Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento bilancio
Titolo: Indicatori economici e finanziari. I risultati del 2010.
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 203
Data: 03/03/2011
Organi della Camera: V-Bilancio, Tesoro e programmazione


 

Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

Documentazione e ricerche

 

 

 

 

Indicatori economici e finanziari

 

 

I risultati del 2010

 

 

 

n. 203

 

 

3 marzo 2011


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Bilancio

( 066760-9932 – * st_bilancio@camera.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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File: BI0002q.doc

 


I N D I C E

SEZIONE I: ANDAMENTI MACROECONOMICI

Risorse e impieghi

§         Il conto economico delle risorse e degli impieghi4

§         Conto economico delle risorse e degli impieghi – Consuntivo 2001-2010. 6

§         Conto economico delle risorse e degli impieghi – Previsioni8

§         Prodotto interno lordo – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2000-2009 e previsioni 2010-2011. 10

Occupazione

§         Gli indicatori del mercato del lavoro.. 14

§         Occupazione – Consuntivo 2001-2010. 15

§         Occupazione – Previsioni15

§         Disoccupazione – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2000-2009 e previsioni 2010-2011. 16

Inflazione

§         Gli indicatori dell’inflazione.. 21

§         Inflazione – Consuntivo 2001-2010. 23

§         Inflazione – Previsioni23

§         Inflazione – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2000-2009 e previsioni 2010-2011. 24

Tassi di interesse

§         Tassi ufficiali29

§         Rendimenti dei titoli di Stato.. 31

§         Tassi di interesse a lungo termine nei principali paesi industrializzati33

Tassi di cambio

§         Quotazioni dell’euro espresse nelle principali valute.. 36

Bilancia dei pagamenti

§         Bilancia dei pagamenti – Consuntivo 2001-2010. 41

§         Bilancia dei pagamenti – Previsioni41

SEZIONE II: ANDAMENTI DI FINANZA PUBBLICA

Conto economico delle P.A.

§         Il conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni44

§         Conto economico delle amministrazioni pubbliche in valori assoluti – Consuntivo 2001-2010. 47

§         Conto economico delle amministrazioni pubbliche – Consuntivo 2001-2010 variazioni sull’anno precedente a prezzi correnti48

§         Conto economico delle amministrazioni pubbliche in % del PIL – Consuntivo 2001-2010. 49

§         Conto economico delle amministrazioni pubbliche – Previsioni50

Indebitamento netto delle P.A.

§         Indebitamento o accreditamento netto delle P.A. – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2000-2009 e previsioni 2010- 2011. 52

Bilancio dello Stato

§         Le entrate del bilancio dello stato.. 54

§         Bilancio dello Stato: incassi rettificati realizzati in valori netti – Anni 2000-2009. 56

§         Bilancio dello Stato: incassi rettificati realizzati in % del PIL - Anni 2000-2008. 57

Fabbisogno del settore statale, del settore pubblico e delle P.A.

§         Il fabbisogno del settore statale, del settore pubblico e delle amministrazioni pubbliche.. 58

§         Fabbisogno del settore statale - Consuntivo 2000- 2009 e previsioni 2010-2013. 58

§         Fabbisogno del settore pubblico - Consuntivo 2000-2009 e previsioni 2010-2013. 59

§         Fabbisogno delle amministrazioni pubbliche - Consuntivo 2001-2010. 59

Debito delle P.A.

§         Il debito delle pubbliche amministrazioni60

§         Debito delle P.A. – Dati di consuntivo 2001-2010. 61

§         Debito delle P.A. – Previsioni61

§         Debito delle P.A. – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2000-2009 e previsioni 2010-2011. 62


 

Legenda

Con la dizione “Area Euro” si intende l’area costituita, a partire dal 1° gennaio 1999, dagli Stati membri dell’Unione europea che hanno adottato l’euro. Ne fanno parte Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna, Grecia (dal 1° gennaio 2001), Slovenia (dal 1° gennaio 2007), Cipro e Malta (dal 1 gennaio 2008) e Slovacchia (dal 1° gennaio 2009). Il 1° gennaio 2011 è entrata a farne parte anche l’Estonia.

 

Con la dizione “UE – 27”, si intende l’insieme dei 27 Stati membri della Unione europea. Oltre a quelli dell’Area euro, ne fanno parte la Danimarca, il Regno Unito e la Svezia e, a partire dal 1° maggio 2004, la Repubblica Ceca, Lettonia, Lituania, Polonia e Ungheria. Dal 1° gennaio 2007, ne fanno parte anche la Bulgaria e la Romania.

 

Fonti:

Per l’Italia:

§         Dati di consuntivo:

-       ISTAT, Pil e indebitamento AP (1 marzo 2011)

-       ISTAT, Conti ed aggregati economici delle Amministrazioni pubbliche – Anni 1980-2009 (28 giugno 2010)

-       ISTAT, Conti economici nazionali – Anni 1970-2009 (13 agosto 2010)

-       ISTAT, Indice dei prezzi al consumo (23 febbraio 2010)

-       ISTAT, Forze di Lavoro – Media 2009 (16 novembre 2010)

-       Banca d’Italia, Relazione annuale (31 maggio 2010)

-       Banca d’Italia, Supplementi al Bollettino Statistico (febbraio 2011)

-       BCE, “Monthly Bullettin” (febbraio 2011)

§         Dati di previsione:

-       Governo: Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013 (29 settembre 2010)

-       Prometeia: Rapporto di previsione (gennaio 2011)

-       REF. IRS: Congiuntura Ref - Previsioni (gennaio 2011)

-       CER –Rapporto n. 3/2010 (dicembre 2010)

-       Confindustria: Rapporto “Scenari economici”, n. 10 - (dicembre 2010)

Per i confronti internazionali:

-     Commissione UE: European Economic Forecast – autumn 2010 (novembre 2010) e Interim forecast (febbraio 2011).

-     OCSE: Economic outlook n. 88 (novembre 2010)

-     FMI: World Economic Outlook (ottobre 2010) e WEO Update (25 gennaio 2011)

 


SEZIONE I

 

ANDAMENTI MACROECONOMICI

 


RISORSE E IMPIEGHI

 


Il conto economico delle risorse e degli impieghi

 

 

Il Conto economico delle risorse e degli impieghi riassume la situazione macroeconomica del Paese, mettendo in evidenza l’equilibrio tra l’offerta, rappresentata dalle risorse (prodotto interno lordo ed importazioni dall’estero) e la domanda, data dagli impieghi (consumi finali delle famiglie, delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni sociali private (I.S.P.) ed investimenti fissi lordi, cui vanno aggiunte le variazioni delle scorte e degli oggetti di valore, nonché le esportazioni verso l’estero).

 

Risorse

 

Il PIL (Prodotto interno lordo) corrisponde alla produzione totale di beni e servizi dell’economia, diminuita dei consumi intermedi e aumentata dell’IVA e delle imposte indirette sulle importazioni. È altresì pari alla somma dei valori aggiunti delle varie branche di attività economica, aumentata delle imposte sui prodotti (incluse l’IVA e le imposte sulle importazioni), al netto dei contributi ai prodotti e dei servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati (SIFIM).

Quando gli importi sono espressi in termini di valori correnti ci si riferisce al PIL ai prezzi di mercato o PIL nominale.

Per determinare il PIL reale, al fine di disporre di un indicatore sulla crescita dell’economia depurato dall’inflazione, è necessario fare riferimento al PIL a prezzi costanti o, in base alla nuova metodologia adottata dall’ISTAT nel marzo 2006, al PIL calcolato sulla base degli indici a catena[1].

 

Le importazioni sono costituite dagli acquisti all’estero di beni e di servizi, introdotti nel territorio nazionale. Le importazioni di beni comprendono tutti i beni (nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, entrano nel territorio del paese dal resto del Mondo. Le importazioni di servizi includono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità non residenti a unità residenti.

Le importazioni di beni possono essere valutate:

§      al valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione.

§      al valore “cif” (cost, insurance, freight) che comprende: il valore “fob” dei beni, le spese di trasporto e le attività assicurative tra la frontiera del paese esportatore e la frontiera del paese importatore.

Nel conto economico delle risorse e degli impieghi sono valutate al valore “fob”.


Impieghi

 

I consumi finali nazionali rappresentano il valore dei beni e servizi impiegati per il soddisfacimento diretto dei bisogni umani, individuali e collettivi.

Si dividono in:

§      consumi delle famiglie residenti;

§      consumi delle pubbliche amministrazioni[2]e delle istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie.

 

Gli investimenti fissi lordi sono costituti dalle acquisizioni, al netto delle cessioni, di capitale fisso effettuate dai produttori residenti, cui si aggiungono gli incrementi di valore dei beni materiali non prodotti. Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali prodotti destinati a essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno.

Sono fissi in quanto non comprendono le variazioni delle scorte e degli oggetti di valore. Sono lordi in quanto includono gli ammortamenti.

 

Le esportazioni sono costituite dai trasferimenti di beni e di servizi da operatori residenti a operatori non residenti.

Le esportazioni di beni includono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del paese per essere destinati al resto del Mondo.

Le esportazioni di servizi comprendono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità residenti a unità non residenti.

Le esportazioni di beni sono valutate al valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione.

 

Le esportazioni nette risultano dalla differenza tra le esportazioni e le importazioni.

 


Conto economico delle risorse e degli impieghi – Consuntivo 2001-2010

(valori assoluti - miliardi di euro)

Conto risorse e impieghi

ISTAT

 

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

 

Valori a prezzi correnti (miliardi di euro)

PIL (*)

1.248,6

1.295,2

1.335,4

1.391,5

1.429,5

1.485,4

1.546,2

1.567,8

1.519,7

1.548,8

 

Importazioni

321,1

320,8

320,5

342,8

371,9

424,2

451,9

461,3

368,7

442,2

 

Consumi finali nazionali

974,5

1.009,1

1.052,0

1.092,1

1.134,8

1.176,7

1.211,7

1.245,5

1.238,5

1.263,5

 

- spesa delle famiglie residenti

733,6

755,9

784,3

810,7

838,6

871,8

901,7

923,0

906,1

928,5

 

- spesa delle P.A. e delle I.S.P.

241,0

253,3

267,6

281,3

296,2

304,9

310,1

322,5

332,5

335,0

 

Investimenti fissi lordi

253,8

270,9

271,8

285,5

296,4

313,3

327,9

325,5

289,7

301,3

 

- macchinari, attrezzature

92,1

95,2

92,3

97,0

100,3

108,2

114,9

111,8

94,5

105,9

 

- costruzioni

119,5

131,2

138,1

146,7

154,3

161,0

167,5

168,1

155,3

152,5

 

Esportazioni

338,3

333,2

327,9

352,9

370,8

411,8

448,2

450,5

362,4

414,7

 

Valori concatenati – anno di riferimento 2000 (miliardi di euro)

PIL (*)

1.212,7

1.218,2

1.218,0

1.236,7

1.244,8

1.270,1

1.289,0

1.271,9

1.205,5

1.221,2

 

Importazioni

316,6

317,3

321,1

334,5

341,5

361,8

375,4

358,8

309,6

342,0

 

Consumi finali nazionali

947,0

954,0

965,6

976,6

989,8

1.000,2

1.010,6

1.006,1

995,0

1.000,5

 

- spesa delle famiglie residenti

714,7

715,9

722,8

728,3

736,6

745,8

753,8

747,9

734,1

741,2

 

- spesa delle P.A. e delle I.S.P.

