Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca
Titolo: Rassegna parlamentare di politica internazionale 1/2008. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di politica estera e difesa
Serie: Rassegna parlamentare di politica internazionale    Numero: 1    Progressivo: 2008
Data: 15/01/2008

Camera dei deputati - Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera

 

RASSEGNA PARLAMENTARE

DI POLITICA INTERNAZIONALE

 

Gennaio 2008, Anno II, N. 1

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti
in materia di politica estera e difesa

 


Francia 

Il 19 dicembre 2007 si è svolta, presso la Commissione degli affari esteri dell’Assemblea Nazionale - riunita in seduta congiunta con la Delegazione dell’Assemblea per l’Unione europea - l’audizione di Jean-Pierre Jouyet, Segretario di Stato agli affari esteri, sul Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 e sulla presidenza francese dell’Unione europea (secondo semestre 2008).

http://www.assemblee-nationale.fr/13/cr-cafe/07-08/c0708027.asp#P6_47

Jouyet, dopo aver illustrato i principali punti trattati dal Consiglio europeo, si è soffermato su tre argomenti. In primo luogo la proclamazione della Carta dei diritti fondamentali (12 dicembre 2007) e la firma del Trattato di Lisbona (13 dicembre 2007). Il relatore ha anche sottolineato che la ratifica del Trattato da parte della Francia dovrà avvenire per via parlamentare all’inizio di febbraio, con un preliminare esame di un progetto di revisione costituzionale. [Il Consiglio Costituzionale ha stabilito, con Decisione n. 2007-560 del 20 dicembre 2007, che l’autorizzazione a tale ratifica possa avvenire solo dopo una revisione costituzionale]

http://www.legifrance.gouv.fr/WAspad/Visu?cid=818609&indice=1&table=JORF&ligneDeb=1

In secondo luogo, Jouyet si è soffermato sulla decisione del Consiglio europeo di istituire un “Gruppo di riflessione”, proposto dalla Francia, con lo scopo di fornire un’analisi obiettiva sull’avvenire dell’Europa nell’orizzonte temporale 2020-2030, focalizzata in particolare sulle possibilità di conciliazione tra la performance economica e la solidarietà sociale, che costituisce l’originalità del modello europeo e sulle possibili relazioni dell’UE con i suoi grandi partner ed i suoi vicini. Il Gruppo, composto dal Presidente Felipe Gonzalez (Spagna), e dai due vicepresidenti, Vaira Vike-Freiberga (Lettonia) e Jorma Ollila (Presidente di Nokia) – cui spetta la proposta di nomina di altri 6 o 9 membri – dovrà presentare le sue conclusioni nel 2010. In terzo luogo Jouyet ha presentato le decisioni del Consiglio europeo sulla questione del Kosovo, giudicata come la più delicata con cui deve oggi confrontarsi l’UE.

 

Spagna   

Il 19 dicembre 2007 il Senato ha approvato il disegno di legge presentato dal Governo e già approvato dal Congresso dei Deputati, relativo al controllo del commercio estero di materiale di difesa e a doppio uso (Ley 53/2007, http://www.boe.es/boe/dias/2007/12/29/pdfs/A53670-53676.pdf).

La nuova legge, in linea con gli impegni assunti a livello internazionale, introduce norme finalizzate a contrastare il traffico illecito e la proliferazione di armamenti e tecnologie sensibili a favore di Stati o soggetti non statali, che possono agire contro la pace e la sicurezza o essere coinvolti in attività terroristiche. Inoltre, considerando gli elevati costi umani derivanti dalla proliferazione e dalle esportazioni delle armi convenzionali, il legislatore intende assicurare che tali esportazioni siano coerenti con gli impegni vigenti nel rispetto del diritto internazionale e che il loro uso non sia rivolto alla violazione dei diritti umani, a ravvivare conflitti armati e a contribuire in maniera significativa alla povertà. Pertanto la nuova legge rafforza le procedure di controllo dei trasferimenti di tali materiali per i quali è prevista una specifica autorizzazione amministrativa.

Tra le misure finalizzate al rafforzamento della trasparenza si segnala l’obbligo a carico del Governo di inviare al Congresso, con cadenza semestrale, le informazioni relative al valore delle esportazioni di armi e di materiali a doppio uso per Paese di destinazione, per categoria di prodotti, per uso finale dei prodotti e per natura, pubblica o privata, dell’utilizzatore finale. Il Governo, attraverso il Segretario di Stato del Turismo e Commercio, comparirà annualmente innanzi alla Commissione Difesa del Congresso per fornire informazioni sulle statistiche dell’ultimo periodo di riferimento. La Commissione Difesa formulerà un parere sulle informative ricevute ed elaborerà delle raccomandazioni per l’anno successivo.

 

Stati Uniti

Il 19 dicembre 2007, presso la Sottocommissione per le organizzazioni internazionali e i diritti umani della Commissione affari esteri della Camera dei rappresentanti, si sono svolte audizioni sul tema “L’estensione del mandato delle Nazioni Unite per l’Iraq: viene ignorato il Parlamento iracheno?”.

