8

86,2

97,1

 

- costruzioni

143,2

151,0

154,6

158,2

159,6

161,5

162,3

157,7

143,7

137,9

 

Esportazioni

353,1

342,4

338,2

359,3

371,6

402,9

428,1

416,0

343,2

385,2

 

(*)     Dati non corretti per il numero dei giorni lavorativi.

Fonte:     ISTAT, I Conti nazionali secondo la nuova classificazione delle attività economiche – Anni 2000-2010 (19 ottobre 2011)


Conto economico delle risorse e degli impieghi – Consuntivo 2001-2010

(variazioni %)

 

Conto risorse e impieghi

ISTAT

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

PIL

1,9

0,5

0,0

1,7

0,9

2,2

1,7

-1,2

-5,1

1,5

Importazioni

1,9

0,2

2,1

4,8

3,5

7,9

5,2

-3,0

-13,4

12,7

Consumi finali nazionali

1,5

0,7

1,2

1,2

1,4

1,2

1,1

-0,5

-0,9

0,6

- spesa delle famiglie residenti

0,7

0,1

0,9

0,7

1,2

1,4

1,1

-0,8

-1,6

1,0

- spesa delle P.A. e I.S.P.

4,1

2,6

2,0

2,6

1,9

0,6

1,0

0,6

1,0

-0,5

Investimenti fissi lordi

2,7

3,4

-1,3

2,0

1,3

3,4

1,8

-3,7

-11,7

2,4

- macchinari, attrezzature

-0,3

0,8

-4,1

2,7

3,0

6,8

3,7

-5,9

-15,3

12,6

- costruzioni

4,1

5,5

2,4

2,3

0,9

1,2

0,5

-2,8

-8,9

-4,0

Esportazioni

2,8

-3,0

-1,2

6,3

3,4

8,4

6,2

-2,8

-17,5

12,2

Fonte:     elaborazioni su dati ISTAT.


Conto economico delle risorse e degli impieghi – Previsioni

(variazioni % a prezzi costanti)

 

Conto risorse e impieghi

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

Nota di aggiornamento del
DEF 2011
settembre 2011

ottobre 2011

ottobre 2011

ottobre 2011

settembre 2011

 

2011

2012

2013

2014

2011

2012

2011

2012

2011

2012

2011

2012

PIL

0,7

0,6

0,9

1,2

0,6

-0,4

0,6

-0,3

0,6

0,2

0,7

0,2

Importazioni

3,0

3,2

3,5

4,0

2,3

-0,4

2,3

0,3

2,9

2,0

3,6

2,4

Consumi finali nazionali

0,7

0,4

0,4

0,7

0,5

-1,1

0,5

-0,4

0,3

0,2

-

-

- spesa famiglie residenti

0,8

0,7

0,8

0,9

0,5

-0,7

0,8

-0,2

0,6

0,4

0,7

0,1

- spesa delle P.A. e I.S.P.

0,4

-0,5

-0,8

0,1

0,4

-2,1

-0,1

-0,9

-0,4

-0,2

-

-

Investimenti fissi lordi

1,3

1,1

2,2

2,4

0,8

-1,9

0,8

-0,9

1,3

-0,8

1,4

0,5

- macchinari, attrezzature e vari

3,2

2,9

3,1

3,2

3,0

-1,9

3,1

0,1

-

-

3,2

1,3

- costruzioni

-1,4

-1,1

1,1

1,3

-1,7

-1,9

-1,4

-1,9

-

-

-1,3

-0,8

Esportazioni

4,4

3,7

4,1

4,6

3,4

2,3

4,1

1,9

4,1

3,0

4,3

2,9

 


Conto economico delle risorse e degli impieghi – Anni 2001-2014

2011-2014 obiettivi Governo

 

(variazioni % a prezzi costanti)

 

 


Prodotto interno lordo – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2001-2010 e previsioni 2011-2012

(variazioni % a prezzi costanti)

 

PIL

CONSUNTIVO
Commissione EU e FMI

Commissione UE

OCSE

FMI

novembre 2011

novembre 2011

settembre 2011

 

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Italia

1,9

0,5

0,0

1,7

0,9

2,2

1,7

-1,2

-5,1

1,5

0,5

0,1

0,7

-0,5

0,6

0,3

Francia

1,8

0,9

0,9

2,5

1,8

2,5

2,3

-0,1

-2,7

1,5

1,6

0,6

1,6

0,3

1,7

1,4

Germania

1,5

0,0

-0,4

1,2

0,7

3,7

3,3

1,1

-5,1

3,7

2,9

0,8

3,0

0,6

2,7

1,3

Spagna

3,7

2,7

3,1

3,3

3,6

4,1

3,5

0,9

-3,7

-0,1

0,7

0,7

0,7

0,3

0,8

1,1

AREA EURO

2,0

0,9

0,7

2,2

1,7

3,2

3,0

0,4

-4,2

1,9

1,5

0,5

1,6

2,0

1,6

1,1

Regno Unito

3,2

2,7

3,5

3,0

2,1

2,6

3,5

-1,1

-4,4

1,8

0,7

0,6

0,9

0,5

1,1

1,6

UE - 27

2,2

1,3

1,4

2,5

2,0

3,3

3,2

0,3

-4,2

2,0

1,6

0,6

-

-

-

-

Usa

1,1

1,8

2,5

3,5

3,1

2,7

1,9

-0,3

-3,5

3,0

1,6

1,5

2,7

2,0

1,5

1,8

Giappone

0,2

0,3

1,4

2,7

1,9

2,0

2,4

-1,2

-6,3

4,0

-0,4

1,8

-0,3

2,0

-0,5

2,3

 

Fonte:Per i dati di consuntivo dei paesi europei, Commissione UE, Statistical Annex of European Economy - Autumn 2011 (novembre2011).

             I consuntivi 2003-2010 di USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic outlook (settembre 2011). Per gli anni precedenti, FMI, World Economic outlook Database.

     


Prodotto interno lordo – Confronti internazionali - Anni 2001-2012


2011-2012 Previsioni

 
(variazioni % a prezzi costanti)

 

Fonte: Per i paesi della UE, dati Commissione europea; per USA, dati FMI.

 


OCCUPAZIONE

 


Gli indicatori del mercato del lavoro

Occupati[3]

Nella rilevazione sulle forze di lavoro, comprendono le persone residenti di 15 anni e più che nella settimana di riferimento:

§      hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura;

§      hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente;

§      sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia).

I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera i tre mesi oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50 per cento della retribuzione. Gli indipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se durante il periodo di assenza, mantengono l’attività; fanno eccezione i coadiuvanti familiari, che sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.

Persone in cerca di occupazione

Comprendono le persone non occupate tra 15 e 74 anni che:

§      hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nei 30 giorni che precedono l’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista;

§      oppure

§      inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla data dell’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.

Unità di lavoro standard (o Equivalente tempo pieno)

Rappresenta la quantità di lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da lavoratori che svolgono un doppio lavoro, a prescindere dalla residenza del lavoratore.

Questo indicatore non è più legato alla singola persona fisica, ma risulta ragguagliato a un numero di ore annue corrispondenti a un’occupazione esercitata a tempo pieno, numero che può diversificarsi in funzione della differente attività lavorativa.

Esso quantifica dunque in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano al processo di produzione realizzato sul territorio economico di un paese ed è l’indice utilizzato per l’occupazione nelle stime di contabilità nazionale.

Tasso di attività

Rapporto tra le forze di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione) di età compresa tra i 15 ed i 64 anni e la popolazione della stessa classe di età.

Tasso di occupazione

Rapporto tra le persone occupate di età compresa tra i 15 ed i 64 anni e la popolazione della stessa classe di età.   

Tasso di disoccupazione

Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione).