232,3

238,1

242,7

248,3

253,0

254,3

256,7

258,1

260,7

259,3

 

Investimenti fissi lordi

248,6

257,9

254,7

260,4

262,6

270,3

274,9

264,3

233,0

238,8

 

- macchinari, attrezzature

90,2

90,9

87,8

90,8

93,4

99,0

102,7

96,9

81,3

90,3

 

- costruzioni

117,0

123,9

126,8

129,6

130,2

131,5

132,0

128,0

117,0

112,7

 

Esportazioni

330,6

321,2

314,8

330,1

333,7

354,4

370,6

354,7

289,4

315,8

 

(*)        Dati non corretti per il numero dei giorni lavorativi.

Fonte:     ISTAT, PIL e indebitamento AP – Anni 2008-2010 (1 marzo 2011). Anni 2001-2005, Conti economici nazionali – Anni 1970-2009 (13 agosto 2010)


Conto economico delle risorse e degli impieghi – Consuntivo 2001-2010

(variazioni %)

 

Conto risorse e impieghi

ISTAT

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

PIL (*)

1,8

0,5

0,0

1,5

0,7

2,0

1,5

-1,3

-5,2

1,3

Importazioni

1,8

0,2

1,2

4,2

2,1

5,9

3,8

-4,4

-13,7

10,5

Consumi finali nazionali

1,5

0,7

1,2

1,1

1,3

1,1

1,0

-0,4

-1,1

0,6

- spesa delle famiglie residenti

0,7

0,2

1,0

0,7

1,1

1,2

1,1

-0,8

-1,8

1,0

- spesa delle P.A. e I.S.P.

3,9

2,5

1,9

2,3

1,9

0,5

0,9

0,5

1,0

-0,6

Investimenti fissi lordi

2,7

3,7

-1,2

2,3

0,8

2,9

1,7

-3,8

-11,9

2,5

- macchinari, attrezzature

-0,8

0,7

-3,3

3,4

2,9

5,6

3,7

-5,7

-16,1

11,1

- costruzioni

4,4

5,9

2,4

2,2

0,4

1,0

0,3

-3,0

-8,7

-3,7

Esportazioni

2,6

-2,9

-2,0

4,9

1,1

6,2

4,6

-4,3

-18,4

9,1

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, PIL e indebitamento AP – Anni 2008-2010 (1 marzo 2011). Anni 2001-2005, ISTAT, Conti economici nazionali – Anni 1970-2009 (13 agosto 2010)


Conto economico delle risorse e degli impieghi – Previsioni

(variazioni % a prezzi costanti)

 

Conto risorse e impieghi

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

DFP 2011-2013
settembre 2010

gennaio 2011

gennaio 2011

dicembre 2010

dicembre 2010

 

2011

2012

2013

2011

2012

2011

2012

2011

2012

2011

2012

PIL

1,3

2,0

2,0

0,7

1,1

0,9

0,9

0,7

0,9

1,1

1,3

Importazioni

3,4

3,7

3,7

1,8

2,1

5,9

5,6

3,2

2,8

4,8

5,4

Consumi finali nazionali

0,7

1,4

1,6

0,1

0,3

0,4

0,8

0,5

0,5

-

-

- spesa famiglie residenti

0,8

1,7

1,8

0,2

0,6

0,7

0,9

0,7

0,6

0,9

1,2

- spesa delle P.A. e I.S.P.

-0,1

0,5

1,0

0,1

-0,4

-0,3

0,2

-

-

-

-

Investimenti fissi lordi

2,5

2,6

2,3

0,7

1,4

2,5

2,6

1,2

1,9

2,7

3,0

- macchinari, attrezzature e vari

4,1

3,9

3,0

2,2

2,5

5,0

4,7

-

-

-

-

- costruzioni

0,8

1,2

1,5

-0,9

0,2

0,0

0,2

-

-

-

-

Esportazioni

4,8

4,8

4,6

3,6

3,3

6,4

4,7

3,0

3,3

5,0

5,2


Conto economico delle risorse e degli impieghi – Anni 2000-2013

2010-2013 obiettivi Governo

 

(variazioni % a prezzi costanti)

 

 


Prodotto interno lordo – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2000-2009 e previsioni 2010-2011

(variazioni % a prezzi costanti)

 

PIL

CONSUNTIVO

Commissione UE

OCSE

FMI
WEO Update

Commissione UE e FMI

Autumn forecast
nov. ‘10

Interim forecast
feb. ‘11

novembre 2010

gennaio 2011

 

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2010

2011

2010

2011

Italia

3,7

1,8

0,5

0,0

1,5

0,7

2,0

1,5

-1,3

-5,0

1,1

1,1

1,0

1,3

1,0

1,0

Francia

3,9

1,9

1,0

1,1

2,5

1,9

2,2

2,4

0,2

-2,6

1,6

1,7

1,6

1,6

1,6

1,6

Germania

3,2

1,2

0,0

-0,2

1,2

0,8

3,4

2,7

1,0

-4,7

3,7

2,4

3,5

2,5

3,6

2,2

Spagna

5,0

3,6

2,7

3,1

3,3

3,6

4,0

3,6

0,9

-3,7

-0,2

0,8

-0,2

0,9

-0,2

0,6

AREA EURO

3,9

1,9

1,2

1,2

2,3

1,8

3,0

2,8

0,3

-4,3

1,7

1,6

1,7

1,7

1,8

1,5

Regno Unito

3,9

2,5

2,1

2,8

3,0

2,2

2,8

2,7

-0,1

-5,0

1,8

2,0

1,8

1,7

1,7

2,0

UE - 27

3,9

2,0

1,2

1,3

2,5

2,0

3,2

3,0

0,5

-4,2

1,8

1,8

-

-

1,8

1,7

Usa

3,7

1,1

1,8

2,5

3,6

3,1

2,7

1,9

0,0

-2,6

2,7

2,1 (*)

2,7

2,2

2,8

3,0

Giappone

2,9

0,2

0,3

1,4

2,7

1,9

2,0

2,4

-1,2

-5,2

3,5

1,3 (*)

3,7

1,7

4,3

1,6

 

(*)        Le previsioni 2011 della Commissione UE per USA e Giappone sono tratte dall’Autumn forecast.

 

Fonte:Per i dati di consuntivo dei paesi europei, Commissione UE, Statistical Annex of European Economy - Autumn 2010 (novembre 2010).

             I dati di consuntivo 2002-2009 relativi agli USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic outlook (ottobre 2010). Per gli anni precedenti, FMI, World Economic outlook Database.

     


Prodotto interno lordo – Confronti internazionali - Anni 2000-2011


2010-2011 Previsioni

 
(variazioni % a prezzi costanti)

 

Fonte: Per i paesi della UE, dati Commissione europea; per USA, dati FMI.

 


OCCUPAZIONE

 


Gli indicatori del mercato del lavoro

Occupati[3]

Nella rilevazione sulle forze di lavoro, comprendono le persone residenti di 15 anni e più che nella settimana di riferimento:

§      hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura;

§      hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente;

§      sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia).

I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera i tre mesi oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50 per cento della retribuzione. Gli indipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se durante il periodo di assenza, mantengono l’attività; fanno eccezione i coadiuvanti familiari, che sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.

Persone in cerca di occupazione

Comprendono le persone non occupate tra 15 e 74 anni che:

§      hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nei 30 giorni che precedono l’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista;

§      oppure

§      inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla data dell’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.

Unità di lavoro standard (o Equivalente tempo pieno)

Rappresenta la quantità di lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da lavoratori che svolgono un doppio lavoro, a prescindere dalla residenza del lavoratore.

Questo indicatore non è più legato alla singola persona fisica, ma risulta ragguagliato a un numero di ore annue corrispondenti a un’occupazione esercitata a tempo pieno, numero che può diversificarsi in funzione della differente attività lavorativa.

Esso quantifica dunque in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano al processo di produzione realizzato sul territorio economico di un paese ed è l’indice utilizzato per l’occupazione nelle stime di contabilità nazionale.

Tasso di attività

Rapporto tra le forze di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione) di età compresa tra i 15 ed i 64 anni e la popolazione della stessa classe di età.

Tasso di occupazione

Rapporto tra le persone occupate di età compresa tra i 15 ed i 64 anni e la popolazione della stessa classe di età.

Tasso di disoccupazione

Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione).


Occupazione – Consuntivo 2001-2010

 

 

Lavoro

ISTAT

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Numero occupati

21.604

21.913

22.241

22.404

22.563

22.988

23.222

23.405

23.025

-

Numero occupati– variazione %

1,9

1,4

1,5

0,7

0,7

1,9

1,0

0,1

-1,6

-

Totale Unità di lavoro standard

23.828,6

24.132,2

24.282,9

24.373,0

24.411,6

24.788,7

25.026,4

24.938,1

24.222,5

24.046,8

Unità di lavoro standard - variazione %

1,8

1,3

0,6

0,4

0,2

1,5

1,0

-0,4

-2,9

-0,7

Tasso di attività

61,6

62,1

62,9

62,5

62,4

62,7

62,5

63,0

62,4

-

Tasso di occupazione

55,9

56,7

57,5

57,4

57,5

58,4

58,7

58,7

57,5

-

Tasso di disoccupazione

9,1

8,6

8,4

8,0

7,7

6,8

6,1

6,7

7,8

-

 

 

Occupazione – Previsioni

 

Lavoro

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

DFP 2011-2013
settembre 2010

gennaio 2011

gennaio 2011

dicembre 2010

dicembre 2010

 

2011

2012

2013

2011

2012

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Occupazione – Variazione %
(unità di lavoro standard)

0,7

0,8

1,0

0,1

0,3

0,3

0,8

-0,1

0,1

0,1

0,9

Tasso di attività

-

-

 

62,4

62,4

-

-

63,4

63,6

-

-

Tasso di occupazione

57,3

57,9

58,6

56,7

56,9

57,3

57,8

-

-

-

-

Tasso di disoccupazione

8,7

8,6

8,4

9,0

8,7

9,7

9,4

8,7

8,8

8,9

8,9


Disoccupazione – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2000-2009 e previsioni 2010-2011

(in % della forza lavoro)

 

DISOCCUPAZIONE

CONSUNTIVO
Commissione EU e FMI

Commissione UE
novembre 2010

OCSE

novembre 2010

FMI

ottobre 2010

 

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2010

2011

2010

2011

Italia

10,1

9,1

8,6

8,4

8,0

7,7

6,8

6,1

6,7

7,8

8,4

8,3

8,6

8,5

8,7

8,6

Francia

9,0

8,3

8,6

9,0

9,3

9,3

9,2

8,4

7,8

9,5

9,6

9,5

9,3

9,1

9,8

9,8

Germania

7,5

7,6

8,4

9,3

9,8

10,7

9,8

8,4

7,3

7,5

7,3

6,7

6,9

6,3

7,1

7,1

Spagna

11,1

10,3

11,1

11,1

10,6

9,2

8,5

8,3

11,3

18,0

20,1

20,2

19,8

19,1

19,9

19,3

AREA EURO

8,5

8,0

8,4

8,9

9,0

9,0

8,4

7,5

7,5

9,5

10,1

10,0

9,9

9,6

10,1

10,0

Regno Unito

5,4

5,0

5,1

5,0

4,7

4,8

5,4

5,3

5,6

7,6

7,8

7,9

7,9

7,8

7,9

7,4

UE-27

8,7

8,5

8,9

9,0

9,1

8,9

8,2

7,2

7,0

8,9

9,6

9,5

-

-

-

-

Usa

4,0

4,7

5,8

6,0

5,5

5,1

4,6

4,6

5,8

9,3

9,6

9,4

9,7

9,5

9,7

9,6

Giappone

4,7

5,0

5,4

5,3

4,7

4,4

4,1

3,9

4,0

5,1

5,1

4,9

5,1

4,9

5,1

5,0

 

Fonte:Per i dati di consuntivo dei paesi europei, Commissione UE, Statistical Annex of European Economy - autumn 2010 (novembre 2010). Per l’Italia, dati ISTAT.