Il dibattito si è tenuto a seguito della recente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, che ha prolungato il mandato in Iraq della forza multinazionale guidata dagli Stati Uniti fino al 31 dicembre 2008, e della conseguente posizione espressa da una maggioranza di membri del parlamento iracheno che, in una lettera al proprio governo ed al Consiglio di sicurezza, ha denunciato come incostituzionale la decisione del Primo ministro iracheno al-Maliki di richiedere l’estensione del mandato senza l’approvazione parlamentare.

Il Presidente della Sottocommissione, Bill Delahunt, introducendo il dibattito, ha affermato di essere stato turbato dalla lettera del parlamento iracheno e, pur non prendendo posizione nel merito della questione sollevata e rimettendosi al parere degli esperti inviatati, ha ricordato come le regole del diritto debbano essere osservate in ogni circostanza. Tra gli invitati, Michael Rubin, dell’American Enterprise Institute, si è detto d’accordo con l’interpretazione del governo iracheno, secondo il quale una risoluzione del Consiglio di sicurezza non è un trattato internazionale e non è quindi soggetta alla ratifica parlamentare prevista dall’art. 73 della Costituzione irachena, mentre di parere opposto si è detto Issam Michael Saliba della Law Library of Congress, secondo il quale va data un’interpretazione più ampia degli atti di diritto internazionale (non solo trattati e convenzioni, ma anche “accordi”) da sottoporre a ratifica parlamentare. Infine Kenneth Katzman, del Congressional Research Service, ha osservato che la lettera ha diviso al loro interno le forze politiche sciite e sunnite, aggiungendo che il Ministro degli esteri iracheno si è impegnato a sottoporre al Parlamento lo Strategic framework agreement (http://www.whitehouse.gov/news/releases/2007/11/print/20071126-11.html), ossia l’accordo bilaterale a lungo termine fra Iraq e USA, da perfezionare entro il 31 luglio 2008, che sostituirà il mandato dell’ONU. Egli ha anche ipotizzato quali potranno essere le posizioni delle forze politiche irachene in merito al negoziato dei vari contenuti politici, economici e militari dell’accordo, la cui discussione è già iniziata in Iraq ed è destinata ad intensificarsi nei prossimi mesi.

 

Stati Uniti

Il 31 dicembre 2007 è stato promulgato, a seguito della firma del presidente Bush, il Sudan Accountability and Divestment Act of 2007 (http://frwebgate.access.gpo.gov/cgi-bin/getdoc.cgi?dbname=110_cong_bills&docid=f:s2271enr.txt.pdf), con il quale il Congresso americano, al fine di imporre sanzioni economiche al Sudan, non soltanto ha introdotto il divieto, per l’amministrazione federale, di sottoscrivere contratti con società commerciali che intrattengono affari in Sudan in quattro settori economici chiave (petrolio, produzione energetica, estrazione mineraria e forniture militari), ma ha anche autorizzato i governi statali e locali americani ed altri investitori privati del paese a ritirare i propri investimenti nei patrimoni delle suddette società. In particolare, per quanto riguarda questo secondo versante, la legge intende salvaguardare gli investitori dai rischi sia finanziari che di immagine, legati alla presenza di interessi economici in un paese sottoposto a sanzioni internazionali.

Il 18 dicembre 2007, subito dopo l’approvazione definitiva del testo alla Camera dei rappresentanti, avvenuta all’unanimità, il capogruppo repubblicano presso la Commissione Affari esteri, Ileana Ros-Lehtinen, aveva sottolineato, in primo luogo, come la legge approvata costituisse un passo indispensabile nei confronti del regime sudanese, al fine di fermare il genocidio in atto nella regione del Darfur, consentendo lo spiegamento di forze di pace da parte delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana. In secondo luogo, con riferimento alle disposizioni a favore delle società di investimento private, aveva evidenziato l’importanza delle misure che consentono ad alcune categorie (ad esempio i fondi pensione) di disinvestire senza il  rischio di incorrere in azioni legali da parte dei singoli investitori del fondo. Il 2 gennaio 2008, in un ulteriore intervento, Ileana Ros-Lehtinen ha auspicato l’adozione di sanzioni economiche nei confronti del Sudan anche da parte di altri paesi e del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Il 1 gennaio 2008, infine, il Presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Joseph R. Biden, commemorando la recente uccisione in Sudan di un funzionario americano dell’USAID, John Granville, e del suo autista, ha stigmatizzato sia l’ostruzionismo del governo di Khartoum, che ha consentito, al momento, lo spiegamento di soltanto 10.000 unità in luogo delle 26.000 previste, sia l’inazione della comunità internazionale, che non ha approvato l’invio di 24 elicotteri per lo svolgimento di missioni umanitarie nel Darfur.

 

 

 


 

 

XV Legislatura – Rassegna parlamentare di politica internazionale, Anno II, n. 1 – 15 Gennaio 2008