Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca
Titolo: Rassegna parlamentare di politica internazionale 2/2008. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti in materia di politica estera e di difesa
Serie: Rassegna parlamentare di politica internazionale    Numero: 2    Progressivo: 2008
Data: 30/01/2008
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

Camera dei deputati - Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera

 

RASSEGNA PARLAMENTARE

DI POLITICA INTERNAZIONALE

 

Gennaio 2008, Anno II, N. 2

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti
in materia di politica estera e difesa

 


Germania 

Nella seduta del 18 gennaio 2008 si è svolto al Bundestag un ampio dibattito sulla Relazione annuale del Governo federale in materia di controllo degli armamenti, di disarmo e di non proliferazione delle armi di distruzione di massa, nonché sullo sviluppo del potenziale delle forze armate (stampato BT n. 16/521 “Bericht der Bundesregierung zum Stand der Bemühungen um Rüstungskontrolle, Abrüstung und Nichtverbreitung sowie über die Entwicklung der Streitkräftepotenziale“, http://dip21.bundestag.de/dip21/btd/16/052/1605211.pdf). Con riferimento all’anno 2006, la relazione illustra le principali iniziative ed attività in ambito internazionale (in particolare NATO, PESD e OSCE) sui temi della sicurezza e del controllo degli armamenti. Inoltre, vengono descritti i rischi connessi alla diffusione delle armi di distruzione di massa (armi radioattive, biologiche e chimiche), con particolare riguardo alla situazione della Corea del Nord e dell’Iran. La questione relativa al programma nucleare iraniano è stata messa in particolare evidenza da esponenti sia della maggioranza che dell’opposizione, in vista dell’incontro del Gruppo dei 5 + 1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza  dell’ONU più la Germania) che si è tenuto a Berlino il 22 gennaio. I Ministri degli esteri dei sei paesi partecipanti hanno elaborato una proposta, da sottoporre al vaglio delle Nazioni Unite, che prevede un inasprimento delle sanzioni nei confronti dell’Iran.

In rappresentanza del Governo federale è intervenuto il Ministro degli esteri Steinmeier, che ha sottolineato l’importanza strategica del Trattato sulle forze convenzionali in Europa (KSE-Vertrag) sollecitando la ripresa del processo di ratifica, attualmente in fase di stallo in seguito al ritiro della Russia, e auspicando il superamento delle situazioni conflittuali tra alcuni Stati firmatari, come ad esempio tra Grecia e Turchia e tra Russia e Georgia. Il Trattato KSE è stato definito dallo stesso Ministro un “elemento portante della struttura architettonica europea finalizzata al disarmo”. Nel corso del dibattito è infatti emersa una posizione pressoché comune dei vari gruppi parlamentari sulla necessità di perseguire con maggiore impegno a livello internazionale (in particolare nell’ambito della Conferenza di Ginevra sul disarmo e della NATO) gli obiettivi di stabilità e sicurezza che devono essere attuati in primo luogo con una più  efficace politica di messa al bando delle armi nucleari e di controllo sull’esportazione degli armamenti. È stata inoltre richiamata l’attenzione sul grave problema delle c.d. “bombe a grappolo” (Streumunitionen), il cui effetto devastante, nel 98 per cento dei casi, ha impatto su vittime civili. Il tema è stato affrontato di recente anche nella Sottocommissione Disarmo (Unterausschuss Abrüstung), con la partecipazione di alcuni esperti che hanno sottolineato l’inaffidabilità e la scarsa necessità ed utilità a fini militari di questo tipo di munizioni. Un particolare apprezzamento è stato espresso nei confronti di un progetto a tre fasi (Dreistufenplan) elaborato dal Governo tedesco con lo scopo di giungere ad una rinuncia universale delle bombe a grappolo. Oltre al valido e prezioso contributo di diverse organizzazioni non governative, è stato fatto riferimento anche alla partecipazione di 140 Stati ai negoziati per un futuro accordo internazionale per la messa al bando delle bombe a grappolo, sul modello seguito in passato per le mine antipersona.

A conclusione del dibattito sono state votate e respinte una serie di mozioni presentate dai gruppi parlamentari di opposizione (La Sinistra e i Verdi) su alcuni temi connessi agli argomenti trattati nella seduta, come il ritiro delle armi nucleari dalla Germania e dall’Europa, l’avvicinamento dell’India alla politica di disarmo e di non proliferazione nucleare, la minaccia delle bombe a grappolo sulla popolazione civile e il rifiuto di installare nuovi missili in Europa.