             I dati di consuntivo relativi agli USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic outlook Database.

 


Disoccupazione – Confronti internazionali - Anni 2000-2011
(in % delle forze lavoro)


 

 


Fonte: per i paesi della UE, dati della Commissione Europea, per USA, dati FMI.

 


INFLAZIONE

 


Gli indicatori dell’inflazione

 

 

L'inflazione al consumo è un processo di aumento del livello generale dei prezzi dell'insieme dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Generalmente, si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo.

Un indice dei prezzi al consumo è uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi, chiamato paniere, rappresentativo dei consumi delle famiglie in uno specifico anno.

 

In particolare, l'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l'intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e impiegati (FOI) e l'indice armonizzato europeo (IPCA).

 

§      L’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) misura l'inflazione a livello dell'intero sistema economico italiano.

 

§      L’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (non agricolo). E' l'indice usato per adeguare periodicamente i valori monetari (ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato).

Questi due indici vengono calcolati anche nella versione che esclude il consumo dei tabacchi.

 

§      L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) è stato sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione comparabile a livello europeo. Infatti viene assunto come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell'Unione Europea, ai fini dell'accesso e della permanenza nell'Unione monetaria.

 

I tre indici si basano su un'unica rilevazione e sulla stessa metodologia di calcolo, condivisa a livello internazionale.

L’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e quello per le famiglie di operai e impiegati (FOI) si basano sullo stesso paniere, ma il peso attribuito a ogni bene o servizio è diverso, a seconda dell'importanza che questi rivestono nei consumi della popolazione di riferimento. Per il NIC la popolazione di riferimento è l'intera popolazione italiana, che conta oltre 57 milioni di persone; per il FOI è l'insieme di famiglie che fanno capo a un operaio o un impiegato.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo ha in comune con l’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici perché il paniere esclude, sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto, i concorsi pronostici e i servizi relativi alle assicurazioni sulla vita.

Un'ulteriore differenziazione riguarda il concetto di prezzo considerato. L’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività e quello per le famiglie di operai e impiegati considerano il prezzo pieno di vendita; l’indice armonizzato dei prezzi al consumo si riferisce invece al prezzo effettivamente pagato dal consumatore. Ad esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato europeo il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota effettivamente a carico del consumatore (il ticket); l’indice armonizzato europeo tiene inoltre conto delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni).

 

Un ulteriore indice del livello generale dei prezzi è il deflatore del PIL, che consente di evidenziare, nell’ambito della variazione del PIL nominale, la componente riconducibile alla variazione dei prezzi dei beni e servizi. Esso viene calcolato come rapporto tra il valore dei beni e servizi nell’anno considerato e il valore che gli stessi avevano in un anno precedente assunto come termine di riferimento.

Si differenzia dagli indici dei prezzi al consumo in quanto:

§      non considera i beni prodotti all’estero;

§      non fa riferimento ad un paniere costante di beni, ma alla produzione corrente.

 

Più in generale, il deflatore è un indicatore implicito dei prezzi che viene calcolato mediante il rapporto tra due grandezze concernenti il medesimo aggregato economico (produzione, consumi, investimenti, importazioni, esportazioni…) misurate l’una in termini nominali (a moneta corrente) e l’altra in termini reali (a moneta costante).

 

Il tasso di inflazione programmata rappresenta il tasso di inflazione fissato nel Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) come valore di riferimento per l’anno successivo. Tale tasso viene indicato in relazione all’indice generale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati (FOI), esclusi i tabacchi.

Il tasso di inflazione programmata rappresenta il parametro di riferimento per la definizione degli aumenti salariali nella contrattazione nazionale (sono peraltro previsti meccanismi successivi di adeguamento degli aumenti di salario nel caso in cui si registri, per un periodo significativo, un’inflazione effettiva superiore a quella programmata).

 


Inflazione – Consuntivo 2001-2010

 

Inflazione

ISTAT

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Indice prezzi al consumo (NIC)

2,7

2,5

2,7

2,2

1,9

2,1

1,8

3,3

0,8

1,5

Indice prezzi al consumo al netto dei tabacchi

2,8

2,5

2,6

2,1

1,8

2,1

1,9

3,3

-

-

Indice armonizzato prezzi al consumo (IPCA)

2,3

2,6

2,8

2,3

2,2

2,2

2,0

3,5

0,8

1,6

Deflatore del PIL

2,6

2,7

2,9

2,7

2,1

1,8

2,6

2,8

2,3

0,6

Indice generale dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (esclusi i tabacchi) (FOI)

2,7

2,4

2,5

2,0

1,7

2,0

1,7

3,2

0,7

1,6

 

 

 

Inflazione – Previsioni

 

Inflazione

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

DFP 2011-2013
settembre 2010

gennaio 2011

gennaio 2011

dicembre 2010

dicembre 2010

 

2011

2012

2013

2011

2012

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Inflazione programmata (*)

1,5

1,5

1,5

-

-

-

-

-

-

-

-

Indice prezzi al consumo (NIC)

-

-

 

1,7

1,8

2,2

1,6

1,6

1,9

1,8

1,9

Indice armonizzato prezzi al consumo (IPCA) al netto energetici

2,0

1,8

1,7

-

-

-

-

-

-

-

-

Deflatore del PIL

1,8

1,9

1,9

-

-

-

-

2,0

2,2

-

-

Deflatore dei consumi

1,8

1,9

1,9

-

-

-

-

-

-

-

-

      (*)  Il dato relativo all’inflazione programmata è sempre fissato nel Documento di programmazione, ora Decisione di finanza pubblica.


Inflazione – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2000-2009 e previsioni 2010-2011

 

Inflazione

Consuntivo
Commissione UE e FMI

Commissione UE

OCSE

FMI

Autumn forecast
nov. ‘10

Interim forecast
feb. ‘11

novembre 2010

ottobre 2010

 

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2010

2011

2010

2011

Italia

2,6

2,3

2,6

2,8

2,3

2,2

2,2

2,0

3,5

0,8

1,6

2,2

1,5

1,4

1,6

1,7

Francia

1,8

1,8

1,9

2,2

2,3

1,9

1,9

1,6

3,2

0,1

1,7

2,0

1,6

1,1

1,6

1,6

Germania

1,4

1,9

1,4

1,0

1,8

1,9

1,8

2,3

2,8

0,2

1,1

2,2

1,0

1,2

1,3

1,4

Spagna

3,5

2,8

3,6

3,1

3,1

3,4

3,6

2,8

4,1

-0,2

1,7

2,4

1,5

0,9

1,5

1,1

AREA EURO

2,2

2,4

2,3

2,1

2,2

2,2

2,2

2,1

3,3

0,3

1,5

2,2

1,5

1,3

1,6

1,5

Regno Unito

0,8

1,2

1,3

1,4

1,3

2,1

2,3

2,3

3,6

2,2

3,2

3,4

3,1

2,6

3,1

2,5

UE – 27

1,9

2,2

2,1

2,0

2,0

2,3

2,3

2,6

3,7

1,0

2,0

2,5

-

-

-

-

Usa

3,4

2,8

1,6

2,3

2,7

3,4

3,2

2,9

3,8

-0,3

1,7

1,2 (*)

1,6

1,1

1,4

1,0

Giappone

-0,8

-0,7

-0,9

-0,3

0,0

-0,3

0,3

0,0

1,4

-1,4

-1,3

-0,5 (*)

-0,9

-0,8

-1,0

-0,3

N.B.: Indice dei prezzi al consumo. Per i paesi della UE: indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP).

(*)        Le previsioni 2011 della Commissione UE per USA e Giappone sono tratte dall’Autumn forecast.

 

Fonte:Per i dati di consuntivo dei paesi europei 2006-2009, Commissione UE, Autumn forecast 2010 (novembre 2010). Per gli anni precedenti, dati EUROSTAT. Per l’Italia, dati ISTAT.

             I dati di consuntivo 2002-2009 relativi agli USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic outlook (ottobre 2010). Per il 2000-2001, precedenti rapporti FMI.

 


Inflazione – Confronti internazionali – Anni 2000-2011

 


2010-2011 Previsioni

 
 

 


Fonte: per i paesi della UE: indice armonizzato dei prezzi al consumo (Commissione Europea), per USA: indice dei prezzi al consumo (FMI).

 


TASSI DI INTERESSE

 


Tassi ufficiali – Anni 2001-2009

(Valori di fine periodo – in %)

 

Periodo

Area Euro

Regno Unito

Stati Uniti

Giappone

Dicembre 2001

3,25

4,00

1,75

0,10

Dicembre 2002

2,75

4,00

1,25

0,10

Dicembre 2003

2,00

3,75

1,00

0,10

Dicembre 2004

2,00

4,75

2,25

0,10

Dicembre 2005

2,25

4,50

4,25

0,10

Dicembre 2006

3,50

5,00

5,25

0,40

Dicembre 2007

4,00

5,50

4,25

0,75

Dicembre 2008

2,50

2,00

0,00 - 0,25*

0,10

Dicembre 2009

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Area Euro: tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali; Regno Unito: base rate;
Stati Uniti: tasso obiettivo sui Federal funds; Giappone: tasso di sconto
(basic loan rate).
* Il tasso è flessibile entro un margine di 0,25 punti percentuali.

Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale.

 


Tassi ufficiali – Anni 2010-2011

(Valori di fine periodo)

Periodo

Area Euro

Regno Unito

Stati Uniti

Giappone

2010

Gennaio

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Febbraio

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Marzo

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Aprile

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Maggio

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Giugno

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Luglio

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Agosto

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Settembre

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Ottobre

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Novembre

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Dicembre

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

2011

Gennaio

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Febbraio

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,30

Area Euro: tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali; Regno Unito: base rate; Stati Uniti: tasso obiettivo sui Federal funds; Giappone: tasso di sconto (basic loan rate). Fonte: rispettivi siti istituzionali delle Banche centrali.

Fonte: rispettivi siti istituzionali delle Banche centrali.


Rendimenti dei titoli di Stato – Anni 2001-2009

(Valori medi nel periodo)

 

PERIODO

RENDIMENTI LORDI

BTP

CCT

3 anni

5 anni

10 anni

Totale

2001

4,308

4,638

5,188

4,722

4,424

2002

4,037

4,488

5,036

4,445

3,449

2003

2,809

3,358

4,247

3,578

2,361

2004

2,794

3,337

4,258

3,588

2,193

2005

2,573

2,898

3,553

3,160

2,305

2006

3,553

3,707

4,045

3,858

3,305

2007

4,214

4,276

4,488

4,405

4,226

2008

4,133

4,296

4,688

4,463

4,541

2009

2,376

3,166

4,311

3,536

1,715

 

Fonte:  Banca d’Italia, Supplemento al Bollettino Statistico “Mercato finanziario”.