Occupazione – Consuntivo 2001-2010

 

 

Lavoro

ISTAT

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Numero occupati

21.604

21.913

22.241

22.404

22.563

22.988

23.222

23.405

23.025

22.872

Numero occupati– variazione %

1,9

1,4

1,5

0,7

0,7

1,9

1,0

0,1

-1,6

-0,7

Totale Unità di lavoro standard

23.829

24.132

24.283

24.373

24.412

24.789

25.026

24.930

24.270

24.047

Unità di lavoro standard - variazione %

1,8

1,3

0,6

0,4

0,2

1,5

1,0

-0,4

-2,9

-0,7

Tasso di attività

62,3

62,8

62,9

62,5

62,4

62,7

62,5

63,0

62,4

62,2

Tasso di occupazione

56,6

57,4

57,5

57,4

57,5

58,4

58,7

58,7

57,5

56,9

Tasso di disoccupazione

9,0

8,5

8,4

8,0

7,7

6,8

6,1

6,7

7,8

8,4

 

 

Occupazione – Previsioni

 

Lavoro

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

Nota di aggiornamento del
DEF 2011
settembre 2011

ottobre 2011

ottobre 2011

ottobre 2011

settembre 2011

 

2011

2012

2013

2014

2011

2012

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Occupazione – Variazione %
(unità di lavoro standard)

0,7

0,1

0,3

0,4

0,5

-0,4

0,3

-0,3

0,5

0,2

0,9

0,2

Tasso di attività

-

-

-

-

62,0

61,8

-

-

63,4

63,6

-

-

Tasso di occupazione

57,0

57,2

57,6

57,9

57,1

56,8

57,8

57,6

-

-

-

-

Tasso di disoccupazione

8,2

8,1

8,1

8,0

7,9

8,0

8,1

8,5

8,1

8,0

8,2

8,3


Disoccupazione – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2001-2010 e previsioni 2011-2012

(in % della forza lavoro)

 

DISOCCUPAZIONE

CONSUNTIVO
Commissione EU e FMI

Commissione UE
novembre 2011

OCSE

novembre 2011

FMI

settembre 2011

 

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Italia

9,0

8,5

8,4

8,0

7,7

6,8

6,1

6,7

7,8

8,4

8,1

8,2

8,1

8,3

8,2

8,5

Francia

8,3

8,6

9,0

9,3

9,3

9,2

8,4

7,8

9,5

9,8

9,8

10,0

9,2

9,7

9,6

9,2

Germania

7,6

8,4

9,3

9,8

11,2

10,3

8,7

7,5

7,8

7,1

6,1

5,9

5,9

5,7

6,0

6,2

Spagna

10,3

11,1

11,1

10,6

9,2

8,5

8,3

11,3

18,0

20,1

20,9

20,9

21,5

22,9

20,7

19,7

AREA EURO

8,1

8,5

8,9

9,0

9,2

8,5

7,6

7,6

9,6

10,1

10,0

10,1

9,9

10,3

9,9

9,9

Regno Unito

5,0

5,1

5,0

4,7

4,8

5,4

5,3

5,6

7,6

7,8

7,9

8,6

8,1

8,8

7,8

7,8

UE-27

8,5

8,9

9,0

9,1

9,0

8,3

7,2

7,1

9,0

9,7

9,7

9,8

-

-

-

-

Usa

4,7

5,8

6,0

5,5

5,1

4,6

4,6

5,8

9,3

9,6

9,0

8,9

9,0

8,9

9,1

9,0

Giappone

5,0

5,4

5,3

4,7

4,4

4,1

3,8

4,0

5,1

5,1

4,9

4,8

4,6

4,5

4,9

4,8

 

Fonte:Per i dati di consuntivo dei paesi europei, Commissione UE, Statistical Annex of European Economy - Autumn 2011 (novembre 2011). Per l’Italia, dati ISTAT.

             I dati di consuntivo relativi agli USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic outlook database.

 


Disoccupazione – Confronti internazionali - Anni 2001-2012
(in % delle forze lavoro)


 

 


Fonte: per i paesi della UE, dati della Commissione Europea, per USA, dati FMI.

 


INFLAZIONE

 


Gli indicatori dell’inflazione

 

 

L'inflazione al consumo è un processo di aumento del livello generale dei prezzi dell'insieme dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Generalmente, si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo.

Un indice dei prezzi al consumo è uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi, chiamato paniere, rappresentativo dei consumi delle famiglie in uno specifico anno.

 

In particolare, l'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l'intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e impiegati (FOI) e l'indice armonizzato europeo (IPCA).

 

§      L’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) misura l'inflazione a livello dell'intero sistema economico italiano.

 

§      L’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (non agricolo). E' l'indice usato per adeguare periodicamente i valori monetari (ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato).

Questi due indici vengono calcolati anche nella versione che esclude il consumo dei tabacchi.

 

§      L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) è stato sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione comparabile a livello europeo. Infatti viene assunto come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell'Unione Europea, ai fini dell'accesso e della permanenza nell'Unione monetaria.

 

I tre indici si basano su un'unica rilevazione e sulla stessa metodologia di calcolo, condivisa a livello internazionale.

L’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e quello per le famiglie di operai e impiegati (FOI) si basano sullo stesso paniere, ma il peso attribuito a ogni bene o servizio è diverso, a seconda dell'importanza che questi rivestono nei consumi della popolazione di riferimento. Per il NIC la popolazione di riferimento è l'intera popolazione italiana, che conta oltre 57 milioni di persone; per il FOI è l'insieme di famiglie che fanno capo a un operaio o un impiegato.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo ha in comune con l’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici perché il paniere esclude, sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto, i concorsi pronostici e i servizi relativi alle assicurazioni sulla vita.

Un'ulteriore differenziazione riguarda il concetto di prezzo considerato. L’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività e quello per le famiglie di operai e impiegati considerano il prezzo pieno di vendita; l’indice armonizzato dei prezzi al consumo si riferisce invece al prezzo effettivamente pagato dal consumatore. Ad esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato europeo il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota effettivamente a carico del consumatore (il ticket); l’indice armonizzato europeo tiene inoltre conto delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni).

 

Un ulteriore indice del livello generale dei prezzi è il deflatore del PIL, che consente di evidenziare, nell’ambito della variazione del PIL nominale, la componente riconducibile alla variazione dei prezzi dei beni e servizi. Esso viene calcolato come rapporto tra il valore dei beni e servizi nell’anno considerato e il valore che gli stessi avevano in un anno precedente assunto come termine di riferimento.

Si differenzia dagli indici dei prezzi al consumo in quanto:

§      non considera i beni prodotti all’estero;

§      non fa riferimento ad un paniere costante di beni, ma alla produzione corrente.

 

Più in generale, il deflatore è un indicatore implicito dei prezzi che viene calcolato mediante il rapporto tra due grandezze concernenti il medesimo aggregato economico (produzione, consumi, investimenti, importazioni, esportazioni…) misurate l’una in termini nominali (a moneta corrente) e l’altra in termini reali (a moneta costante).

 

Il tasso di inflazione programmata rappresenta il tasso di inflazione fissato nel Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) come valore di riferimento per l’anno successivo. Tale tasso viene indicato in relazione all’indice generale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati (FOI), esclusi i tabacchi.

Il tasso di inflazione programmata rappresenta il parametro di riferimento per la definizione degli aumenti salariali nella contrattazione nazionale (sono peraltro previsti meccanismi successivi di adeguamento degli aumenti di salario nel caso in cui si registri, per un periodo significativo, un’inflazione effettiva superiore a quella programmata).

 


Inflazione – Consuntivo 2001-2010

 

Inflazione

ISTAT

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Indice prezzi al consumo (NIC)

2,7

2,5

2,7

2,2

1,9

2,1

1,8

3,3

0,8

1,5

Indice prezzi al consumo al netto dei tabacchi

2,8

2,5

2,6

2,1

1,8

2,1

1,9

3,3

-

-

Indice armonizzato prezzi al consumo (IPCA)

2,3

2,6

2,8

2,3

2,2

2,2

2,0

3,5

0,8

1,6

Deflatore del PIL

2,6

2,7

2,9

2,7

2,1

1,8

2,6

2,8

2,3

0,6

Indice generale dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (esclusi i tabacchi) (FOI)

2,7

2,4

2,5

2,0

1,7

2,0

1,7

3,2

0,7

1,6

 

Inflazione – Previsioni

 

Inflazione

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

Nota di aggiornamento del
DEF 2011
settembre 2011

ottobre 2011

ottobre 2011

ottobre 2011

settembre 2011

 

2011

2012

2013

2014

2011

2012

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Inflazione programmata (*)

2,0

1,5

1,5

1,5

-

-

-

-

-

-

-

-

Indice prezzi al consumo (NIC)

-

-

-

 

2,7

2,1

2,7

1,7

2,8

2,1

2,7

2,0

Indice armonizzato prezzi al consumo (IPCA) al netto energetici

2,3

2,0

1,9

1,9

-

-

-

-

-

-

-

-

Deflatore del PIL

1,4

1,9

1,8

1,8

-

-

-

-

1,4

2,1

-

-

Deflatore dei consumi

2,6

1,9

1,8

1,9

-

-

-

-

-

-

-

-

(*)     Il dato relativo all’inflazione programmata è sempre fissato nel Documento di programmazione (DEF). Il dato per il 2011 è stato rivisto dalla Nota di aggiornamento a seguito dell’aggiornamento dei dati.


