Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 711 del 24/11/2005
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Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 6176 )

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati.
Ricordo che prima della sospensione della seduta erano iniziati gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.
L'onorevole Nannicini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/6176/123.

ROLANDO NANNICINI. Con il mio intervento, nel dichiarare di condividere tutti gli ordini del giorno relativi al tema delle entrate, vorrei richiamare alcuni dati. In particolare, vorrei prendere in esame sia la manovra oggetto del voto di fiducia - che, per quanto ci riguarda, è stato opportunamente contrario - sia la manovra finanziaria, riepilogando alcune cifre, anche per comprendere meglio la portata degli interventi previsti.
Complessivamente, nel 2006, lo Stato italiano dovrà avere un saldo positivo, fra entrate e uscite, di 20,4 miliardi di euro: 12,9 deriveranno dalla riduzione di spesa e 7,5 dalle maggiori entrate. Il provvedimento in esame valuta attentamente come realizzare i 7,5 miliardi di maggiori entrate (la parola «attentamente» l'ho usata perché è corretto leggere le relazioni che accompagnano la previsione di queste entrate). Mi riferisco, in particolare, all'articolo 2, commi 1, 4, 5 e da 8 a 14, sull'anticipazione IVA, sull'aumento delle assunzioni nel settore finanziario amministrativo delle finanze, sul potenziamento delle dogane e via dicendo, insomma su tanti elementi di potenziamento dello Stato in tema di accertamento.
Da queste misure il Governo nazionale si attende 3 miliardi di euro, di saldo positivo, fra entrate e uscite, per il 2006. Questi 3 miliardi di euro, tradotti in vecchie lire, corrisponderebbero a circa 6 mila miliardi. Nella prima relazione presentata si precisa che «(...) in base a tale considerazione, la relazione tecnica ipotizza che l'incremento di organico determini un innalzamento della media del valore della pretesa fiscale per addetto - cioè, per dipendente che lavora nel settore dell'amministrazione e nel settore finanziario dello Stato - dagli attuali 1,78 milioni di euro a circa 1,89 milioni di euro». Con questa pattizzazione si dice che le maggiori entrate del 2006 ammontano a 3 miliardi di euro. Nel dettaglio, alcune misure le condividiamo ma ci troviamo nuovamente di fronte a quantificazioni di fantasia rispetto alle entrate dello Stato, e su questo punto abbiamo insistito con forza nel dibattito. Con altrettanta forza, insisteremo nel corso dell'esame degli ordini del giorno e insisteremo costantemente


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in futuro perché non si può affermare in generale che, aumentando gli addetti di un settore, se ne aumenta la produttività. Si tratta di verificare infatti l'efficacia delle norme e la loro rispondenza. Quindi, 6 mila miliardi delle vecchie lire costituiscono unicamente delle entrate ipotizzate.
Nella relazione sulle quantificazioni, si parla di commissioni, di verifiche, anche con riferimento all'andamento del bilancio; in particolare, gli uffici della Camera dei deputati fanno segnalazioni precise e puntuali rispetto alla manovra di 6 mila miliardi per la lotta all'evasione.
L'altra «perla» della lotta all'evasione è rappresentata dall'articolo 1, che prevede la partecipazione dei comuni all'accertamento fiscale, incentivato mediante il riconoscimento di una quota pari al 30 per cento delle misure accertate (effettivamente accertate, come ha previsto il Senato).
Tuttavia, con il 30 per cento non si accerta niente, perché, nel momento in cui gli enti locali hanno verificato le loro entrate nelle gare, si è evidenziato che hanno speso mediamente dal 35 al 40 per cento! Un ente locale dovrebbe mettere in moto un servizio di verifica, collegarsi in via telematica a vari servizi e svolgere un servizio di spesa e non di entrata. Eppure si sostiene che gli enti locali sono molto ricchi; quindi se lo possono permettere, visto che in questa fase stanno sprecando risorse...
Sempre in materia di entrate, un altro elemento più preciso si individua negli articoli 5-bis e 5-ter, che prevedono alcune manovre riguardanti le imprese italiane (anche in ordine a tale aspetto il Servizio studi della Camera è stato preciso).
Per quanto riguarda la prima disposizione, poiché il periodo di ammortamento delle spese di avviamento è passato da dieci a venti anni - dunque, sarà minore la cifra portata in detrazione dal soggetto passivo dell'imposta in sede di denuncia dei redditi -, sono previsti 814 milioni di euro a titolo di IRES e IRPEG e 138 milioni di euro a titolo di IRAP annui in più per l'erario, a partire dal 2005.
Vi è poi la manovra sul leasing immobiliare: aumentando la capacità di ammortamento annuale del leasing, ovviamente sarà minore la cifra portata in detrazione d'imposta.
Si ha il coraggio di quantificare anche il risparmio di 2 milioni di euro a titolo di IRAP da dare in meno alle regioni in generale. Vi saranno gravi difficoltà per le imprese; infatti, se tiriamo le somme, risultano 996 milioni di euro per quanto riguarda l'ammortamento, mentre per il leasing sono previsti complessivamente 216 milioni di euro.
Questa è la manovra per le imprese. Quindi, appoggeremo tutte le iniziative tese a modificare l'atteggiamento del Governo in ordine all'incertezza dei conti, anche con riferimento al rinvio di provvedimenti, come le vendite immobiliari ed altro, ed al peggioramento dei conti pubblici. Il futuro Governo, qualunque esso sia, dovrà effettuare manovre per rientrare nei parametri, perché in questo caso non c'è un conto certo sulle entrate di 7,5 miliardi.
Potrei esprimere altre considerazioni anche in ordine ai giochi. Si pensa che, incentivando il Lotto, si possa ottenere un incremento delle entrate sui giochi; verificheremo invece che la cifra di 7,5 miliardi è una pura fantasia contabile del Governo nazionale (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. L'onorevole Tedeschi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/6176/153.