 


Rendimenti dei titoli di Stato – Anno 2010-201

(Valori medi nel periodo)

 

PERIODO

RENDIMENTI LORDI

BTP

CCT

3 anni

5 anni

10 anni

Totale

2010

2,175

2,899

4,034

3,353

1,729

Gennaio

2,131

2,857

4,078

3,245

1,051

Febbraio

2,050

2,916

4,047

3,270

1,099

Marzo

1,796

2,751

3,941

3,144

1,237

Aprile

1,814

2,737

3,996

3,172

1,243

Maggio

2,025

2,792

3,985

3,328

1,738

Giugno

2,248

2,977

4,102

3,471

2,295

Luglio

2,180

2,855

4,026

3,347

1,828

Agosto

2,008

2,642

3,802

3,151

1,759

Settembre

2,139

2,747

3,862

3,275

1,810

Ottobre

2,077

2,695

3,800

3,233

1,876

Novembre

2,652

3,222

4,184

3,633

2,171

Dicembre

2,975

3,608

4,603

3,963

2,543

2011

 

 

 

 

 

Gennaio

3,142

3,795

4,729

4,066

2,795

Fonte:  Banca d’Italia, Supplemento al Bollettino Statistico “Mercato finanziario” n. 9 (14 febbraio 2011).


Tassi di interesse a lungo termine(1) nei principali paesi industrializzati
Anni 2001-2008

(valori medi nel periodo)

PERIODO

Stati Uniti

Giappone

Germania

Francia

Italia

Regno Unito

2001

5,02

1,34

4,80

4,94

5,19

5,01

2002

4,61

1,27

4,78

4,86

5,03

4,91

2003

4,01

0,99

4,07

4,13

4,25

4,58

2004

4,27

1,50

4,04

4,10

4,26

4,93

2005

4,29

1,38

3,35

3,41

3,56

4,46

2006

4,79

1,74

3,76

3,80

4,05

4,38

2007

4,63

1,67

4,22

4,30

4,49

5,06

2008

3,67

1,48

3,98

4,23

4,68

4,50

1)    Rendimenti lordi (mercato secondario); dati medi. Per gli Stati Uniti: titoli e obbligazioni del Tesoro a 10 anni; per la Germania: obbligazioni pubbliche a 9-10 anni; per il Giappone, la Francia e il Regno Unito obbligazioni pubbliche a 10 anni; per l’Italia: rendimento sui BTP guida a 10 anni quotati sul mercato telematico.

 

Fonte:  Banca d’Italia, Relazione annuale.


Tassi di interesse a lungo termine(1) nei principali paesi industrializzati
Anno 2009-2010

(Valori medi nel periodo)

 

PERIODO

Stati Uniti

Giappone

Germania

Francia

Italia

Regno Unito

2009

3,26

1,34

3,22

3,65

4,31

3,36

Gennaio

2,52

1,25

3,07

3,60

4,62

3,17

Febbraio

2,87

1,29

3,13

3,68

4,54

3,23

Marzo

2,82

1,30

3,02

3,65

4,46

3,00

Aprile

2,93

1,44

3,13

3,66

4,36

3,16

Maggio

3,29

1,44

3,37

3,80

4,42

3,41

Giugno

3,72

1,47

3,47

3,90

4,61

3,53

Luglio

3,56

1,34

3,34

3,73

4,37

3,55

Agosto

3,59

1,37

3,31

3,59

4,12

3,45

Settembre

3,40

1,31

3,26

3,59

4,09

3,42

Ottobre

3,39

1,33

3,21

3,56

4,10

3,34

Novembre

3,40

1,35

3,22

3,56

4,06

3,47

Dicembre

3,59

1,26

3,14

3,47

4,01

3,61

2010

 

 

 

 

 

 

Gennaio

3,73

1,33

3,26

3,52

4,08

4,00

Febbraio

3,69

1,33

3,17

3,50

4,05

4,02

Marzo

3,73

1,34

3,10

3,44

3,95

3,98

Aprile

3,85

1,35

3,06

3,40

4,00

3,96

1)    Rendimenti lordi (mercato secondario); dati medi. Per gli Stati Uniti: titoli e obbligazioni del Tesoro a 10 anni; per la Germania: obbligazioni pubbliche a 9-10 anni; per il Giappone, la Francia e il Regno Unito obbligazioni pubbliche a 10 anni; per l’Italia: rendimento sui BTP guida a 10 anni quotati sul mercato telematico.

 

Fonte:  Banca d’Italia, Relazione annuale (31 maggio 2010).

 


TASSI DI CAMBIO

 


Quotazioni dell’euro espresse nelle principali valute - Anni 2001-2009

(Valori medi nel periodo)

 

Periodo

Dollaro USA

Yen giapponese

Franco svizzero

Sterlina britannica

Corona danese

Corona svedese

2001

0,896

108,68

1,511

0,6219

7,452

9,255

2002

0,946

118,06

1,467

0,6288

7,431

9,161

2003

1,131

130,97

1,521

0,6920

7,431

9,124

2004

1,244

134,44

1,544

0,6787

7,440

9,124

2005

1,244

136,85

1,548

0,6838

7,452

9,282

2006

1,256

146,02

1,573

0,6817

7,459

9,254

2007

1,371

161,25

1,643

0,6843

7,451

9,250

2008

1,471

152,45

1,587

0,796

7,456

9,615

2009

1,395

130,35

1,510

0,8910

7,446

10,619

Fonte:     Banca d’Italia, Relazione annuale.


Quotazioni dell’euro espresse nelle principali valute - Anni 2010-2011

(Valori medi nel periodo)

Periodo

Dollaro USA

Yen giapponese

Franco svizzero

Sterlina britannica

Corona danese

Corona svedese

2010

1,326

116,24

1,380

0,8578

7,447

9,537

Gennaio

1,427

130,34

1,476

0,8830

7,442

10,194

Febbraio

1,369

123,46

1,467

0,8760

7,444

9,950

Marzo

1,357

123,03

1,448

0,9016

7,441

9,727

Aprile

1,341

125,33

1,434

0,8746

7,443

9,662

Maggio

1,257

115,83

1,418

0,8571

7,442

9,664

Giugno

1,221

110,99

1,377

0,8277

7,441

9,572

Luglio

1,277

111,73

1,346

0,8357

7,452

9,495

Agosto

1,289

110,04

1,341

0,8236

7,450

9,422

Settembre

1.307

110,26

1,309

0,8399

7,448

9,224

Ottobre

1,390

113,67

1,245

0,8764

7,457

9,279

Novembre

1,366

112,69

1,344

0,8551

7,455

9,317

Dicembre

1,322

110,11

1,281

0,8481

7,453

9,056

2011

 

 

 

 

 

 

Gennaio

1,336

110,38

1,278

0,8471

7,452

8,912

Fonte: BCE Monthly bullettin, febbraio 2011.

 


Quotazioni dell’euro rispetto alle principali valute

(Valori medi mensili)

2001

 

2002

 

2003

 

2004

 

2005

 

2006

 

2007

 

2008

 

2009

 

2010

 

2001

 

2002

 

2003

 

2004

 

2005

 

2006

 

2007

 

2008

 

2009

 

2010

 

x

 


BILANCIA DEI PAGAMENTI

 


La bilancia dei pagamenti registra le transazioni economiche intervenute in un dato periodo tra i residenti e i non residenti di un’economia. Le transazioni economiche consistono nel passaggio di proprietà di risorse sia reali (beni, servizi, redditi) che finanziarie.

Il segmento della bilancia dei pagamenti che misura le importazioni e le esportazioni di merci, è la bilancia commerciale.

 

Bilancia dei pagamenti – Consuntivo 2001-2010

(Valori assoluti - milioni di euro - e in % del PIL)

Bilancia dei pagamenti

Banca d’Italia

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010 *

Saldo corrente

-740

-10.014

-17.352

-13.077

-23.647

-38.346

-37.714

-46.002

-31.677

-54.271

% del PIL

-0,1

-0,8

-1,3

-0,9

-1,7

-2,6

-2,4

-2,9

-2,1

-3,5

Saldo conto capitale

936

-67

2.251

1.700

1.347

1.826

2.261

-179

-79

563

% del PIL

0,1

0,0

0,2

0,1

0,1

0,1

0,1

0,0

0,0

0,0

Saldo finanziario

-3.294

8.532

17.318

9.024

20.898

25.404

26.212

29.758

24.442

90.064

% del PIL

-0,3

0,7

1,3

0,6

1,5

1,7

1,7

1,9

1,6

5,8

Errori ed omissioni

3.098

1.549

-2.217

2.353

1.402

11.116

9.241

16.423

7.314

-36.356

*           Dati provvisori

Fonte: Banca d’Italia, Supplemento al Bollettino statistico “Bilancia dei pagamenti e posizione patrimoniale sull’estero” n. 10 (22 febbraio 2011).

 

Bilancia dei pagamenti – Previsioni

(Valori in % del PIL)

Bilancia dei pagamenti

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

DFP 2011-2013
settembre 2010

gennaio 2011

gennaio 2011

dicembre 2010

dicembre 2010

 

2011

2012

2013

2010

2011

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Saldo corrente

-3,2

-2,9

-2,6

-4,0

-3,6

-

-

-

-

-

-

Saldo corrente e capitale

-

-

-

-

-

-4,3

-3,5

-3,4

-2,8

-

-

 


SEZIONE II

 

ANDAMENTI DI FINANZA PUBBLICA

 


 

Il conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni

 

 

Il Conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni espone le entrate e le spese del settore istituzionale delle amministrazioni pubbliche, nell’ambito del sistema di contabilità nazionale. Esso viene predisposto in termini di competenza economica, secondo i criteri definiti dal Sistema europeo dei conti (SEC95).

Nel conto economico consolidato delle P.A. sono registrate solo le operazioni finali in grado di incidere sulla situazione economica o patrimoniale degli altri settori istituzionali, mentre sono escluse tutte le operazioni finanziarie con le quali ad una passività di un settore corrisponde una attività di un altro (concessione di mutui, partecipazioni e conferimenti, riscossione di crediti).

Il conto consolidato delle P.A. è il quadro contabile di riferimento per la programmazione degli obiettivi di finanza pubblica, sia a livello comunitario (negli aggiornamenti annuali del programma di stabilità) sia a livello nazionale (nel documento di programmazione economico-finanziaria).

Le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato sono individuate annualmente in un elenco pubblicato dall’ISTAT. L'elenco è stato, da ultimo, aggiornato dall’ISTAT con Comunicato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 171 del 24 luglio 2010.

Le spese (o uscite) si dividono in:

§      spese correnti (o uscite correnti), destinate alla produzione ed al funzionamento dei vari servizi delle amministrazioni pubbliche, nonché alla redistribuzione dei redditi per fini non direttamente produttivi.

§      spese in conto capitale (o uscite in conto capitale), che incidono direttamente o indirettamente sulla formazione di capitale.

 

Le principali spese correnti sono:

§      le spese per redditi da lavoro dipendente, cioè il costo sostenuto dalle amministrazioni pubbliche a titolo di remunerazione dell'attività prestata alle proprie dipendenze dai lavoratori sia manuali che intellettuali;

§      le spese per consumi intermedi, che corrispondono al valore dei beni e dei servizi consumati quali input nel processo produttivo e nelle attività delle pubbliche amministrazioni, con esclusione del capitale fisso (il cui consumo è registrato come ammortamento). I beni e i servizi possono essere trasformati oppure esauriti nel processo produttivo;

Si segnala in proposito una differenza tra i dati forniti dall’ISTAT ed i dati contenuti nei documenti di finanza pubblica del Governo; questi ultimi comprendono infatti, oltre ai consumi intermedi secondo la definizione riportata (cd. consumi intermedi in senso stretto), anche le prestazioni sociali in natura.

§      le spese per prestazioni sociali in denaro e in natura, costituite dai trasferimenti in denaro e in natura alle famiglie da parte delle pubbliche amministrazioni finalizzati a sollevare queste ultime dagli oneri derivanti da determinati rischi o bisogni (quali malattia, vecchiaia, morte, invalidità, disoccupazione…). Le prestazioni sociali in natura, sono individuate nel conto economico consolidato pubblicato dall’ISTAT secondo la definizione ad esse data dal SEC 95 di “acquisto di beni e servizi prodotti da produttori market”.