Inflazione – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2001-2010 e previsioni 2011-2012

 

Inflazione

Consuntivo
Commissione UE e FMI

Commissione UE

OCSE

FMI

novembre 2011

novembre 2011

settembre 2011

 

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Italia

2,3

2,6

2,8

2,3

2,2

2,2

2,0

3,5

0,8

1,6

2,7

2,0

2,7

1,7

2,6

1,6

Francia

1,8

1,9

2,2

2,3

1,9

1,9

1,6

3,2

0,1

1,7

2,2

1,5

2,1

1,4

2,1

1,4

Germania

1,9

1,4

1,0

1,8

1,9

1,8

2,3

2,8

0,2

1,2

2,4

1,7

2,4

1,6

2,2

1,3

Spagna

2,8

3,6

3,1

3,1

3,4

3,6

2,8

4,1

-0,2

2,0

3,0

1,1

3,0

1,4

2,9

1,5

AREA EURO

2,4

2,3

2,1

2,2

2,2

2,2

2,1

3,3

0,3

1,6

2,6

1,7

2,6

1,6

2,5

1,5

Regno Unito

1,2

1,3

1,4

1,3

2,1

2,3

2,3

3,6

2,2

3,3

4,3

2,9

4,5

2,7

4,5

2,4

UE – 27

2,2

2,1

2,0

2,0

2,3

2,3

2,4

3,7

1,0

2,1

3,0

2,0

-

-

-

-

Usa

2,8

1,6

2,3

2,7

3,4

3,2

2,9

3,8

-0,3

1,6

3,2

1,9

3,2

2,4

3,0

1,2

Giappone

-0,7

-0,9

-0,3

0,0

-0,3

0,3

0,0

1,4

-1,4

-0,7

-0,2

-0,1

-0,3

-0,6

-0,4

-0,5

N.B.: Indice dei prezzi al consumo. Per i paesi della UE: indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP).

Fonte:Per i dati di consuntivo dei paesi europei 2007-2010, Commissione UE, Statistical Annex of European Economy - Autumn 2011 (novembre 2011). Per gli anni precedenti, dati EUROSTAT.

             I dati di consuntivo 2002-2010 relativi agli USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic outlook (settembre 2011). Per il 2000-2001, precedenti rapporti FMI.

 


Inflazione – Confronti internazionali – Anni 2001-2012

 


2011-2012 Previsioni

 
 

 


Fonte: per i paesi della UE: indice armonizzato dei prezzi al consumo (Commissione Europea), per USA: indice dei prezzi al consumo (FMI).

 


TASSI DI INTERESSE

 


Tassi ufficiali – Anni 2001-2009

(Valori di fine periodo – in %)

 

Periodo

Area Euro

Regno Unito

Stati Uniti

Giappone

Dicembre 2001

3,25

4,00

1,75

0,10

Dicembre 2002

2,75

4,00

1,25

0,10

Dicembre 2003

2,00

3,75

1,00

0,10

Dicembre 2004

2,00

4,75

2,25

0,10

Dicembre 2005

2,25

4,50

4,25

0,10

Dicembre 2006

3,50

5,00

5,25

0,40

Dicembre 2007

4,00

5,50

4,25

0,75

Dicembre 2008

2,50

2,00

Tra 0 - 0,25*

0,10

Dicembre 2009

1,00

0,50

tra 0 e 0,25*

0,30

Area Euro: tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali; Regno Unito: base rate;
Stati Uniti: tasso obiettivo sui Federal funds; Giappone: tasso di sconto
(basic loan rate).
* Il tasso è flessibile entro un margine di 0,25 punti percentuali.

Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale.

 


Tassi ufficiali – Anni 2010-2011

(Valori di fine periodo)

Periodo

Area Euro

Regno Unito

Stati Uniti

Giappone

2010

Gennaio

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Febbraio

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Marzo

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Aprile

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Maggio

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Giugno

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Luglio

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Agosto

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Settembre

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Ottobre

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Novembre

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Dicembre

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

2011

Gennaio

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Febbraio

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Marzo

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Aprile

1,25

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Maggio

1,25

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Giugno

1,25

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Luglio

1,50

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Agosto

1,50

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Settembre

1,50

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Ottobre

1,25

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Novembre*

1,25

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Area Euro: tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali; Regno Unito: base rate; Stati Uniti: tasso obiettivo sui Federal funds; Giappone: tasso di sconto (basic loan rate). Fonte: rispettivi siti istituzionali delle Banche centrali.

Fonte: rispettivi siti istituzionali delle Banche centrali.

* Effettivo dal 9 novembre 2011.


Rendimenti dei titoli di Stato – Anni 2001-2009

(Valori medi nel periodo)

 

PERIODO

RENDIMENTI LORDI

BTP

CCT

3 anni

5 anni

10 anni

Totale

2001

4,308

4,638

5,188

4,722

4,424

2002

4,037

4,488

5,036

4,445

3,449

2003

2,809

3,358

4,247

3,578

2,361

2004

2,794

3,337

4,258

3,588

2,193

2005

2,573

2,898

3,553

3,160

2,305

2006

3,553

3,707

4,045

3,858

3,305

2007

4,214

4,276

4,488

4,405

4,226

2008

4,133

4,296

4,688

4,463

4,541

2009

2,376

3,166

4,311

3,536

1,715

 

Fonte:  Banca d’Italia, Supplemento al Bollettino Statistico “Mercato finanziario”.

 


Rendimenti dei titoli di Stato – Anno 2010-2011

(Valori medi nel periodo)

 

PERIODO

RENDIMENTI LORDI

BTP

CCT

3 anni

5 anni

10 anni

Totale

2010

2,175

2,899

4,034

3,353

1,729

Gennaio

2,131

2,857

4,078

3,245

1,051

Febbraio

2,050

2,916

4,047

3,270

1,099

Marzo

1,796

2,751

3,941

3,144

1,237

Aprile

1,814

2,737

3,996

3,172

1,243

Maggio

2,025

2,792

3,985

3,328

1,738

Giugno

2,248

2,977

4,102

3,471

2,295

Luglio

2,180

2,855

4,026

3,347

1,828

Agosto

2,008

2,642

3,802

3,151

1,759

Settembre

2,139

2,747

3,862

3,275

1,810

Ottobre

2,077

2,695

3,800

3,233

1,876

Novembre

2,652

3,222

4,184

3,633

2,171

Dicembre

2,975

3,608

4,603

3,963

2,543

2011

 

 

 

 

 

Gennaio

3,142

3,795

4,729

4,066

2,795

Febbraio

3,107

3,788

5,487

4,112

2,592

Marzo

3,107

3,832

4,875

4,206

2,531

Aprile

3,344

3,890

4,841

4,219

2,567

Maggio

3,393

3,942

4,756

4,194

2,970

Giugno

3,479

4,035

4,816

4,260

3,093

Luglio

4,327

4,852

5,463

4,969

4,158

Agosto

4,143

4,507

5,271

4,845

4,684

Settembre

4,573

5,014

5,746

5,230

5,609

Ottobre

4,761

5,375

5,972

5,886

4,547

Fonte:  Banca d’Italia, Supplemento al Bollettino Statistico “Mercato finanziario” n. 60 (15 novembre 2011).


