Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca
Titolo: Rassegna parlamentare di politica internazionale 6/2008. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di politica estera e difesa
Serie: Rassegna parlamentare di politica internazionale    Numero: 6    Progressivo: 2008
Data: 15/04/2008
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

Camera dei deputati - Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera

 

RASSEGNA PARLAMENTARE

DI POLITICA INTERNAZIONALE

 

Aprile 2008, Anno II, N. 6

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti
in materia di politica estera e difesa

 


Francia 

Il 1° aprile 2008 il Primo Ministro François Fillon, su sollecitazione dell’opposizione e dei Presidenti delle camere, ha reso una dichiarazione del Governo sulla situazione in Afghanistan illustrando la decisione del Presidente della Repubblica in merito al rafforzamento della presenza militare della Francia nella regione. Sia all’Assemblea Nazionale (http://www.assemblee-nationale.fr/13/cri/2007-2008/20080126.asp#P55_2039), che al Senato (http://www.senat.fr/seances/s200804/s20080401/s20080401.pdf), all’esposizione del Capo del Governo è seguito un dibattito senza voto considerato il carattere meramente informativo della dichiarazione, poiché secondo l’ordinamento francese l’impegno delle forze armate rientra nella competenza dell’esecutivo.

François Fillon ha in primo luogo illustrato la situazione attuale che vede impegnati 2300 uomini di stanza nei pressi di Kabul, con compiti di sicurezza e di addestramento delle truppe afghane. Ha posto l’accento sui risultati ottenuti, grazie allo sforzo della comunità internazionale, in termini di democratizzazione e di sviluppo del paese, ma ne ha anche evidenziato l’insufficenza e la fragilità, considerata la vulnerabilità dell’Afghanistan nel contesto asiatico.

In base alle considerazioni presentate il Primo Ministro ha affermato la necessità di rafforzare il contingente francese con alcune centinaia di unità, per consolidare i risultati ottenuti e consentire all’Afghanistan, nel giro di pochi anni, di assumere autonomamente l’onere della propria sicurezza. Inoltre ha evidenziato come il consolidamento della pace abbia dei riflessi  positivi sulla sicurezza internazionale.

A sostegno della posizione esposta dal Capo del Governo, sono intervenuti al dibattito i Presidenti delle commissioni parlamentari esteri e difesa e il Ministro della difesa che ha quantificato l’impegno finanziario richiesto dall’operazione che potrebbe essere affrontato con una legge finanziaria rettificativa.

L’opposizione ha vivamente criticato la posizione attuale del Presidente della Repubblica, che si era pronunciato in senso sostanzialmente diverso lo scorso anno, definendola “obsession atlantiste”. E’ stato inoltre denunciato il rischio di impegnarsi in un conflitto senza scopo né fine.

 

Spagna 

L’8 aprile 2008 il candidato alla Presidenza del Governo spagnolo, José Luis Rodríguez Zapatero, si è presentato al Congresso dei Deputati spagnolo per il dibattito sulla fiducia al nuovo governo, costituito a seguito dello svolgimento delle elezioni politiche generali, tenutesi il 9 marzo scorso in Spagna

(http://www.congreso.es/public_oficiales/L9/CONG/DS/PL/PL_002.PDF).

Nel corso del suo intervento Zapatero, illustrando il programma di governo, ha espresso le proprie posizioni anche in materia di politica estera.

In primo luogo ha ricordato i tratti fondamentali del paese nei rapporti con l’estero: vocazione europeista, collegamento con l’America Latina, difesa della pace e della soluzione multilaterale dei conflitti, lotta alla povertà nel  mondo.

In particolare, con riferimento alla dimensione europea, ha ricordato come il futuro impegno della Spagna alla Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, nel primo semestre del 2010, possa costituire un’occasione per dimostrare la completa adesione del paese al progetto europeo e per promuovere il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona; accenni specifici sono poi stati fatti sulla necessità di rafforzare l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea (FRONTEX) e di proseguire sulla via del Processo di Barcellona, rivolto all’area del Mediterraneo.

Nel ribadire la priorità delle relazioni con l’America Latina, Zapatero ha posto l’obiettivo del consolidamento della democrazia, al fine di rafforzare la coesione sociale e di lottare contro la disuguaglianza e la povertà nella regione.