§      le spese per interessi passivi, relativi principalmente agli interessi da corrispondere su titoli del debito pubblico.

Fra le ulteriori spese correnti si ricordano l’acquisto di beni e servizi corrispondenti a prestazioni sociali (prestazioni sociali in natura), gli ammortamenti, le imposte indirette, i contributi alla produzione gli aiuti internazionali e gli ulteriori trasferimenti correnti (all’UE, alle istituzioni sociali private, alle famiglie e alle imprese).

 

Le spese in conto capitale (o uscite in conto capitale) sono costituite principalmente dagli investimenti fissi lordi, costituti dalle acquisizioni, al netto delle cessioni, di capitale fisso effettuate dalle pubbliche amministrazioni . Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali destinati a essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno.

Fra le ulteriori spese in conto capitale si ricordano i contributi agli investimenti (soprattutto in favore di imprese) e altri trasferimenti in conto capitale (anch’essi soprattutto in favore di imprese).

 

Le spese (o uscite) complessive corrispondono alla somma delle spese correnti e delle spese in conto capitale.

Anche le entrate sono suddivise in entrate correnti e entrate in conto capitale.

 

Le entrate correnti sono costituiteprincipalmente da:

§      entrate tributarie, suddivise in:

-       entrate derivanti da imposte dirette, il cui presupposto è costituito da una manifestazione immediata di capacità contributiva, quale la percezione di un reddito o il possesso di un patrimonio;

-       entrate derivanti da imposte indirette, il cui presupposto è costituito da una manifestazione mediata di capacità contributiva, rilevata, ad esempio, al momento del consumo o dello scambio di un bene o del trasferimento di un’attività patrimoniale,

§      contributi sociali, suddivisi in:

-       contributi sociali effettivi, che comprendono i versamenti effettuati agli organismi della sicurezza sociale dai datori di lavoro, a beneficio dei loro dipendenti, e dai lavoratori dipendenti o non dipendenti o anche da persone non occupate, a proprio beneficio al fine di garantirsi le prestazioni sociali. Tali versamenti comprendono tutti i contributi obbligatori e volontari, relativi all'assicurazione contro i rischi di malattia, maternità, invalidità, vecchiaia e superstiti, disoccupazione, infortuni sul lavoro e malattie professionali e per gli assegni familiari;

-       contributi sociali figurativi, definiti, in base al SEC95, come la contropartita delle prestazioni sociali erogate direttamente – cioè senza passare per gli organismi della sicurezza sociale - dai datori di lavoro pubblici ai loro dipendenti, ex dipendenti ed aventi diritto. Comprendono le pensioni provvisorie corrisposte dallo Stato e da altre amministrazioni pubbliche ai propri dipendenti in quiescenza (da contabilizzare al netto delle ritenute pensionistiche), le aggiunte di famiglia, l’equo indennizzo, i sussidi al personale, le rendite, le indennità temporanee e le spese per cure e infortuni.

 

Le entrate in conto capitale sono le entrate derivanti da imposte in conto capitale, da cofinanziamenti dell’Unione europea e da trasferimenti in conto capitale delle imprese e delle famiglie.

 

Le imposte in conto capitale: si tratta delle imposte percepite a intervalli irregolari, e solo saltuariamente, sul valore delle attività o del patrimonio netto o sul valore dei beni trasferiti per effetto di lasciti, donazioni o altri trasferimenti. Comprendono:

a)  le imposte sui trasferimenti in conto capitale, quali le imposte sulle successioni e sulle donazioni, con esclusione delle imposte sulle vendite di beni (che non costituiscono trasferimenti);

b)  le imposte straordinarie sulle attività o sul patrimonio netto (quali i condoni).

 

Le entrate complessive corrispondono alla somma delle entrate correnti e delle entrate in conto capitale.

 

La pressione fiscale indica l’incidenza percentuale sul PIL del complesso delle entrate tributarie (imposte dirette, indirette e in conto capitale) e contributive (contributi sociali effettivi e figurativi).

Il dato fornito è al lordo delle imposte dirette pagate allo Stato dalle altre amministrazioni pubbliche.

 

Il saldo corrente è il saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra entrate correnti e spese correnti.

 

Il saldo primario è il saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra entrate complessive ed uscite complessive al netto della spesa per interessi passivi. Rappresenta uno dei principali indicatori per valutare la sostenibilità delle finanza pubbliche. Può essere scomposto in saldo corrente primario (differenza tra entrate correnti e uscite correnti al netto degli interessi passivi) e saldo in conto capitale (differenza tra entrate in conto capitale e uscite in conto capitale).

 

L’indebitamento netto è il saldo conclusivo del conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni, risultante dalla differenza tra le spese complessive e le entrate complessive; se le entrate superano le spese, si ha “accreditamento netto”. E’ il parametro di riferimento per il rispetto dei vincoli sul disavanzo (o deficit) previsti a livello europeo.


Conto economico delle amministrazioni pubbliche in valori assoluti – Consuntivo 2001-2010

(milioni di euro)

Conto delle P.A.

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Entrate correnti

558.872

571.231

579.569

607.047

625.682

676.614

719.858

727.737

700.091

715.115

- entrate tributarie (imposte dir. e indir.)

360.950

364.728

365.515

380.833

392.551

434.180

460.273

455.424

428.857

442.024

 - contributi sociali (effettivi e figurativi)

153.823

161.275

168.776

175.968

183.445

189.691

205.259

215.908

213.542

214.508

Entrate in c/capitale

3.469

5.667

22.290

12.180

6.285

4.383

4.534

3.970

15.647(*)

7.187

Entrate complessive

562.341

576.898

601.859

619.227

631.967

680.997

724.392

731.707

715.738

722.302

Uscite correnti

548.765

567.051

590.664

612.820

634.731

655.889

685.417

715.460

731.339

739.614

- uscite correnti al netto interessi

470.001

495.532

522.314

547.051

568.666

587.311

607.965

634.147

660.931

669.462

di cui
- Redditi da lavoro dipendente

131.647

137.621

144.749

149.866

156.542

163.220

163.989

169.650

171.026

171.905

- Consumi intermedi

64.289

67.154

70.809

75.039

78.577

77.667

81.016

85.606

91.202

91.600

- Prestazioni sociali in denaro

202.332

214.078

224.485

234.701

242.345

252.178

264.387

277.183

291.468

298.199

- Prestazioni sociali in natura

31.757

33.681

34.824

37.949

40.246

41.336

41.860

42.780

44.975

45.409

- interessi passivi

78.386

72.520

68.573

66.227

66.534

69.096

77.452

81.313

70.408

70.152

Uscite in c/capitale

52.077

46.932

57.809

54.979

58.668

74.511

62.516

58.952

66.140

53.899

 - investimenti fissi lordi

29.630

22.468

32.778

33.426

33.711

34.786

35.796

34.968

38.060

31.879

Uscite complessive

600.842

613.983

648.473

667.799

693.399

730.400

747.933

774.412

797.479

793.513

Saldo correntedella P.A.
(entrate correnti – spese correnti)

10.107

4.180

-11.095

-5.773

-9.049

20.725

34.441

12.277

-31.248

-24.499

Saldo primario della P.A.
(indebitamento netto – spesa per interessi)

40.263

34.434

21.736

17.197

4.633

19.175

53.911

38.608

-11.333

-1.059

Indebitamento netto della P.A.

-38.123

-38.086

-46.837

-49.030

-61.901

-49.921

-23.541

-42.705

-81.741

-71.211

(*)     Le maggiori entrate in c/capitale nel 2009 sono ascrivibili, per un importo di circa 5 miliardi, ai prelievi operati in base al c.d. scudo fiscale (L. n. 102/2009), classificati come imposte in conto capitale.

 

Fonte: ISTAT, PIL e indebitamento AP – Anni 2008-2010 (1 marzo 2011). Anni 2001-2006, Conti ed aggregati economici delle Amministrazioni pubbliche – Anni 2000-2009 (28 giugno 2010).


Conto economico delle amministrazioni pubbliche – Consuntivo 2001-2010
variazioni sull’anno precedente a prezzi correnti

 

 

Conto delle P.A.

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Entrate correnti

4,4

2,2

1,5

4,7

3,1

8,1

6,4

1,1

-3,8

2,1

 - entrate tributarie (imposte dir. e indir.)

4,1

1,0

0,2

4,2

3,1

10,6

6,0

-1,1

-5,8

3,1

 - contributi sociali (effettivi e figurativi)

3,9

4,8

4,7

4,3

4,2

3,4

8,2

5,2

-1,1

0,5

Entrate in c/capitale

-31,2

63,4

293,3

-45,4

-48,4

-30,3

3,4

-12,4

294,1 (*)

-54,1

Entrate complessive

4,1

2,6

4,3

2,9

2,1

7,8

6,4

1,0

-2,2

0,9

Uscite correnti

5,6

3,3

4,2

3,8

3,6

3,3

4,5

4,4

2,2

1,1

- uscite correnti al netto interessi

5,9

5,4

5,4

4,7

4,0

3,3

3,5

4,3

4,2

1,3

di cui:
- Redditi da lavoro dipendente

5,9

4,5

5,2

3,5

4,5

4,3

0,5

3,5

0,8

0,5

- Consumi intermedi

7,4

4,5

5,4

6,0

4,7

-1,2

4,3

5,7

6,5

0,4

- Prestazioni sociali in denaro

3,5

5,8

4,9

4,6

3,3

4,1

4,8

4,8

5,2

2,3

- Prestazioni sociali in natura

15,3

6,1

3,4

9,0

6,1

2,7

1,3

2,2

5,1

1,0

 - interessi passivi

4,7

-7,5

-5,4

-3,4

0,5

3,9

12,1

5,0

-13,4

-0,4

Uscite in c/capitale

69,0

-9,9

23,2

-4,9

6,7

27,0

-16,1

-5,7

12,2

-18,5

 - investimenti fissi lordi

6,9

-24,2

45,9

2,0

0,9

3,2

2,9

-2,3

8,8

-16,2

Uscite complessive

 

9,2

2,2

5,6

3,0

3,8

2,4

3,5

3,0

-0,5

(*)     L’incremento delle maggiori entrate in c/capitale nel 2009 è ascrivibile, in prevalenza, agli introiti di carattere straordinario derivanti dai prelievi operati in base al c.d. scudo fiscale (L. n. 102/2009), per la regolarizzazione o rimpatrio di attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero da soggetti residenti, nonché ai versamenti una tantum dell’imposta sostitutiva di tributi in alcuni settori dell’economia, in particolare quello bancario (art. 15, D.L. 185/2008 conv. dalla L. 2/2009).

 

Fonte:Elaborazioni su dati ISTAT, PIL e indebitamento AP – Anni 2008-2010 (1 marzo 2011). Anni 2001-2006, Conti ed aggregati economici delle Amministrazioni pubbliche – Anni 2000-2009 (28 giugno 2010).

 


Conto economico delle amministrazioni pubbliche in % del PIL – Consuntivo 2001-2010

Conto delle P.A.

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Entrate correnti

44,8

44,1

43,4

43,6

43,8

45,6

46,6

46,4

46,1

46,2

 - entrate tributarie (imposte dir. e indir.)