 

Stati Uniti

Il 16 gennaio 2008 si è tenuta, presso la Sottocommissione per il Medio Oriente e l’Asia meridionale della Commissione Affari esteri della Camera dei rappresentanti, una audizione sul tema “Le relazioni USA-Pakistan: l’assassinio, l’instabilità ed il futuro della politica americana”.

Il Presidente della sottocommissione, il repubblicano Gary L. Ackerman, intervenuto in apertura del dibattito, ha affermato che l’uccisione di Benazir Bhutto ha dimostrato l’insufficienza della politica americana in Pakistan, in quanto basata sul sostegno a singole personalità invece che sulla costruzione di solide istituzioni democratiche nel paese. L’appoggio al Presidente Musharraf, infatti, non ha portato successi né nella lotta al terrorismo né nel ritorno alla democrazia. A questo punto l’amministrazione Bush deve impegnarsi per garantire la regolarità delle prossime elezioni del 18 febbraio 2008, in modo che possano partecipare i partiti politici moderati, sia favorita la presenza di osservatori internazionali e vengano tolte le attuali restrizioni alla presenza ed all’attività dei mezzi di informazione. Secondo Ackerman bisogna continuare la lotta al terrorismo, ma fare in modo che la popolazione pakistana senta questa battaglia come propria e consideri gli attentati terroristici come attacchi alle sue istituzioni ed alla sua democrazia. Infine il Presidente ha sollevato dubbi in merito all’utilizzo dei fondi stanziati per l’assistenza militare al Pakistan, che è finalizzata alla lotta al terrorismo, con riferimento all’acquisto, da parte del governo pachistano, di aerei F-16 e di altri velivoli per la sorveglianza sottomarina, avanzando il sospetto che esso “abbia un nemico diverso dal terrorismo in mente” (http://foreignaffairs.house.gov/110/ackerman011608.htm).

All’audizione hanno poi preso parte Christine Fair della Rand Corporation, Ashley J. Tellis del Carnegie Endowment for International Peace e Lisa Curtis della Heritage Foundation.

 

Stati Uniti

Il 23 gennaio 2008 si è svolta, all’interno della Commissione Affari esteri della Camera dei rappresentanti, una audizione congiunta di due sottocommissioni, relativa ai nuovi accordi sul futuro impegno americano per la sicurezza in Iraq e sull’opportunità, o meno, di sottoporre la Dichiarazione di principi, sottoscritta il 26 novembre 2007 dal presidente Bush e dal Primo ministro iracheno Maliki, all’esame del Congresso, considerandola formalmente come un trattato internazionale.

Il dibattito è stato aperto dalle dichiarazioni del Presidente della Subcommittee on International Organizations, Human Rights, and Oversight, il democratico Bill Delahunt, il quale ha nettamente contestato i primi orientamenti espressi dal Governo, che non ritengono che gli accordi sottoscritti abbiano lo status formale di trattato. Il Presidente ha inoltre sottolineato la propensione dell’amministrazione Bush ad espandere oltre ogni misura il campo d’azione del potere esecutivo, ma ha ricordato che l’attuale Congresso ha una maggiore forza rispetto alla precedente legislatura. Delahunt ha poi evidenziato come tale amministrazione ignori addirittura le disposizioni del Dipartimento di Stato, che raccomandano la consultazione del Congresso a partire dalla fase di avvio di negoziazioni internazionali, ed ha polemicamente concluso ricordando come la guerra in Iraq, a fronte del prezzo pagato in sangue e denaro, abbia devastato tale paese, diviso l’America, peggiorato l’immagine americana nel mondo e danneggiato l’economia nazionale (http://foreignaffairs.house.gov/110/delahunt012308.htm).

All’audizione, alla quale erano stati invitati anche rappresentanti del Governo, che hanno declinato l’invito, hanno partecipato in qualità di esperti Kenneth Katzman del Congressional Research Service, Michael Matheson della George Washington University Law School e Michael Rubin dell’American Enterprise Institute.

  


 

 

XV Legislatura – Rassegna parlamentare di politica internazionale, Anno II, n. 2 – 30 Gennaio 2008