Tassi di interesse a lungo termine(1) nei principali paesi industrializzati
Anni 2001-2009

(valori medi nel periodo)

PERIODO

Stati Uniti

Giappone

Germania

Francia

Italia

Regno Unito

2001

5,02

1,34

4,80

4,94

5,19

5,01

2002

4,61

1,27

4,78

4,86

5,03

4,91

2003

4,01

0,99

4,07

4,13

4,25

4,58

2004

4,27

1,50

4,04

4,10

4,26

4,93

2005

4,29

1,38

3,35

3,41

3,56

4,46

2006

4,79

1,74

3,76

3,80

4,05

4,38

2007

4,63

1,67

4,22

4,30

4,49

5,06

2008

3,67

1,48

3,98

4,23

4,68

4,50

2009

3,26

1,34

3,22

3,65

4,31

3,36

1)    Rendimenti lordi (mercato secondario); dati medi. Per gli Stati Uniti: titoli e obbligazioni del Tesoro a 10 anni; per la Germania: obbligazioni pubbliche a 9-10 anni; per il Giappone, la Francia e il Regno Unito obbligazioni pubbliche a 10 anni; per l’Italia: rendimento sui BTP guida a 10 anni quotati sul mercato telematico.

 

Fonte:  Banca d’Italia, Relazione annuale.


Tassi di interesse a lungo termine(1) nei principali paesi industrializzati
Anno 2010-2011

(Valori medi nel periodo)

 

PERIODO

Stati Uniti

Giappone

Germania

Francia

Italia

Regno Unito

2010

3,21

1,17

2,74

3,12

4,04

3,36

Gennaio

3,73

1,33

3,26

3,52

4,08

4,00

Febbraio

3,69

1,33

3,17

3,50

4,05

4,02

Marzo

3,73

1,34

3,10

3,44

3,95

3,98

Aprile

3,85

1,35

3,06

3,40

4,00

3,96

Maggio

3,42

1,27

2,73

3,08

3,98

3,60

Giugno

3,20

1,20

2,54

3,07

4,10

3,13

Luglio

3,01

1,10

2,62

2,99

4,03

2,97

Agosto

2,70

0,98

2,35

2,68

3,80

2,68

Settembre

2,65

1,06

2,30

2,68

3,86

2,84

Ottobre

2,54

0,89

2,35

2,72

3,80

2,80

Novembre

2,76

1,05

2,53

3,00

4,18

3,03

Dicembre

3,29

1,19

2,91

3,34

4,60

3,34

2011

 

 

 

 

 

 

Gennaio

3,39

1,21

3,02

3,44

4,73

3,82

Febbraio

3,58

1,28

3,20

3,60

4,74

4,00

Marzo

3,41

1,25

3,21

3,61

4,88

3,78

Aprile

3,45

1,27

3,34

3,69

4,84

3,78

1)    Rendimenti lordi (mercato secondario); dati medi. Per gli Stati Uniti: titoli e obbligazioni del Tesoro a 10 anni; per la Germania: obbligazioni pubbliche a 9-10 anni; per il Giappone, la Francia e il Regno Unito obbligazioni pubbliche a 10 anni; per l’Italia: rendimento sui BTP guida a 10 anni quotati sul mercato telematico.

 

Fonte:  Banca d’Italia, Relazione annuale (31 maggio 2011).

 


TASSI DI CAMBIO

 


Quotazioni dell’euro espresse nelle principali valute - Anni 2001-2009

(Valori medi nel periodo)

 

Periodo

Dollaro USA

Yen giapponese

Franco svizzero

Sterlina britannica

Corona danese

Corona svedese

2001

0,896

108,68

1,511

0,6219

7,452

9,255

2002

0,946

118,06

1,467

0,6288

7,431

9,161

2003

1,131

130,97

1,521

0,6920

7,431

9,124

2004

1,244

134,44

1,544

0,6787

7,440

9,124

2005

1,244

136,85

1,548

0,6838

7,452

9,282

2006

1,256

146,02

1,573

0,6817

7,459

9,254

2007

1,371

161,25

1,643

0,6843

7,451

9,250

2008

1,471

152,45

1,587

0,796

7,456

9,615

2009

1,395

130,35

1,510

0,8910

7,446

10,619

Fonte:     Banca d’Italia, Relazione annuale.


Quotazioni dell’euro espresse nelle principali valute - Anni 2010-2011

(Valori medi nel periodo)

Periodo

Dollaro USA

Yen giapponese

Franco svizzero

Sterlina britannica

Corona danese

Corona svedese

2010

1,326

116,24

1,380

0,8578

7,447

9,537

Gennaio

1,427

130,34

1,476

0,8830

7,442

10,194

Febbraio

1,369

123,46

1,467

0,8760

7,444

9,950

Marzo

1,357

123,03

1,448

0,9016

7,441

9,727

Aprile

1,341

125,33

1,434

0,8746

7,443

9,662

Maggio

1,257

115,83

1,418

0,8571

7,442

9,664

Giugno

1,221

110,99

1,377

0,8277

7,441

9,572

Luglio

1,277

111,73

1,346

0,8357

7,452

9,495

Agosto

1,289

110,04

1,341

0,8236

7,450

9,422

Settembre

1.307

110,26

1,309

0,8399

7,448

9,224

Ottobre

1,390

113,67

1,245

0,8764

7,457

9,279

Novembre

1,366

112,69

1,344

0,8551

7,455

9,317

Dicembre

1,322

110,11

1,281

0,8481

7,453

9,056

2011

 

 

 

 

 

 

Gennaio

1,336

110,38

1,278

0,8471

7,452

8,912

Febbraio

1,365

112,77

1,297

0,8463

7,455

8,788

Marzo

1,400

114,40

1,287

0,8665

7,457

8,886

Aprile

1,444

120,42

1,298

0,8829

7,457

8,970

Maggio

1,435

116,47

1,254

0,8778

7,457

8,957

Giugno

1,439

115,75

1,209

0,8875

7,458

9,113

Luglio

1,426

113,26

1,177

0,8848

7,456

9,134

Agosto

1,434

110,43

1,120

0,8767

7,450

9,166

Settembre

1,377

105,75

1,201

0,8717

7,446

9,134

Ottobre

1,371

105,06

1,229

0,8703

7,444

9,114

Fonte: BCE Monthly bullettin, novembre 2011.

 


Quotazioni dell’euro rispetto alle principali valute

(Valori medi mensili)

2001

 

2002

 

2003

 

2004

 

2005

 

2006

 

2007

 

2008

 

2009

 

2010

 

2011

 

2001

 

2002

 

2003

 

2004

 

2005

 

2006

 

2007

 

2008

 

2009

 

2010

 

2011

 

x

 


BILANCIA DEI PAGAMENTI

 


La bilancia dei pagamenti registra le transazioni economiche intervenute in un dato periodo tra i residenti e i non residenti di un’economia. Le transazioni economiche consistono nel passaggio di proprietà di risorse sia reali (beni, servizi, redditi) che finanziarie.

Il segmento della bilancia dei pagamenti che misura le importazioni e le esportazioni di merci, è la bilancia commerciale.

 

Bilancia dei pagamenti – Consuntivo 2001-2010

(Valori assoluti - milioni di euro - e in % del PIL)

Bilancia dei pagamenti

Banca d’Italia

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Saldo corrente

-740

-10.014

-17.352

-13.077

-23.647

-38.346

-37.714

-45.224

-30.075

-54.073

% del PIL

-0,1

-0,8

-1,3

-0,9

-1,6

-2,6

-2,4

-2,9

-2,0

-3,5

Saldo conto capitale

936

-67

2.251

1.700

1.347

1.826

2.261

-184

-91

-553

% del PIL

0,1

0,0

0,2

0,1

0,1

0,1

0,1

0,0

0,0

0,0

Saldo finanziario

-3.294

8.532

17.318

9.024

20.898

25.404

26.212

31.416

37.335

86.749

% del PIL

-0,3

0,7

1,3

0,6

1,5

1,7

1,7

2,0

2,4

5,6

Errori ed omissioni

3.098

1.549

-2.217

2.353

1.402

11.116

9.241

13.992

-7.169

-32.123

Fonte: Banca d’Italia, Supplemento al Bollettino Statistico “Bilancia dei pagamenti e posizione patrimoniale sull’estero”, n. 62 (24 novembre 2011).

 

Bilancia dei pagamenti – Previsioni

(Valori in % del PIL)

Bilancia dei pagamenti

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

Nota di aggiornamento del
DEF 2011
settembre 2011

ottobre 2011

ottobre 2011

ottobre 2011

settembre 2011

 

2011

2012

2013

2014

2011

2012

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Saldo corrente

-3,8

-3,6

-3,3

-3,1

-

-

-

-

-

-

-

-

Saldo corrente e capitale

-

-

-

-

-

-

-4,6

-3,1

-4,1

-3,6

-

-

 


SEZIONE II

 

ANDAMENTI DI FINANZA PUBBLICA

 


 

Il conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni

 

 

Il Conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni espone le entrate e le spese del settore istituzionale delle amministrazioni pubbliche, nell’ambito del sistema di contabilità nazionale. Esso viene predisposto in termini di competenza economica, secondo i criteri definiti dal Sistema europeo dei conti (SEC95).

