Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca
Titolo: Focus sicurezza 3/2008. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti in materia di sicurezza
Serie: Focus sicurezza    Numero: 3    Progressivo: 2008
Data: 15/03/2008
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

Camera dei deputati - Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera

 

FOCUS SICUREZZA

 

Marzo 2008, Anno II, N. 3

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti
in materia di sicurezza

 


Germania

Nella seduta del 6 marzo 2008 il Bundestag , accogliendo la raccomandazione della Commissione affari interni, ha respinto la mozione presentata nel marzo 2006 dal Gruppo parlamentare dei Verdi (Bündnis 90/Die Grünen), dal titolo “Per un controllo più efficace dei servizi segreti” (Für eine wirksamere Kontrolle der Geheimdienste), stampato n. 16/843 (http://dip21.bundestag.de/dip21/btd/16/008/1600843.pdf). La votazione in Assemblea si è svolta senza dibattito, ma al resoconto stenografico della seduta sono stati allegati gli interventi scritti dei rappresentanti dei cinque gruppi parlamentari. Alla luce delle constatazioni descritte nella mozione, i presentatori ritengono che il Comitato parlamentare di controllo (Parlamentarische Kontrollgremium, PKG), composto da nove deputati che di regola si riuniscono ogni tre settimane, non sia in grado di svolgere le proprie funzioni istituzionali in modo efficiente. L’obiettivo della mozione respinta era infatti quello di sollecitare il Parlamento ad approvare, in tempi brevi, una riforma globale della legge (c.d. Kontrollgremiumgesetz) che disciplina il controllo del Parlamento sull’attività di intelligence della Federazione. Le novità da introdurre sul piano legislativo, proposte nella mozione, riguardano la garanzia di una maggiore trasparenza dell’attività del Comitato, il rafforzamento dei poteri di vigilanza del Comitato di fiducia del Bundestag (c.d. Vertrauensgremium) che controlla i bilanci dei servizi segreti, il miglioramento delle possibilità di lavoro del Comitato, una definizione più precisa degli obblighi di informazione che la legge impone al Governo federale con la precisazione degli “eventi di particolare importanza” che devono essere riferiti al Comitato. A tale riguardo la mozione sollecita anche la previsione di sanzioni nel caso in cui il Governo non adempia gli obblighi di informazione in modo esauriente, tempestivo e conforme al vero. Sulla necessità di procedere ad una riforma della normativa vigente hanno concordato tutti i gruppi, anche se non è stata ugualmente condivisa la scelta del metodo. I gruppi della maggioranza hanno sottolineato l’esigenza di mantenere saldo il principio della segretezza, fondamentale per non compromettere la funzionalità dei servizi di intelligence, e hanno rinviato la presentazione di proposte legislative concrete al termine dei lavori della prima Commissione d’inchiesta parlamentare della legislatura in corso (1. Untersuchungsausschuss), istituita il 7 aprile 2006 per far luce sul presunto coinvolgimento dei servizi segreti e di altre autorità tedesche nelle fasi operative della guerra in Iraq nel 2003 e nella collaborazione con la CIA ai fini della lotta contro il terrorismo internazionale. L’atteggiamento dilatorio della maggioranza è stato criticato in modo particolare dai liberali, che lamentano, da parte del Governo, la tardiva ottemperanza agli obblighi di informazione del Comitato parlamentare di controllo, come è di recente accaduto con il coinvolgimento dei servizi segreti nelle indagini relative ai fondi tedeschi depositati su conti bancari del Liechtenstein. Il rappresentante del gruppo liberale ha fatto inoltre riferimento ad un progetto di legge di modifica della Kontollgremiumgesetz (stampato n. 16/1163, http://dip21.bundestag.de/dip21/btd/16/011/1601163.pdf), che i deputati liberali hanno presentato un mese dopo la mozione dei Verdi, il 5 aprile 2006, e che non ha ancora iniziato il suo iter parlamentare. Tuttavia, pur condividendo in linea di principio le richieste dei Verdi ma dissentendo sulle soluzioni prospettate in merito alle singole questioni, nella votazione della mozione il gruppo liberale si è astenuto, così come il gruppo della Sinistra.

 

Stati Uniti

Il 6 marzo 2008 il plenum della Commissione sulla Sicurezza nazionale della Camera dei rappresentanti ha esaminato la proposta di legge per l’approvazione del Chemical Facility Anti-Terrorism Act of 2008, già approvato dalla Sottocommissione sulla sicurezza dei trasporti e la protezione delle infrastrutture lo scorso mese di gennaio (si veda il Focus Sicurezza n. 2/2008).