28,9

28,2

27,4

27,4

27,5

29,2

29,8

29,0

28,2

28,5

 - contributi sociali (effettivi e figurativi)

12,3

12,5

12,6

12,6

12,8

12,8

13,3

13,8

14,1

13,8

Entrate in c/capitale

0,3

0,4

1,7

0,9

0,4

0,3

0,3

0,3

1,0

0,5

Entrate complessive

45,0

44,5

45,1

44,5

44,2

45,8

46,9

46,7

47,1

46,6

Uscite correnti

43,9

43,8

44,2

44,0

44,4

44,2

44,3

45,6

48,1

47,8

- uscite correnti al netto interessi

37,6

38,3

39,1

39,3

39,8

39,5

39,3

40,4

43,5

43,2

di cui:
- Redditi da lavoro dipendente

10,5

10,6

10,8

10,8

11,0

11,0

10,6

10,8

11,3

11,1

- Consumi intermedi

5,1

5,2

5,3

5,4

5,5

5,2

5,2

5,5

6,0

5,9

- Prestazioni sociali in denaro

16,2

16,5

16,8

16,9

17,0

17,0

17,1

17,7

19,2

19,3

- Prestazioni sociali in natura

2,5

2,6

2,6

2,7

2,8

2,8

2,7

2,7

3,0

2,9

 - interessi passivi

6,3

5,6

5,1

4,8

4,7

4,7

5,0

5,2

4,6

4,5

Uscite in c/capitale

4,2

3,6

4,3

4,0

4,1

5,0

4,0

3,8

4,4

3,5

 - investimenti fissi lordi

2,4

1,7

2,5

2,4

2,4

2,3

2,3

2,2

2,5

2,1

Uscite complessive

48,1

47,4

48,6

48,0

48,5

49,2

48,4

49,4

52,5

51,2

Pressione fiscale

41,3

40,8

41,4

40,6

40,4

42,0

43,1

42,9

43,1

42,6

Saldo correntedella P.A.
(entrate correnti – spese correnti)

0,8

0,3

-0,8

-0,4

-0,6

1,4

2,2

0,8

-2,1

-1,6

Saldo primario della P.A.
(indebitamento netto – spesa per interessi)

3,2

2,7

1,6

1,2

0,3

1,3

3,5

2,5

-0,7

-0,1

Indebitamento netto della P.A.

-3,1

-2,9

-3,5

-3,5

-4,3

-3,4

-1,5

-2,7

-5,4

-4,6

(*)     L’incremento delle maggiori entrate in c/capitale è ascrivibile, in prevalenza, agli introiti di carattere straordinario derivanti dai prelievi operati in base al c.d. scudo fiscale (L. n. 102/2009), per la regolarizzazione o rimpatrio di attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero da soggetti residenti, nonché ai versamenti una tantum dell’imposta sostitutiva di tributi in alcuni settori dell’economia, in particolare quello bancario (art. 15, D.L. 185/2008 conv. dalla L. 2/2009).

 

Fonte:Elaborazioni su dati ISTAT, PIL e indebitamento AP – Anni 2008-2010 (1 marzo 2011). Anni 2001-2006, Conti ed aggregati economici delle Amministrazioni pubbliche – Anni 2000-2009 (28 giugno 2010).

 


Conto economico delle amministrazioni pubbliche – Previsioni

(% del PIL)

Conto della P.A.

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

DFP 2011-2013
settembre 2010

gennaio 2011

gennaio 201

dicembre 2010

dicembre 2010

 

2011

2012

2013

2011

2012

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Entrate correnti

46,1

46,2

46,0

-

-

-

-

46,0

46,3

-

-

 - entrate tributarie (imposte dir. e indir.)

28,4

28,7

28,8

-

-

-

-

28,3

28,8

-

-

 - contributi sociali (effettivi e figurativi)

14,0

13,8

13,7

-

-

-

-

13,9

13,8

-

-

Entrate in c/capitale

0,5

0,5

0,4

-

-

-

-

0,4

0,4

-

-

Entrate complessive

46,5

46,7

46,4

46,6

47,0

-

-

46,4

46,7

46,6

46,7

Uscite correnti

47,1

46,2

45,6

-

-

47,8

47,8

47,7

46,8

-

-

 - uscite correnti al netto interessi

42,4

41,4

40,8

-

-

43,0

42,2

42,9

41,9

-

-

     - Redditi da lavoro dipendente

10,8

10,5

10,1

-

-

-

-

11,1

10,7

-

-

     - Consumi intermedi (*)

8,7

8,5

8,4

-

-

-

-

8,8

8,7

-

-

    - Prestazioni sociali in denaro
 (pensioni)

15,4

15,2

15,1

-

-

-

-

19,2

18,9

-

-

 - interessi passivi

4,7

4,8

4,8

4,8

4,9

4,8

5,0

4,7

4,9

4,7

4,8

Uscite in c/capitale

3,4

3,1

3,0

-

-

3,3

3,1

3,3

3,2

-

-

Uscite complessive

50,2

49,3

48,6

51,2

50,8

-

-

50,9

50,0

50,8

50,0

Pressione fiscale

42,4

42,6

42,4

42,5

42,8

42,8

42,8

42,3

42,6

-

-

Saldo correntedella P.A.
(entrate correnti – spese correnti)

-1,0

0,1

0,4

-

-

1,3

0,6

-1,6

-0,5

-

-

Saldo primario della P.A.
(indebitamento – spesa per interessi)

0,8

2,2

2,6

0,2

1,1

-0,6

-1,5

0,2

1,6

0,5

1,6

Indebitamento netto della P.A.

-3,9

-2,7

-2,2

-4,5

-3,8

-4,2

-3,4

-4,5

-3,4

-4,2

-3,2

(*)  Nei consumi intermedi sono comprese anche le prestazioni sociali in natura.


 

Conto economico delle amministrazioni pubbliche – 2001-2013

(% del PIL)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Indebitamento o accreditamento netto delle P.A. – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2000-2009 e previsioni 2010- 2011

(% del PIL)

Indebitamento netto
delle P.A.

Consuntivo
Commissione UE e FMI

Commissione UE
novembre 2010

OCSE

novembre2010

FMI

ottobre 2010

 

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2010

2011

2010

2011

Italia

-0,8

-3,1

-2,9

-3,5

-3,5

-4,3

-3,4

-1,5

-2,7

-5,3

-5,0

-4,3

-5,0

-3,9

-5,1

-4,3

Francia

-1,5

-1,5

-3,1

-4,1

-3,6

-2,9

-2,3

-2,7

-3,3

-7,5

-7,7

-6,3

-7,4

-6,1

-8,0

-6,0

Germania

+1,3

-2,8

-3,7

-4,0

-3,8

-3,3

-1,6

+0,3

+0,1

-3,0

-3,7

-2,7

-4,0

-2,9

-4,5

-3,7

Spagna

-1,0

-0,6

-0,5

-0,2

-0,3

+1,0

+2,0

+1,9

-4,2

-11,1

-9,3

-6,4

-9,2

-6,3

-

-

AREA EURO

0,0

-1,9

-2,6

-3,1

-2,9

-2,5

-1,4

-0,6

-2,0

-6,3

-6,3

-4,6

-6,3

-4,6

-6,5

-5,1

Regno Unito

+3,6

+0,5

-2,1

-3,4

-3,4

-3,4

-2,7

-2,7

-5,0

-11,4

-10,5

-8,6

-9,6

-8,1

-10,2

-8,1

UE – 27

+0,6

-1,4

-2,5

-3,1

-2,9

-2,5

-1,5

-0,9

-2,3

-6,8

-6,8

-5,1

-

-

-

-

Usa

+1,6

-0,3

-3,9

-4,9

-4,4

-3,2

-2,0

-2,7

-6,7

-12,9

-11,3

-8,9

-10,5

-8,8

-11,1

-9,7

Giappone

-7,6

-6,3

-8,0

-8,0

-6,2

-4,8

-4,0

-2,4

-4,1

-10,2

-6,5

-6,4

-7,7

-7,5

-9,6

-8,9

N.B.     Indebitamento (-), accreditamento (+).

I dati di consuntivo includono i proventi una tantum relativi alle licenze UMTS. In particolare, i dati annuali in corsivo sono stati quelli positivamente influenzati dai suddetti proventi.

 

Fonte: Per i dati di consuntivo dei paesi europei, Commissione UE, Statistical Annex of European Economy - Autumn 2010 (novembre 2010). Per l’Italia, dati ISTAT.

                   I dati di consuntivo 2004-2009 relativi agli USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic outlook (ottobre 2010). Per gli anni precedenti, FMI, World Economic outlook Database.

 


Indebitamento o accreditamento netto delle P.A. – Confronti internazionali - Anni 2000-2011
(% del PIL)


2010-2011 Previsioni

 
 

 


N.B.     Indebitamento (-), accreditamento (+). Dati al lordo dei proventi UMTS.

 

Fonte: per i paesi della UE, dati della Commissione Europea, per USA, dati FMI.


 

Le entrate del bilancio dello stato

 

Nel bilancio dello Stato si definiscono entrate finali la sommatoria dei primi tre titoli delle entrate di bilancio dello Stato (Titolo I - “entrate tributarie”, Titolo II – “entrate extratributarie” e Titolo III – “alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti”).

Alle entrate tributarie sono riconducibili quattro istituti: l’imposta, il monopolio fiscale, la tassa e i contributi.

Le imposte costituiscono un prelievo obbligatorio e senza contropartita che le amministrazioni pubbliche pongono a carico dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni private per far fronte alle spese pubbliche.

Le imposte possono essere classificate in imposte dirette ed imposte indirette.

 

Le imposte dirette sono quelle il cui presupposto è costituito da una manifestazione immediata di capacità contributiva, quale la percezione di un reddito o il possesso di un patrimonio. Le imposte indirette sono quelle il cui presupposto è costituito da una manifestazione mediata di capacità contributiva, rilevata, ad esempio, al momento del consumo o dello scambio di un bene o del trasferimento di un’attività patrimoniale.

Tra le imposte dirette si ricordano:

 

§         l’IRE (imposta sul reddito delle persone fisiche): colpisce i redditi percepiti dalle persone fisiche in quanto lavoratori (dipendenti o autonomi), titolari d’imprese personali, proprietari di terreni e fabbricati e, nelle ipotesi in cui non si applichi l’imposta sostitutiva, percettori di dividendi erogati dalle società di capitali o di plusvalenze derivanti da partecipazioni delle medesime società. A seguito della riforma operata dalla legge finanziaria per il 2007, sono individuate cinque aliquote: 23 per cento per i redditi fino a 15.000 euro, 27 per cento per i redditi oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, 38 per cento per i redditi oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro, 41 per cento per i redditi oltre 55.000 euro e fino a 75.000 euro, 43 per cento oltre 75.000 euro;

 

§         l’IRES (imposta sul reddito delle società): soggetti passivi sono: a) le società per azioni e in accomandita per azioni, le società a responsabilità limitata, le società cooperative e di mutua assicurazione b) gli enti pubblici e privati diversi dalle società, sia che abbiano sia che non abbiano per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali c) le società e gli altri enti di ogni tipo con o senza personalità giuridica non residenti nel territorio dello Stato. La base imponibile è determinata dal reddito d’impresa (la differenza tra i ricavi, da un lato, e i costi d’esercizio, gli ammortamenti e gli interessi passivi, dall’altro). L’imposta è proporzionale ed è prelevata con un’aliquota unica del 33 per cento;

 

§         l’imposta sostitutiva sui redditi di capitale e diversi: l’imposta si applica con due aliquote: 12,5 per cento (per i redditi di capitale derivanti da titoli pubblici ed equiparati; le obbligazioni con scadenza non inferiore a 18 mesi; tutti i redditi diversi sottoposti all’imposta sostitutiva) e 27 per cento (per i redditi di capitale derivanti, tra gli altri, da depositi e conti correnti bancari e postali, per i certificati di deposito e i buoni fruttiferi delle banche). I redditi finanziari connessi alle forme di previdenza integrativa godono di un’aliquota agevolata stabilita nell’11 per cento. Nei casi in cui siano sottoposti ad imposta sostitutiva, i redditi di capitale e diversi non rientrano nella base imponibile ai fini delle imposte sui redditi. L’imposizione sui redditi di capitale è comunque prevalentemente effettuata sulla base del sistema della ritenuta alla fonte effettuata cioè al momento della loro corresponsione da parte del soggetto emittente.