Nel conto economico consolidato delle P.A. sono registrate solo le operazioni finali in grado di incidere sulla situazione economica o patrimoniale degli altri settori istituzionali, mentre sono escluse tutte le operazioni finanziarie con le quali ad una passività di un settore corrisponde una attività di un altro (concessione di mutui, partecipazioni e conferimenti, riscossione di crediti).

Il conto consolidato delle P.A. è il quadro contabile di riferimento per la programmazione degli obiettivi di finanza pubblica, sia a livello comunitario (negli aggiornamenti annuali del programma di stabilità) sia a livello nazionale (nel documento di programmazione economico-finanziaria).

Le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato sono individuate annualmente in un elenco pubblicato dall’ISTAT. L'elenco è stato, da ultimo, aggiornato dall’ISTAT con Comunicato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 171 del 24 luglio 2010.

Le spese (o uscite) si dividono in:

§      spese correnti (o uscite correnti), destinate alla produzione ed al funzionamento dei vari servizi delle amministrazioni pubbliche, nonché alla redistribuzione dei redditi per fini non direttamente produttivi.

§      spese in conto capitale (o uscite in conto capitale), che incidono direttamente o indirettamente sulla formazione di capitale.

 

Le principali spese correnti sono:

§      le spese per redditi da lavoro dipendente, cioè il costo sostenuto dalle amministrazioni pubbliche a titolo di remunerazione dell'attività prestata alle proprie dipendenze dai lavoratori sia manuali che intellettuali;

§      le spese per consumi intermedi, che corrispondono al valore dei beni e dei servizi consumati quali input nel processo produttivo e nelle attività delle pubbliche amministrazioni, con esclusione del capitale fisso (il cui consumo è registrato come ammortamento). I beni e i servizi possono essere trasformati oppure esauriti nel processo produttivo;

Si segnala in proposito una differenza tra i dati forniti dall’ISTAT ed i dati contenuti nei documenti di finanza pubblica del Governo; questi ultimi comprendono infatti, oltre ai consumi intermedi secondo la definizione riportata (cd. consumi intermedi in senso stretto), anche le prestazioni sociali in natura.

§      le spese per prestazioni sociali in denaro e in natura, costituite dai trasferimenti in denaro e in natura alle famiglie da parte delle pubbliche amministrazioni finalizzati a sollevare queste ultime dagli oneri derivanti da determinati rischi o bisogni (quali malattia, vecchiaia, morte, invalidità, disoccupazione…). Le prestazioni sociali in natura, sono individuate nel conto economico consolidato pubblicato dall’ISTAT secondo la definizione ad esse data dal SEC 95 di “acquisto di beni e servizi prodotti da produttori market”.

§      le spese per interessi passivi, relativi principalmente agli interessi da corrispondere su titoli del debito pubblico.

Fra le ulteriori spese correnti si ricordano l’acquisto di beni e servizi corrispondenti a prestazioni sociali (prestazioni sociali in natura), gli ammortamenti, le imposte indirette, i contributi alla produzione gli aiuti internazionali e gli ulteriori trasferimenti correnti (all’UE, alle istituzioni sociali private, alle famiglie e alle imprese).

 

Le spese in conto capitale (o uscite in conto capitale) sono costituite principalmente dagli investimenti fissi lordi, costituti dalle acquisizioni, al netto delle cessioni, di capitale fisso effettuate dalle pubbliche amministrazioni . Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali destinati a essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno.

Fra le ulteriori spese in conto capitale si ricordano i contributi agli investimenti (soprattutto in favore di imprese) e altri trasferimenti in conto capitale (anch’essi soprattutto in favore di imprese).

 

Le spese (o uscite) complessive corrispondono alla somma delle spese correnti e delle spese in conto capitale.

Anche le entrate sono suddivise in entrate correnti e entrate in conto capitale.

 

Le entrate correnti sono costituiteprincipalmente da:

§      entrate tributarie, suddivise in:

-       entrate derivanti da imposte dirette, il cui presupposto è costituito da una manifestazione immediata di capacità contributiva, quale la percezione di un reddito o il possesso di un patrimonio;

-       entrate derivanti da imposte indirette, il cui presupposto è costituito da una manifestazione mediata di capacità contributiva, rilevata, ad esempio, al momento del consumo o dello scambio di un bene o del trasferimento di un’attività patrimoniale,

§      contributi sociali, suddivisi in:

-       contributi sociali effettivi, che comprendono i versamenti effettuati agli organismi della sicurezza sociale dai datori di lavoro, a beneficio dei loro dipendenti, e dai lavoratori dipendenti o non dipendenti o anche da persone non occupate, a proprio beneficio al fine di garantirsi le prestazioni sociali. Tali versamenti comprendono tutti i contributi obbligatori e volontari, relativi all'assicurazione contro i rischi di malattia, maternità, invalidità, vecchiaia e superstiti, disoccupazione, infortuni sul lavoro e malattie professionali e per gli assegni familiari;

-       contributi sociali figurativi, definiti, in base al SEC95, come la contropartita delle prestazioni sociali erogate direttamente – cioè senza passare per gli organismi della sicurezza sociale - dai datori di lavoro pubblici ai loro dipendenti, ex dipendenti ed aventi diritto. Comprendono le pensioni provvisorie corrisposte dallo Stato e da altre amministrazioni pubbliche ai propri dipendenti in quiescenza (da contabilizzare al netto delle ritenute pensionistiche), le aggiunte di famiglia, l’equo indennizzo, i sussidi al personale, le rendite, le indennità temporanee e le spese per cure e infortuni.

 

Le entrate in conto capitale sono le entrate derivanti da imposte in conto capitale, da cofinanziamenti dell’Unione europea e da trasferimenti in conto capitale delle imprese e delle famiglie.

 

Le imposte in conto capitale: si tratta delle imposte percepite a intervalli irregolari, e solo saltuariamente, sul valore delle attività o del patrimonio netto o sul valore dei beni trasferiti per effetto di lasciti, donazioni o altri trasferimenti. Comprendono:

a)  le imposte sui trasferimenti in conto capitale, quali le imposte sulle successioni e sulle donazioni, con esclusione delle imposte sulle vendite di beni (che non costituiscono trasferimenti);

b)  le imposte straordinarie sulle attività o sul patrimonio netto (quali i condoni).

 

Le entrate complessive corrispondono alla somma delle entrate correnti e delle entrate in conto capitale.

 

La pressione fiscale indica l’incidenza percentuale sul PIL del complesso delle entrate tributarie (imposte dirette, indirette e in conto capitale) e contributive (contributi sociali effettivi e figurativi).

Il dato fornito è al lordo delle imposte dirette pagate allo Stato dalle altre amministrazioni pubbliche.

 

Il saldo corrente è il saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra entrate correnti e spese correnti.

 

Il saldo primario è il saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra entrate complessive ed uscite complessive al netto della spesa per interessi passivi. Rappresenta uno dei principali indicatori per valutare la sostenibilità delle finanza pubbliche. Può essere scomposto in saldo corrente primario (differenza tra entrate correnti e uscite correnti al netto degli interessi passivi) e saldo in conto capitale (differenza tra entrate in conto capitale e uscite in conto capitale).

 

L’indebitamento netto è il saldo conclusivo del conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni, risultante dalla differenza tra le spese complessive e le entrate complessive; se le entrate superano le spese, si ha “accreditamento netto”. E’ il parametro di riferimento per il rispetto dei vincoli sul disavanzo (o deficit) previsti a livello europeo.


Conto economico delle amministrazioni pubbliche in valori assoluti – Consuntivo 2001-2010

(milioni di euro)

Conto delle P.A.

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Entrate correnti

557.706

569.076

578.060

607.002

623.817

675.358

718.606

727.920

699.482

714.299

- entrate tributarie (imposte dir. e indir.)