Nelle relazioni con gli Stati Uniti è stata manifestata l’intenzione di “aprire un capitolo nuovo” affinché, sulla base del rispetto reciproco, si possa rafforzare la cooperazione e affrontare insieme le sfide comuni.

Tornando sull’area mediterranea, Zapatero ha evidenziato i problemi della sicurezza e della lotta al terrorismo, da affrontare attraverso la cooperazione di polizia e giudiziaria, favorendo gli scambi tra la società civile e creando uno spazio condiviso nel versante dell’istruzione, della ricerca e dell’innovazione.

Un impegno specifico sarà poi rivolto all’Africa subsahariana, da realizzare mediante l’approvazione del nuovo Piano per l’Africa 2008-2012.

Zapatero ha infine confermato l’adesione della Spagna alla funzione di guida dell’ONU nel contesto internazionale ed ha ribadito l’appoggio del paese ad operazioni per il mantenimento della pace nel mondo.

 

Stati Uniti

L’8 aprile 2008. presso la Commissione Affari Esteri del Senato, si è svolta un’audizione sul tema “L’Iraq dopo l’offensiva: cosa fare ora?”, la quale ha fatto seguito ad una serie di altre audizioni sulla situazione in Iraq, tenutesi in commissione a partire dal 1° aprile.

Nel suo intervento di apertura il senatore Lugar, cpogruppo repubblicano in commissione, ha osservato che la sicurezza in Iraq è notevolmente migliorata rispetto alle precedenti audizioni di settembre e che adesso il compito della commissione è di esaminare come tradurre questi progressi in sbocchi politici realistici (http://foreign.senate.gov/testimony/2008/LugarStatement080408p.pdf).

Udito per primo, l’ambasciatore americano in Iraq, Ryan Crocker, ha sottolineato l’importanza e al tempo stesso l’ineguaglianza e la reversibilità dei progressi compiuti. A metà del 2007 era alta la probabilità di una guerra civile, mentre ora alcuni movimenti politici seguono una linea più moderata, talvolta perfino interconfessionale. Gli stessi gruppi sadristi devono essere distinti, in questo momento, dai cosiddetti gruppi speciali appoggiati dall’Iran. L’influenza di Al Qaida è arretrata, sebbene in modo diseguale. Restano invece consistenti forze eversive nella provincia di Bassora, che vengono combattute direttamente dall’esercito iracheno, con gli americani e gli inglesi in funzione di supporto. Anche questa decisione politica del governo iracheno, cioè di far combattere le proprie forze, fa parte dei progressi che devono essere registrati. Per quanto riguarda la ricostruzione civile, vanno poi segnalati il ristabilimento della finanza pubblica e la graduale ripresa dell’economia. Ciò ha permesso di attribuire risorse importanti ai governi provinciali, che sono stati anche riordinati da una nuova legge sui poteri delle province. In tal modo è stato possibile preparare le prossime elezioni locali del 1° ottobre 2008. L’ambasciatore ha concluso che occorre continuare ad assistere l’Iraq. E’ in corso di negoziato un accordo bilaterale con gli USA, che prevederà una presenza stabile di forze americane, come già avviene in ottanta altri paesi nel mondo. Il trattato non specificherà l’entità delle truppe, per non legare le mani al prossimo Presidente degli Stati Uniti, ed escluderà la presenza di basi permanenti in Iraq (http://foreign.senate.gov/testimony/2008/CrockerTestimony080408p.pdf).

Udito per secondo, il generale David Petraeus, comandante della forza multinazionale, ha confermato che sono stati fatti progressi significativi, ma diseguali e reversibili, nella sicurezza del paese. Dopo aver sottolineato che l’esercito iracheno ha migliorato la propria capacità di combattimento, ma non è ancora in grado di operare da solo e sull’intero territorio, egli ha concluso che un troppo veloce ritiro di truppe americane metterebbe in pericolo i progressi compiuti

(http://foreign.senate.gov/testimony/2008/PetraeusTestimony080408p.pdf).

 


 

 

XV Legislatura – Rassegna parlamentare di politica internazionale, Anno II, n. 6 – 15 Aprile 2008