Tra le imposte indirette:

 

§      l'IVA (Imposta sul valore aggiunto) imposta indiretta che colpisce il valore degli scambi di merci e delle prestazioni di servizi effettuate in un dato periodo di tempo. In particolare, l’IVA si applica agli incrementi di valore realizzati in ogni particolare fase del processo produttivo. Soggetti passivi dell’imposta sono gli imprenditori, gli esercenti arti e professioni e tutti i soggetti che effettuano importazioni o acquisti intracomunitari. I soggetti tenuti al versamento dell’imposta hanno l’obbligo giuridico di rivalersi sull’acquirente. La base imponibile è costituita dall’ammontare complessivo dei corrispettivi dovuti a colui che cede il bene o al prestatore di servizi. L’aliquota normale è del 20 per cento; sono inoltre previste due aliquote ridotte del 4 e del 10 per cento;

 

§      l'imposta di bollo imposta indiretta applicata su tutti gli atti civili e commerciali, giudiziali e stragiudiziali, su scritti, avvisi, manifesti, registri indicati in un elenco previsto dalla legge;

 

§      l'imposta di registro imposta indiretta che viene applicata in relazione alla registrazione, in molti casi imposta dalla legge, di atti di varia natura (negoziale, amministrativa, giudiziaria: cessioni di immobili e atti societari, contratti di locazione degli immobili);

 

§      l'imposta sulla produzione (o accisa) imposta indiretta reale che colpisce la produzione di un determinato bene. Tra queste si ricordano le imposte sugli oli minerali (gasolio, olio combustibile, benzine) e sui prodotti alcolici.

 

Monopolio fiscale è invece l’istituto in base al quale lo Stato si riserva la produzione e/o la vendita di determinati beni. I monopoli fiscali principali riguardano la vendita dei tabacchi, il lotto e i giochi di abilità e i concorsi pronostici.

 

Si definisce tassa il corrispettivo di un servizio fornito dallo Stato; rientrano in questa categoria le tasse scolastiche e quelle giudiziarie.

I contributi costituiscono infine forme di prelievo a carico dei soggetti che ricevano vantaggi dalla produzione di beni collettivi da parte dello Stato; tra questi ricordiamo i contributi sociali, che hanno come destinazione specifica il finanziamento delle prestazioni sociali.


Bilancio dello Stato: incassi rettificati realizzati in valori netti – Anni 2000-2009

(in milioni di euro)

Incassi

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

Imposte dirette(1)

162.749

176.644

170.476

177.541

182.036

179.529

203.324

219.215

225.957

220.120

- IRE (ex IRPEF)

113.707

121.111

120.087

124.216

127.692

132.654

142.033

150.278

158.405

153.494

- IRES (ex IRPEG)

28.589

32.516

30.615

29.056

28.018

33.691

39.468

50.530

47.441

37.844

- Sostitutiva

6.073

8.816

8.884

7.348

6.726

6.763

8.664

10.626

12.083

12.087

- Ritenuta sui dividendi

243

239

301

258

305

489

733

529

676

432

- Condoni, concordati e pendenze tributarie

-

0

0

7.932

7.484

-

-

-

-

-

- Rivalutazione beni d’impresa

 

 

 

 

 

719

4.316

313

233

16

- Altre

13.972

13.770

10.443

8.731

11.811

5.213

8.110

6.939

7.119

16.247

Imposte indirette (1)

131.588

144.553

149.218

155.117

159.338

162.867

176.142

184.629

178.805

171.870

Affari (2)

88.143

102.953

106.740

111.676

116.644

119.938

131.772

138.636

135.263

127.462

- IVA

84.355

86.709

89.463

92.257

97.053

101.733

111.272

116.633

113.505

105.990

- Registro, bollo e sostitutiva

7.446

7.431

7.651

7.824

9.815

9.417

10.947

11.394

10.859

10.419

- Condoni, concordati e pendenze tributarie

-

0

0

3.184

1.327

-

-

-

-

-

Produzione

27.191

26.565

26.917

28.823

27.677

28.673

28.899

28.453

26.141

27.596

- Oli minerali

19.606

20.091

19.886

21.805

20.994

21.228

21.354

21.082

20.311

20.052

Monopoli

7.367

7.314

7.703

7.779

8.509

8.516

9.355

9.791

9.909

10.076

- Tabacchi

7.357

7.305

7.685

7.770

8.502

8.511

9.349

9.786

9.904

10.071

Lotto (3)

8.887

7.721

8.858

6.839

6.508

5.740

6.116

7.749

7.492

6.736

Totale entrate tributarie

294.337

321.197

319.694

332.658

341.374

342.396

379.467

403.844

404.762

391.990

Altre entrate(4)

24.286

22.039

23.680

20.340(5)

28.832

30.800

27.509

28.327

32.490

41.524

Totale entrate finali(6-7-8)

318.623

343.236

343.374

352.998

369.656

373.196

406.975

432.171

437.252

433.514

(1)    Il dato del 2009 comprende la quota di condono, ancora da ripartire, di spettanza dell'erario, stimata in 46 mln, attribuibile per 37 mln. alle imposte dirette e per 9 mln. alle indirette. Dal 2005, le quote di condono sono comprese nella voce “Altre”.

(2)    Al netto della regolazione contabile dell’acconto concessionari pari a 4.592 mln. per il 2003; 4.407 mln. per il 2004, 4.248 mln. per il 2005 e 4.511 mln. per il 2006. Tale acconto non è stato effettuato nel 2007 in virtù delle disposizioni di cui all’art. 36, commi 1 e 1-bis, del D.L. n. 248/2007.

(3)    Al netto delle regolazioni contabili relative al LOTTO, pari a 8.150 mln. per il 2004, a 6.614 mln. per il 2005, a 4.078 mln. per il 2006, a 4.048 mln. per il 2007, 3.825 mln per il 2008 e 6.215 mln per il 2009.

(4)    Al netto delle retrocessioni e dietimi (cap. 3240) pari a 3.709 mln. per il 2003, 3.640 mln. per il 2004, 5.794 mln. per il 2005, 4.596 mln. per il 2006, 3.368 mln. per il 2007, 3.796 milioni per il 2008 e 3.238 milioni per il 2009.

(5)    Al netto, per il 2003, delle regolazioni contabili pregresse relative a crediti d’imposta aree svantaggiate (milioni 1.760).

(6)    Comprende le giacenze di struttura di gestione versate nel mese di gennaio dell’anno successivo (319 mln. per il 2004, 37 mln. per il 2005, 90 mln. per il 2006, 1.360 mln. per il 2007, 1.393 mln per il 2008 e 1.570 mln per il 2009), mentre è al netto della quota versamenti da parte della Struttura di Gestione, relativi ad anni precedenti (104 mln per il 2006, 100 mln per il 2007, 1.360 mln per il 2008 e 1.393 mln per il 2009).

(7)    Al netto delle regolazioni contabili Sicilia, Sardegna e Friuli Venezia Giulia (7.512 mln. per il 2003; 8.364 mln. per il 2004, 8.729 mln. per il 2005, 7.996 mln. per il 2006, 8.475 mln. per il 2007, 10.492 mln per il 2008 e 12.732 per il 2009.

(8)    Comprende le ripartizioni della quietanza dell’acconto IVA pari a 879 mln nel 2008 e a 835 mln nel 2009.

Fonte:   Anni 2007-2009, Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica (aprile 2010). Per gli anni precedenti, i dati sono tratti dalle precedenti Relazioni.


Bilancio dello Stato: incassi rettificati realizzati in % del PIL - Anni 2000-2008

 

Incassi

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

Imposte dirette (1)

13,7

14,1

13,2

13,3

13,1

12,6

13,7

14,2

14,4

14,5

- IRE (ex IRPEF)

9,5

9,7

9,3

9,3

9,2

9,3

9,6

9,7

10,1

10,1

- IRES (ex IRPEG)

2,4

2,6

2,4

2,2

2,0

2,4

2,7

3,3

3,0

2,5

- Sostitutiva

0,5

0,7

0,7

0,6

0,5

0,5

0,6

0,7

0,8

0,8

- Ritenuta sui dividendi

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

- Condoni, concordati e pendenze tributarie

-

0,0

0,0

0,6

0,5

-

-

-

-

-

- Rivalutazione beni d’impresa

-

-

-

-

0,0

0,1

0,3

0,0

0,0

0,0

- Altre

1,2

1,1

0,8

0,7

0,8

0,4

0,5

0,4

0,5

1,1

Imposte indirette (1)

11,0

11,6

11,5

11,6

11,5

11,4

11,9

11,9

11,4

11,3

Affari

7,4

8,2

8,2

8,4

8,4

8,4

8,9

9,0

8,6

8,4

- IVA

7,1

6,9

6,9

6,9

7,0

7,1

7,5

7,5

7,2

7,0

- Registro, bollo e sostitutiva

0,6

0,6

0,6

0,6

0,7

0,7

0,7

0,7

0,7

0,7

- Condoni, concordati e pendenze tributarie

-

0,0

0,0

0,2

0,1

-

-

-

-

-

Produzione

2,3

2,1

2,1

2,2

2,0

2,0

1,9

1,8

1,7

1,8

- Oli minerali

1,6

1,6

1,5

1,6

1,5

1,5

1,4

1,4

1,3

1,3

Monopoli

0,6

0,6

0,6

0,6

0,6

0,6

0,6

0,6

0,6

0,7

- Tabacchi

0,6

0,6

0,6

0,6

0,6

0,6

0,6

0,6

0,6

0,7

Lotto

0,7

0,6

0,7

0,5

0,5

0,4

0,4

0,5

0,5

0,4

Totale entrate tributarie

24,7

25,7

24,7

24,9

24,5

24,0

25,5

26,1

25,8

25,8

Altre entrate

2,0

1,8

1,8

1,5

2,1

2,2

1,9

1,8

2,1

2,7

Totale entrate finali

26,8

27,5

26,5

26,4

26,6

26,1

27,4

28,0

27,9

28,5

(1)    Dal 2005, le quote di condono sono comprese nella voce “Altre”.

Fonte: Elaborazioni su dati RUEF.


Il fabbisogno del settore statale, del settore pubblico e delle amministrazioni pubbliche

 

Il conto economico delle amministrazioni pubbliche, da cui risulta l’indebitamento netto, viene elaborato sulla base del criterio della “competenza economica”, il quale implica che le operazioni siano registrate nel momento in cui un valore economico viene creato, trasformato o eliminato ovvero crediti e debiti sorgono, sono trasformati o si estinguono, prescindendo dalle modalità e tempi di effettuazione del pagamento.

Il saldo che evidenzia le operazioni di cassa che sono state effettuate, vale a dire, dal lato delle entrate, gli incassi e, dal lato delle spese, i pagamenti, è rappresentato dal fabbisogno. A differenza dell’indebitamento netto, il fabbisogno misura anche il saldo della parte attiva del conto finanziario e non solo del conto economico.