360.965

364.743

365.530

380.833

392.551

434.180

460.268

455.486

428.929

442.546

 - contributi sociali (effettivi e figurativi)

152.492

158.943

167.101

175.534

181.225

188.144

203.678

215.809

212.550

212.857

Entrate in c/capitale

3.469

5.667

22.290

12.180

6.285

4.396

4.516

3.972

15.646

7.187

Entrate complessive

561.175

574.743

600.350

619.182

630.102

679.754

723.122

731.892

715.128

721.486

Uscite correnti

548.380

568.004

590.838

613.421

635.188

656.224

685.843

715.403

731.425

739.384

- uscite correnti al netto interessi

469.994

495.483

522.263

547.189

568.653

587.127

608.391

634.091

661.016

669.214

di cui
- Redditi da lavoro dipendente

131.647

137.621

144.749

149.866

156.542

163.220

164.067

169.666

171.030

172.315

- Consumi intermedi

62.926

65.790

69.508

73.555

76.927

76.385

79.940

84.287

89.785

90.211

- Prestazioni sociali in denaro

202.422

214.168

224.604

234.824

242.348

252.139

264.387

277.183

291.469

298.192

- Prestazioni sociali in natura (1)

31.757

33.681

34.816

37.941

40.237

41.303

41.860

42.780

44.975

45.409

- interessi passivi

78.386

72.521

68.575

66.232

66.535

69.097

77.452

81.312

70.409

70.170

Uscite in c/capitale

52.206

47.045

57.966

55.122

58.832

74.718

62.552

59.209

66.660

54.101

 - investimenti fissi lordi

29.851

22.703

33.036

33.702

34.014

35.113

36.139

35.316

38.167

32.203

Uscite complessive

600.586

615.049

648.804

668.543

694.020

730.942

748.395

774.612

798.085

793.485

Saldo correntedella P.A.
(entrate correnti – spese correnti)

9.326

1.072

-12.778

-6.419

-11.371

19.134

32.763

12.517

-3.1943

-25.085

Saldo primario della P.A.
(indebitamento netto – spesa per interessi)

38.975

32.215

20.121

16.871

2.617

17.909

52.179

38.592

-12.548

-1.829

Indebitamento netto della P.A.

-39.411

-40.306

-48.454

-49.361

-63.918

-51.188

-25.273

-42.720

-82.957

-71.999

(*)     L’incremento delle maggiori entrate in c/capitale nel 2009 è ascrivibile, in prevalenza, agli introiti di carattere straordinario derivanti dai prelievi operati in base al c.d. scudo fiscale (L. n. 102/2009) (circa 5 miliardi), per la regolarizzazione o rimpatrio di attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero da soggetti residenti, nonché ai versamenti una tantum dell’imposta sostitutiva di tributi in alcuni settori dell’economia, in particolare quello bancario (art. 15, D.L. 185/2008 conv. dalla L. 2/2009).

(1)    Acquisto di beni e servizi prodotti da produttori market

 

Fonte: ISTAT, Notifica dell’indebitamento netto e del debito delle amministrazioni pubbliche secondo il Trattato di Maastricht – Anni 2007-2010 (21 ottobre 2011).


Conto economico delle amministrazioni pubbliche in % del PIL – Consuntivo 2001-2010

Conto delle P.A.

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Entrate correnti

44,4

43,7

43,1

43,4

43,4

45,2

46,2

46,2

45,8

45,9

 - entrate tributarie (imposte dir. e indir.)

28,7

28,0

27,2

27,2

27,3

29,1

29,6

28,9

28,1

28,4

 - contributi sociali (effettivi e figurativi)

12,1

12,2

12,5

12,6

12,6

12,6

13,1

13,7

13,9

13,7

Entrate in c/capitale

0,3

0,4

1,7

0,9

0,4

0,3

0,3

0,3

1,0

0,5

Entrate complessive

44,7

44,1

44,7

44,3

43,9

45,5

46,5

46,5

46,8

46,4

Uscite correnti

43,7

43,6

44,0

43,9

44,2

44,0

44,1

45,4

47,9

47,5

- uscite correnti al netto interessi

37,4

38,1

38,9

39,1

39,6

39,3

39,1

40,3

43,3

43,0

di cui:
- Redditi da lavoro dipendente

10,5

10,6

10,8

10,7

10,9

10,9

10,6

10,8

11,2

11,1

- Consumi intermedi

5,0

5,1

5,2

5,3

5,4

5,1

5,1

5,4

5,9

5,8

- Prestazioni sociali in denaro

16,1

16,5

16,7

16,8

16,9

16,9

17,0

17,6

19,1

19,2

- Prestazioni sociali in natura

2,5

2,6

2,6

2,7

2,8

2,8

2,7

2,7

2,9

2,9

 - interessi passivi

6,2

5,6

5,1

4,7

4,6

4,6

5,0

5,2

4,6

4,5

Uscite in c/capitale

4,2

3,6

4,3

3,9

4,1

5,0

4,0

3,8

4,4

3,5

 - investimenti fissi lordi

2,4

1,7

2,5

2,4

2,4

2,4

2,3

2,2

2,5

2,1

Uscite complessive

47,8

47,2

48,4

47,8

48,3

49,0

48,2

49,2

52,3

51,0

Pressione fiscale

41,0

40,5

41,0

40,4

40,1

41,7

42,7

42,6

42,8

42,3

Saldo correntedella P.A.
(entrate correnti – spese correnti)

0,7

0,1

-1,0

-0,5

-0,8

1,3

2,1

0,8

-2,1

-1,6

Saldo primario della P.A.
(indebitamento netto – spesa per interessi)

3,1

2,5

1,5

1,2

0,2

1,2

3,4

2,5

-0,8

-0,1

Indebitamento netto della P.A.

-3,1

-3,1

-3,6

-3,5

-4,4

-3,4

-1,6

-2,7

-5,4

-4,6

(*)     L’incremento delle maggiori entrate in c/capitale è ascrivibile, in prevalenza, agli introiti di carattere straordinario derivanti dai prelievi operati in base al c.d. scudo fiscale (L. n. 102/2009), per la regolarizzazione o rimpatrio di attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero da soggetti residenti, nonché ai versamenti una tantum dell’imposta sostitutiva di tributi in alcuni settori dell’economia, in particolare quello bancario (art. 15, D.L. 185/2008 conv. dalla L. 2/2009).

 

Fonte:Elaborazioni su dati ISTAT.


Conto economico delle amministrazioni pubbliche – Previsioni

(% del PIL)

Conto della P.A.

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

Nota di aggiornamento del
DEF 2011
settembre 2011

ottobre 2011

ottobre 2011

ottobre 2011

settembre 2011

 

2011

2012

2013

2014

2011

2012

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Entrate correnti

46,3

47,5

47,6

47,4

-

-

-

-

46,4

47,7

-

-

 - entrate tributarie (imposte dir. e indir.)

28,8

30,1

30,3

30,1

-

-

-

-

28,8

30,2

-

-

 - contributi sociali (effettivi e figurativi)

13,8

13,7

13,6

13,5

-

-

-

-

13,9

13,8

-

-

Entrate in c/capitale

0,3

0,3

0,4

0,4

-

-

-

-

0,3

0,4

-

-

Entrate complessive

46,6

47,9

48,0

47,8

47,4

48,1

-

-

46,8

48,1

47,0

48,4

Uscite correnti

47,5

47,2

46,7

46,4

-

-

47,8

47,5

47,6

47,4

-

-

 - uscite correnti al netto interessi

42,7

41,9

41,2

40,9

-

-

42,9

42,3

42,9

42,4

-

-

     - Redditi da lavoro dipendente

10,8

10,5

10,3

10,0

-

-

-

-

10,9

10,6

-

-

     - Consumi intermedi (*)

8,7

8,5

8,2

8,1

-

-

-

-

8,7

8,6

-

-

    - Prestazioni sociali in denaro
 (pensioni)

15,5

15,5

15,6

15,7

-

-

-

-

-

-

-

-

 - interessi passivi

4,8

5,3

5,5

5,5

4,7

5,1

4,9

5,2

4,7

5,0

4,9

5,3

Uscite in c/capitale

3,0

2,5

2,3

2,4

-

-

3,2

2,7

3,1

2,6

-

-

Uscite complessive

50,5

49,7

49,0

48,8

51,4

51,1

-

-

50,7

50,0

50,6

50,1

Pressione fiscale (**)

42,7

43,8

43,9

43,7

43,2

43,8

42,8

44,0

42,8

44,1

-

-

Saldo correntedella P.A.
(entrate correnti – spese correnti)

-1,2

0,6

1,8

2,1

-

-

-1,3

0,3

-1,1

0,3

-

-

Saldo primario della P.A.
(indebitamento – spesa per interessi)

0,9

3,7

5,4

5,7

0,7

2,1

0,9

3,1

0,8

3,1

1,2

3,6

Indebitamento netto della P.A.