Il progetto, come è noto, pone l’attenzione sugli impianti chimici del paese, visti come un potenziale bersaglio per azioni terroristiche ed intende attuare tutte le misure di sicurezza a disposizione al fine di proteggere, in particolare, le installazioni considerate maggiormente a rischio.

Con riguardo allo svolgimento della seduta, il Presidente della commissione, Bennie G. Thompson, ha rilasciato un’apposita dichiarazione nella quale ha ricordato come la protezione delle infrastrutture critiche costituisca uno dei punti fondamentali del proprio piano per conseguire la “libertà dalla paura”. Uno degli aspetti qualificanti contenuti nel progetto, ha ribadito il Presidente Thompson, è quello dell’estensione dell’autorità del Dipartimento della Sicurezza nazionale in materia di sicurezza degli impianti chimici, così come va sottolineato che il testo proposto è stato elaborato dopo estese consultazioni, avvenute non soltanto con il Dipartimento ma anche con l’industria del settore, gli impianti chimici sia grandi che piccoli, le aziende impegnate nella produzione e distribuzione del petrolio, del gas propano e dei fertilizzanti, gli impianti idrici e di smaltimento delle acque, le organizzazioni dei lavoratori ed i gruppi ambientalisti.

Il Presidente ha anche ricordato il carattere bipartisan del progetto, al quale hanno ampiamente contribuito la Presidente della sottocommissione sulla sicurezza dei trasporti e la protezione delle infrastrutture, Sheila Jackson Lee,

nonché il capogruppo repubblicano in sottocommissione, Daniel E. Lungren, con i quali sono stati affrontati alcuni aspetti particolarmente complicati come la questione della supremazia da parte dello Stato su tali temi (state preemtion), la valutazione delle tecnologie intrinsecamente sicure e la modalità di assistenza alle infrastrutture idriche e di smaltimento delle acque nell’ambito della legislazione sulla sicurezza chimica.

Il Presidente Thompson ha infine messo in guardia verso i probabili tentativi di allentamento delle misure più stringenti contenute nel testo della proposta di legge, attuabili nella fase successiva all’esame in commissione, da parte di coloro che si fanno portatori di interessi particolari, ammonendo affinché non sia ad essi permesso di interferire con l’imperativo di assicurare la sicurezza delle installazioni chimiche del paese dagli attacchi terroristici (http://homeland.house.gov/SiteDocuments/Thompson%20Statement.pdf).

 

Stati Uniti

Il 12 marzo 2008, presso la Subcommittee on Federal Financial Management, Government Information, Federal Services, and International Security della Commissione sulla Sicurezza nazionale e gli affari governativi del Senato, si è svolta una audizione sul tema della sicurezza delle informazioni sensibili all’interno delle agenzie dell’amministrazione civile.

L’audizione si è tenuta a seguito della presentazione al Congresso, avvenuta il 1° marzo, del Rapporto sull’attuazione del Federal Information Security Management Act of 2002 (FISMA) nell’anno 2007 (http://www.whitehouse.gov/omb/inforeg/reports/2007_fisma_report.pdf), redatto dall’Office of Management and Budget (OMB) della Casa Bianca.

Come segnalato in sede di presentazione dell’audizione, nonostante il FISMA abbia costituito un passo avanti verso l’obiettivo di garantire la sicurezza delle informazioni nell’ambito delle agenzie civili, non è ancora possibile affermare con certezza che le reti di computer dell’amministrazione federale siano a prova di intrusioni esterne.

Al dibattito hanno preso parte, oltre a rappresentanti del Dipartimento di Stato, dell’OMB e del GAO (Government Accountability Office), esperti provenienti dalla Cyber Security Industry Alliance, dalla U.S. Agency for International Development  e dalla Nuclear Regulatory Commission. Dagli interventi effettuati è emerso che le iniziative adottate congiuntamente dalle agenzie dell’amministrazione federale hanno consentito di individuare più prontamente i tentativi di accesso non autorizzato ai sistemi informatici, aspetto evidenziato dall’evoluzione dei dati statistici presentati con riguardo agli anni successivi all’entrata in vigore del FISMA; tali dati però, d’altro canto, hanno attestato la persistente vulnerabilità complessiva del sistema, con riferimento alla difficoltà di prevenire e impedire tout court tali intrusioni dall’esterno.

 

 

 

XV Legislatura – Focus sicurezza, Anno II, n. 3 – 15 Marzo 2008