Il fabbisogno viene determinato in riferimento a diversi aggregati. Nella Relazione trimestrale di cassa il fabbisogno viene determinato dalla Ragioneria generale dello Stato in rapporto:

a)   al settore statale, costituito dal bilancio dello Stato e dalla gestione di tesoreria;

b)   al settore pubblico, costituito, oltre che dal settore statale, dalle regioni, dal comparto sanitario, dagli enti locali, dagli enti pubblici non economici.

 

Fabbisogno del settore statale - Consuntivo 2000- 2009 e previsioni 2010-2013

(valori in milioni di euro)

 

RTC

RUEF

DFP 2011-2013sett. 2010

 

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

Fabbisogno complessivo

31.987

49.327

36.337

55.892

49.904

59.320

34.449

29.527

54.290

86.847

83.289

63.100

41.385

32.140

% del PIL

2,7

4,0

2,8

4,2

3,6

4,2

2,3

1,9

3,5

5,7

5,4

3,9

2,5

1,9

Disavanzo partite finanziarie

7.595

9.874

12.575

14.396

15.032

9.567

-1.135

-3.801

7.966

13.257

1.267

-

-

-

Fabbisogno al netto delle partite finanziarie

19.791

30.143

18.434

32.959

34.872

49.753

35.584

33.328

46.324

73.590

83.524

-

-

-

Fonte:    Anni 2000-2003: Relazioni trimestrali di cassa; dal 2004: Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica.      Previsioni 2010-2013: Decisione di finanza pubblica (settembre 2010)

 


Fabbisogno del settore pubblico - Consuntivo 2000-2009 e previsioni 2010-2013

(valori in milioni di euro)

 

RTC

RUEF

DFP 2011-2013sett. 2010

 

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

Fabbisogno complessivo *

36.475

54.084

38.597

59.280

57.182

74.011

55.304

31.883

51.184

87.910

84.509

64.500

42.685

33.340

% del PIL

3,1

4,3

3,0

4,4

4,1

5,2

3,7

2,1

3,3

5,8

5,4

4,0

2,6

1,9

Disavanzo partite finanziarie

n.d.

n.d.

n.d.

8.136

16.434

20.711

8.895

9.251

4.351

6.267

8.926

5.412

3.427

-321

Fabbisogno al netto delle partite finanziarie

n.d.

n.d.

n.d.

51.144

40.748

53.301

46.409

22.632

46.833

81.643

75.583

59.088

39.258

33.661

      *     Il fabbisogno del settore pubblico è sempre determinato al lordo delle regolazioni debitorie relative al settore statale.

      Fonte:Anni 2000-2003: Relazioni trimestrali di cassa; dal 2004: Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica. Previsioni 2010 -2013: DFP 2011-2013 (settembre 2010).

La Banca d’Italia elabora il fabbisogno con riferimento all’aggregato delle Amministrazioni pubbliche.

L’aggregato delle amministrazioni pubbliche (PA) coincide sostanzialmente con quello del settore pubblico (SP). Tuttavia, il fabbisogno della PA, a differenza del fabbisogno del SP, include nel conto delle attività finanziarie le dismissioni mobiliari (c.d. privatizzazioni). Inoltre, la Banca d’Italia utilizza le informazioni sulle passività della P.A. reperibili sul mercato o presso i singoli intermediari finanziari. Con riferimento al calcolo del fabbisogno del SP, invece, la Ragioneria generale dello Stato utilizza le risultanze contabili dei singoli enti.

 

Fabbisogno delle amministrazioni pubbliche - Consuntivo 2001-2010

(valori in milioni di euro)

 

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Fabbisogno al netto delle regolazioni debitorie e delle dismissioni

52.214

34.591

48.205

57.524

73.434

58.704

26.883

47.438

85.191

67.038

Regolazione di debiti pregressi

9.310

5.328

8.537

529

1.864

243

3.129

1.653

1.519

187

Dismissioni

-4.659

-1.951

-16.866

-8.316

-4.618

-38

-3.500

-19

798

8

Fabbisogno Amministrazioni pubbliche

56.865

37.967

39.877

49.737

70.681

58.908

26.511

49.072

85.912

67.217

% del PIL

4,6

2,9

3,0

3,6

4,9

4,0

1,7

3,1

5,7

4,4

Fonte:Anni 2001-2008, Banca d’Italia, Relazione annuale. I dati 2009-2010 sono provvisori e tratti da Banca d’Italia, Bollettino statistico “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” n. 8 (14 febbraio 2011).


Il debito delle pubbliche amministrazioni

 

 

Il debito delle amministrazioni pubbliche è calcolato dalla Banca d’Italia in coerenza con i criteri definiti dall’Unione europea.

Esso risulta dall’insieme delle passività finanziarie del settore delle amministrazioni pubbliche; è consolidato tra e nei sottosettori, ossia esclude le passività incluse nell’attivo degli enti appartenenti allo stesso settore.

L’aggregato include i seguenti strumenti finanziari:

a)  le monete e i depositi; questi comprendono le monete in circolazione, i depositi presso la tesoreria statale intestati a soggetti non appartenenti al settore delle amministrazioni pubbliche e la raccolta postale inclusa nel passivo di queste ultime[4];

b)  i titoli diversi dalle azioni (esclusi gli strumenti finanziari derivati) emessi dallo Stato e dalle amministrazioni locali;

c)  i prestiti erogati in favore di enti appartenenti alle Amministrazioni pubbliche o il cui onere di rimborso sia a carico di queste ultime[5].

 


Debito delle P.A. – Dati di consuntivo 2001-2010

(valori assoluti - in milioni di euro - e in % del PIL)

 

Debito delle P.A.

Banca d’Italia

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010*

Debito della P.A.

1.357.259

1.368.512

1.393.495

1.444.563

1.512.753

1.584.093

1.602.069

1.666.461

1.763.864

1.843.227

% del PIL

108,7

105,7

104,4

103,8

105,8

106,6

103,6

106,3

116,0

119,0

* Dati provvisori

              Fonte: Banca d’Italia, Bollettino statistico “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” n. 8 (14 febbraio 2011).

 

 

Debito delle P.A. – Previsioni

(valori in % del PIL)

 

Debito delle P.A.

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

DFP 2011-2013
settembre 2010

gennaio 2011

gennaio 2011

dicembre 2010

dicembre 2010

 

2011

2012

2013

2011

2012

2011

2012

2011

2012

2011

2012

Debito della P.A.

119,2

117,5

115,2

121,9

122,6

120,8

120,0

120,7

120,5

120,3

119,8


Debito delle P.A. – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2000-2009 e previsioni 2010-2011

(% del PIL)

Debito delle P.A.

Consuntivi
Commissione UE e FMI

Commissione UE
novembre 2010

OCSE

novembre 2010

FMI

ottobre 2010

 

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2010

2011

2010

2011

Italia

109,1

108,7

105,7

104,4

103,8

105,8

106,6

103,6

106,3

116,0

118,9

120,2

119,5

120,9

118,4

119,7

Francia

57,3

56,9

58,8

62,9

64,9

66,4

63,7

63,8

67,5

78,1

83,0

86,8

83,2

88,0

84,2

87,6

Germania

59,7

58,8

60,4

63,9

65,8

68,0

67,6

64,9

66,3

73,4

75,7

75,9

76,9

78,3

75,3

76,5

Spagna

59,3

55,5

52,5

48,7

46,2

43,0

39,6

36,1

39,8

52,2

64,4

69,7

62,9

68,9

-

-

AREA EURO

69,2

68,1

67,9

69,0

69,4

70,0

68,4

66,0

69,7

79,1

84,1

86,5

84,3

87,4

84,1

87,0

Regno unito

41,0

37,7

37,5

39,0

40,9

42,5

43,4

44,5

52,1

68,2

77,8

83,5

77,1

83,4

76,7

81,9

UE – 27

61,9

61,0

60,3

61,8

62,2

62,7

61,5

58,8

61,8

74,0

79,1

81,8

-

-

-

-

USA

57,2

56,6

56,1

60,2

61,4

61,6

61,1

62,1

71,1

84,3

92,2

98,4

-

-

92,7

99,3

Giappone

142,5

151,9

160,9

167,2

178,1

191,6

191,3

187,7

194,7

217,6

217,7

221,7

-

-

225,9

234,1

 

N.B.     I dati di Germania, Spagna, Italia, Regno Unito relativi al 2000 e della Francia relativi al 2001 e 2002 scontano gli effetti delle entrate derivanti dalle licenze UMTS.

 

 

Fonte: Per i dati di consuntivo dei paesi europei, Commissione UE, Statistical Annex of European Economy - Autumn 2010 (novembre 2010). Per l’Italia, dati ISTAT.

                   I dati di consuntivo 2004-2009 relativi agli USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic outlook (ottobre 2010). Per gli anni precedenti, FMI, World Economic outlook Database.

 


Debito delle P.A. – Confronti internazionali - Anni 2000-2011

2010-2011 Previsioni

 
(% del PIL)


 

 


Fonte: per i paesi della UE, dati della Commissione Europea; per USA, dati FMI.


 



[1]     In Italia, nel sistema adottato fino al marzo 2006, le valutazioni reali degli aggregati economici sono state ottenute attraverso un sistema a base fissa, prendendo come riferimento l'anno base 1995. La procedura maggiormente usata è stato il ricorso alla deflazione con opportuni indici di prezzo, specifici per ciascun aggregato.

      Dal marzo 2006 sono utilizzati, in accordo con gli standard definiti dai regolamenti comunitari, gli indici a catena, prendendo a riferimento in ciascun anno i prezzi dell’anno precedente. Il nuovo metodo risponde all’esigenza di introdurre un indicatore delle variazioni di prezzo o di volume che non tenga solo conto dei valori assunti dalle variabili considerate in due tempi precisi, l’anno corrente e l'anno base, ma che incorpori l'andamento complessivo presentato dal fenomeno nell'intervallo temporale esaminato.

      Il principale vantaggio della metodologia del concatenamento è che viene utilizzato un sistema di ponderazione che si rinnova annualmente in virtù delle dinamiche del mercato, in modo da garantire la migliore rappresentazione della crescita reale degli aggregati economici.

      Il principale svantaggio è invece la perdita della proprietà dell’additività quando le serie sono concatenate rispetto ad un anno di riferimento fisso; l’additività viene mantenuta solo quando vengono presentati gli aggregati in valori ai prezzi dell’anno precedente. L’additività è la proprietà delle misure in volume per cui dalla somma delle componenti deflazionate di un aggregato si ottiene l’aggregato totale a sua volta deflazionato; essa consente dunque di ottenere il valore totale di un aggregato dalla somma dei suoi componenti, così come accade con le valutazioni a prezzi correnti.

[2]     La spesa per consumi delle pubbliche amministrazioni comprende le seguenti voci del conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni: consumi intermedi, redditi da lavoro dipendente e prestazioni sociali in natura.

[3]     Si segnala che la definizione di occupati utilizzata nella rilevazione sulle forze di lavoro differisce da quella utilizzata nella contabilità nazionale, che include tutte le persone (a prescindere dalla residenza) che prestano la propria attività lavorativa presso unita produttive residenti nel Paese.

[4]     Questa componente comprende la quota dei buoni postali attribuita al Ministero dell’Economia e delle finanze e i conti correnti postali intestati a soggetti privati.

[5]     Questa categoria include anche i proventi di alcune operazioni di cartolarizzazione, individuate in base ai criteri statistici stabiliti dall’Eurostat; tali operazioni sono state classificate come accensione di prestito anziché come cessione di attività.