-3,9

-1,6

-0,1

+0,2

-4,0

-3,0

-4,0

-2,0

-3,9

-1,9

-3,7

-1,6

(*)  Nei consumi intermedi sono comprese anche le prestazioni sociali in natura.

(**) Nell’ipotesi in cui trovassero applicazione le riduzioni delle agevolazioni fiscali (20 miliardi di euro) previste dai provvedimenti di manovra adottati nel corso dell’estate 2011 (D.L. n. 98/2011 e D.L. n. 138/2011), la pressione fiscale complessiva raggiungerebbe il 44,0% del PIL nel 2012 e il 44,9% nel 2013 e nel 2014.


 

Conto economico delle amministrazioni pubbliche – 2001-2014

(% del PIL)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Indebitamento o accreditamento netto delle P.A. – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2001-2010 e previsioni 2011- 2012

(% del PIL)

Indebitamento netto
delle P.A.

Consuntivo
Commissione UE e FMI

Commissione UE

OCSE

FMI

novembre 2011

novembre 2011

settembre 2011

 

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Italia

-3,1

-3,1

-3,6

-3,5

-4,4

-3,4

-1,6

-2,7

-5,4

-4,6

-4,0

-2,3

-3,6

-1,6

-4,0

-2,4

Francia

-1,6

-3,3

-4,1

-3,6

-2,9

-2,3

-2,7

-3,3

-7,5

-7,1

-5,8

-5,3

-5,7

-4,5

-5,9

-4,6

Germania

-3,1

-3,8

-4,2

-3,8

-3,3

-1,6

+0,2

-0,1

-3,2

-4,3

-1,3

-1,0

-1,2

-1,1

-1,7

-1,1

Spagna

-0,5

-0,2

-0,3

-0,1

+1,3

+2,4

+1,9

-4,5

-11,2

-9,3

-6,6

-5,9

-6,2

-4,4

-

-

AREA EURO

-2,0

-2,7

-3,1

-2,9

-2,5

-1,4

-0,7

-2,1

-6,4

-6,2

-4,1

-3,4

-4,0

-2,9

-4,1

-3,1

Regno Unito

+0,5

-2,1

-3,4

-3,5

-3,4

-2,7

-2,7

-5,0

-11,5

-10,3

-9,4

-7,8

-9,4

-8,7

-8,5

-7,0

UE – 27

-1,5

-2,6

-3,2

-2,9

-2,5

-1,5

-0,9

-2,4

-6,9

-6,6

-4,7

-3,9

-

-

-

-

Usa

-0,3

-3,9

-4,9

-4,4

-3,2

-2,0

-2,7

-6,5

-12,8

-10,3

-10,0

-8,5

-10,0

-9,3

-9,6

-7,9

Giappone

-6,3

-8,0

-8,0

-6,2

-4,8

-4,0

-2,4

-4,2

-10,3

-9,2

-7,2

-7,4

-8,9

-8,9

-10,3

-9,1

N.B.     Indebitamento (-), accreditamento (+).

I dati di consuntivo includono i proventi una tantum relativi alle licenze UMTS. Nella tabella, i dati in corsivo sono stati quelli positivamente influenzati dai suddetti proventi.

 

Fonte: Per i dati di consuntivo dei paesi europei, Commissione UE, Statistical Annex of European Economy – Autumn 2011 (novembre 2011). Per l’Italia, dati ISTAT.

                   I consuntivi 2005-2010 di USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic outlook (settembre 2011). Per gli anni precedenti, FMI, World Economic outlook Database.

 


Indebitamento o accreditamento netto delle P.A. – Confronti internazionali - Anni 2001-2012
(% del PIL)


 

 


N.B.     Indebitamento (-), accreditamento (+). Dati al lordo dei proventi UMTS.

 

Fonte: per i paesi della UE, dati della Commissione Europea, per USA, dati FMI.


Il fabbisogno del settore statale, del settore pubblico e delle amministrazioni pubbliche

 

Il conto economico delle amministrazioni pubbliche, da cui risulta l’indebitamento netto, viene elaborato sulla base del criterio della “competenza economica”, il quale implica che le operazioni siano registrate nel momento in cui un valore economico viene creato, trasformato o eliminato ovvero crediti e debiti sorgono, sono trasformati o si estinguono, prescindendo dalle modalità e tempi di effettuazione del pagamento.

Il saldo che evidenzia le operazioni di cassa che sono state effettuate, vale a dire, dal lato delle entrate, gli incassi e, dal lato delle spese, i pagamenti, è rappresentato dal fabbisogno. A differenza dell’indebitamento netto, il fabbisogno misura anche il saldo della parte attiva del conto finanziario e non solo del conto economico.

Il fabbisogno viene determinato in riferimento a diversi aggregati. Nella Relazione trimestrale di cassa il fabbisogno viene determinato dalla Ragioneria generale dello Stato in rapporto:

a)   al settore statale, costituito dal bilancio dello Stato e dalla gestione di tesoreria;

b)   al settore pubblico, costituito, oltre che dal settore statale, dalle regioni, dal comparto sanitario, dagli enti locali, dagli enti pubblici non economici.

 

Fabbisogno del settore statale - Consuntivo 2001- 2010 e previsioni 2011-2014

(valori in milioni di euro)

 

RTC

RUEF- DEF

Nota di aggiornamento del
DEF 2011
settembre 2011

 

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

Fabbisogno complessivo

49.327

36.337

55.892

49.904

59.320

34.449

29.527

54.290

85.178

67.087

-

-

-

-

% del PIL

4,0

2,8

4,2

3,6

4,2

2,3

1,9

3,5

5,6

4,3

4,1

1,7

0,4

0,7

Disavanzo partite finanziarie

9.874

12.575

14.396

15.032

9.567

-1.135

-3.801

7.966

13.257

3.000

-

-

-

-

Fabbisogno al netto delle partite finanziarie

30.143

18.434

32.959

34.872

49.753

35.584

33.328

46.324

71.921

64.087

-

-

-

-

Fonte:Anni 2001-2003: Relazioni trimestrali di cassa; dal 2004 al 2008: Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica; consuntivi 2009 e 2010  e previsioni 2011-2014: nota di aggiornamento del DEF (settembre 2011)

 


Fabbisogno del settore pubblico - Consuntivo 2001-2010 e previsioni 2011-2014

(valori in milioni di euro)

 

RTC

RUEF - DEF

Nota di aggiornamento del DEF 2011 settembre 2011

 

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

Fabbisogno complessivo *

54.084

38.597

59.280

57.182

74.011

55.304

31.883

51.184

89.006

67.727

-

-

-

-

% del PIL

4,3

3,0

4,4

4,1

5,2

3,7

2,1

3,3

5,8

4,4

4,3

1,8

0,3

0,7

Disavanzo partite finanziarie

n.d.

n.d.

8.136

16.434

20.711

8.895

9.251

4.351

9.775

3.630

-

-

-

-

Fabbisogno al netto delle partite finanziarie

n.d.

n.d.

51.144

40.748

53.301

46.409

22.632

46.833

79.231

64.097

-

-

-

-

*     Il fabbisogno del settore pubblico è sempre determinato al lordo delle regolazioni debitorie relative al settore statale.

Fonte:Anni 2001-2003: Relazioni trimestrali di cassa; dal 2004 al 2008: Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica. Consuntivo 2009 e 2010 e previsioni 2011-2014: nota di aggiornamento del DEF (settembre 2011)

                     

La Banca d’Italia elabora il fabbisogno con riferimento all’aggregato delle Amministrazioni pubbliche.

L’aggregato delle amministrazioni pubbliche (PA) coincide sostanzialmente con quello del settore pubblico (SP). Tuttavia, il fabbisogno della PA, a differenza del fabbisogno del SP, include nel conto delle attività finanziarie le dismissioni mobiliari (c.d. privatizzazioni). Inoltre, la Banca d’Italia utilizza le informazioni sulle passività della P.A. reperibili sul mercato o presso i singoli intermediari finanziari. Con riferimento al calcolo del fabbisogno del SP, invece, la Ragioneria generale dello Stato utilizza le risultanze contabili dei singoli enti.

 

Fabbisogno delle amministrazioni pubbliche - Consuntivo 2001-2010

(valori in milioni di euro)

 

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Fabbisogno al netto delle regolazioni debitorie e delle dismissioni

52.214

34.591

48.205

57.524

73.827

59.077

27.184

47.510

85.192

66.858

Regolazione di debiti pregressi

9.310

5.328

8.537

529

1.853

241

3.129

1.653

1.519

187

Dismissioni

-4.659

-1.951

-16.866

-8.316

-4.618

-38

-3.500

-19

-798

-8

Fabbisogno Amministrazioni pubbliche

56.865

37.967

39.877

49.737

71.073

59.282

26.812

49.144

85.912

67.036

% del PIL

4,6

2,9

3,0

3,6

5,0

4,0

1,7

3,1

5,7

4,3

Fonte:Banca d’Italia, Relazione annuale (31 maggio 2011).


Il debito delle pubbliche amministrazioni

 

 

Il debito delle amministrazioni pubbliche è calcolato dalla Banca d’Italia in coerenza con i criteri definiti dall’Unione europea.

Esso risulta dall’insieme delle passività finanziarie del settore delle amministrazioni pubbliche; è consolidato tra e nei sottosettori, ossia esclude le passività incluse nell’attivo degli enti appartenenti allo stesso settore.

L’aggregato include i seguenti strumenti finanziari:

a)  le monete e i depositi; questi comprendono le monete in circolazione, i depositi presso la tesoreria statale intestati a soggetti non appartenenti al settore delle amministrazioni pubbliche e la raccolta postale inclusa nel passivo di queste ultime[4];

b)  i titoli diversi dalle azioni (esclusi gli strumenti finanziari derivati) emessi dallo Stato e dalle amministrazioni locali;

c)  i prestiti erogati in favore di enti appartenenti alle Amministrazioni pubbliche o il cui onere di rimborso sia a carico di queste ultime[5].

 


Debito delle P.A. – Dati di consuntivo 2001-2010

(valori assoluti - in milioni di euro - e in % del PIL)

 

Debito delle P.A.

Banca d’Italia

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Debito della P.A.

1.358.351

1.368.897

1.394.339

1.445.826

1.514.408

1.584.096

1.602.107

1.666.584

1.763.628

1.842.826

% del PIL

108,1

105,1

103,8

103,4

105,4

106,1

103,1

105,8

115,5

118,4

Fonte:ISTAT “Notifica dell’indebitamento netto e del debito delle amministrazioni pubbliche secondo il trattato di Maastricht”, 21 ottobre 2011. I dati del debito contenuti nel comunicato sono quelli pubblicati dalla Banca d’Italia nel Supplemento al Bollettino statistico “Finanza pubblica, fabbisogno e debito”, 14 ottobre 2011, n. 50.

 

 

Debito delle P.A. – Previsioni

(valori in % del PIL)

 

Debito delle P.A.

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

Nota di aggiornamento del DEF 2011
settembre 2011

ottobre 2011

ottobre 2011

ottobre 2011

settembre 2011

 

2011

2012

2013

2014

2011

2012

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Debito della P.A.

120,6

119,5

116,4

112,6

120,9

121,8

121,4

121,3

120,3

120,2

120,3

119,5


Debito delle P.A. – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2001-2010 e previsioni 2011-2012

(% del PIL)

Debito delle P.A.

Consuntivi
Commissione UE e FMI

Commissione UE
novembre 2011

OCSE

novembre 2011

FMI

settembre 2011

 

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Italia

108,2

105,1

103,9

103,4

105,4

106,1

103,1

105,8

115,5

118,4

120,5

120,5

120,0

120,4

121,1

121,4

Francia

56,9

59,0

63,2

65,0

66,7

64,0

64,2

68,2

79,0

82,3

85,4

89,2

85,8

89,6

86,8

89,4

Germania

59,1

60,7

64,4

66,2

68,5

67,9

65,2

66,7

74,4

83,2

81,7

81,2

83,2

83,7

82,6

81,9

Spagna

55,5

52,5

48,7

46,2

43,0

39,5

36,2

40,1

53,8

61,0

69,6

73,8

68,1

71,2

-

-

AREA EURO

68,2

68,0

69,2

69,6

70,2

68,5

66,3

70,1

79,8

85,6

88,0

90,4

88,3

91,6

88,6

90,0

Regno unito

37,7

37,5

39,0

40,9

42,5

43,4

44,4

54,8

69,6

79,9

84,0

88,8

87,6

94,9

80,8

84,8

UE – 27

61,0

60,4

61,9

62,3

62,8

61,5

59,0

62,5

74,7

80,3

82,5

84,9

-

-

-

-

USA

56,6

56,1

60,4

61,4

61,7

61,1

62,3

71,6

85,2

94,4

101,0

105,6

97,6

103,6

100,0

105,0

Giappone

151,9

160,9

167,2

178,1

191,6

191,3

187,7

195,0

216,3

220,0

206,2

210,0

211,7

219,1

233,1

238,4

N.B.     I dati della Francia relativi al 2001 e 2002 scontano gli effetti delle entrate derivanti dalle licenze UMTS.

 

Fonte: Per i dati di consuntivo dei paesi europei, Commissione UE, Statistical Annex of European Economy – Autumn 2011 (novembre 2011). Per l’Italia, dati ISTAT.

                   I dati di consuntivo 2001-2010 relativi agli USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic outlook Database.

 


Debito delle P.A. – Confronti internazionali - Anni 2000-2012

2011-2012 Previsioni

 
(% del PIL)


 

 


Fonte: per i paesi della UE, dati della Commissione Europea; per USA, dati FMI.


 



[1]     In Italia, nel sistema adottato fino al marzo 2006, le valutazioni reali degli aggregati economici sono state ottenute attraverso un sistema a base fissa, prendendo come riferimento l'anno base 1995. La procedura maggiormente usata è stato il ricorso alla deflazione con opportuni indici di prezzo, specifici per ciascun aggregato.

      Dal marzo 2006 sono utilizzati, in accordo con gli standard definiti dai regolamenti comunitari, gli indici a catena, prendendo a riferimento in ciascun anno i prezzi dell’anno precedente. Il nuovo metodo risponde all’esigenza di introdurre un indicatore delle variazioni di prezzo o di volume che non tenga solo conto dei valori assunti dalle variabili considerate in due tempi precisi, l’anno corrente e l'anno base, ma che incorpori l'andamento complessivo presentato dal fenomeno nell'intervallo temporale esaminato.

      Il principale vantaggio della metodologia del concatenamento è che viene utilizzato un sistema di ponderazione che si rinnova annualmente in virtù delle dinamiche del mercato, in modo da garantire la migliore rappresentazione della crescita reale degli aggregati economici.

      Il principale svantaggio è invece la perdita della proprietà dell’additività quando le serie sono concatenate rispetto ad un anno di riferimento fisso; l’additività viene mantenuta solo quando vengono presentati gli aggregati in valori ai prezzi dell’anno precedente. L’additività è la proprietà delle misure in volume per cui dalla somma delle componenti deflazionate di un aggregato si ottiene l’aggregato totale a sua volta deflazionato; essa consente dunque di ottenere il valore totale di un aggregato dalla somma dei suoi componenti, così come accade con le valutazioni a prezzi correnti.

[2]     La spesa per consumi delle pubbliche amministrazioni comprende le seguenti voci del conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni: consumi intermedi, redditi da lavoro dipendente e prestazioni sociali in natura.

[3]     Si segnala che la definizione di occupati utilizzata nella rilevazione sulle forze di lavoro differisce da quella utilizzata nella contabilità nazionale, che include tutte le persone (a prescindere dalla residenza) che prestano la propria attività lavorativa presso unità produttive residenti nel Paese.

[4]     Questa componente comprende la quota dei buoni postali attribuita al Ministero dell’Economia e delle finanze e i conti correnti postali intestati a soggetti privati.

[5]     Questa categoria include anche i proventi di alcune operazioni di cartolarizzazione, individuate in base ai criteri statistici stabiliti dall’Eurostat; tali operazioni sono state classificate come accensione di prestito anziché come cessione di attività.