MASSIMO TEDESCHI. Signor Presidente, l'ordine del giorno da me presentato sul sistema dei trasporti mi consente di esprimere alcune considerazioni a proposito di un comparto molto importante per l'economia, quale quello dell'industria e del turismo, in particolare del turismo termale, che il provvedimento in esame e l'insieme della manovra finanziaria per il


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2006 hanno ignorato o fortemente penalizzato.
È nota la situazione del turismo, comparto che necessita di grande attenzione e di un forte segnale di discontinuità rispetto al passato per assumere una centralità nell'azione di rilancio sia dell'economia nazionale che dei sistemi locali (centralità che oggi non ha). Un comparto che garantisce, direttamente o indirettamente, il 12 per cento dell'occupazione, il 10,8 per cento dei consumi finali interni, il 4,7 per cento dell'intero gettito fiscale. Eppure, il dato dell'andamento turistico nazionale non è positivo. Il nostro paese, che negli anni Settanta era leader del turismo mondiale, oggi si trova al quinto posto, preceduto da Francia, Spagna, Stati Uniti e Cina.
Vediamo dunque che vi è molta incertezza nella proposta di rilancio e che sono necessari investimenti importanti, in particolare nelle infrastrutture di trasporto e nella logistica; da qui il senso dell'ordine del giorno che porta la mia firma.
D'altra parte, la sottovalutazione da parte del Governo dell'investimento turistico la si desume da tanti elementi. Voglio solo citare due provvedimenti esaminati dal Senato e che presto passeranno all'esame della Camera. Si tratta di testi legislativi che inopinatamente eliminano risorse per gli appartenenti alle Forze armate, alle Forze dell'ordine che usufruiscono del sistema termale, e che escludono di fatto che i cittadini italiani delle varie regioni possano scegliere liberamente il luogo dove effettuare terapie termali, pur in vigenza di un accordo tra sistemi termali e regioni.
Si colgono segnali di un nuovo interesse ad investire nel settore del turismo, di quello termale in particolare. Tale interesse sollecita le istituzioni preposte, a cominciare dalle scelte o dalle non scelte che vengono compiute in questa sede.
La ricostruzione della competitività di questo settore e la sua attrattività coinvolgono settori vitali, dalla formazione all'occupazione giovanile, alla qualità urbana ed ambientale, ai servizi pubblici e privati, ai servizi dell'accoglienza, alla fiscalità, fino al settore della mobilità e della logistica, che è quello di cui si occupa l'ordine del giorno da me presentato.
La trasversalità dell'industria del turismo, strettamente connessa con il tema delle infrastrutture, della mobilità, della cultura, della formazione, e quindi con la capacità attrattiva della marca Italia, richiede una attenzione che non colgo in questo provvedimento né nella politica generale di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. L'onorevole Buontempo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/6176/186.

TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, il Governo, nel decreto in esame, ha recepito quanto fu votato dalla Camera in occasione dell'esame di una risoluzione presentata nel mese di luglio sul tema degli inquilini di immobili degli enti che, pur non avendo titolo, erano in regola con i pagamenti dei canoni richiesti dagli stessi enti e non avevano procedimenti penali a loro carico a causa della presenza all'interno di questi appartamenti. Dunque, il Governo, a coloro che hanno presentato la domanda entro l'autunno del 2001, ha riconosciuto gli stessi diritti degli altri inquilini, compiendo un'opera meritoria, anche se a ciò si è dovuti giungere attraverso alcuni sacrifici, in quanto sarà necessario individuare le opportune coperture.
A questo punto, sollevo un altro problema: gli inquilini che non rientrano nella norma contenuta nel decreto-legge n. 351 del 2001, dunque gli inquilini senza titolo, non possono rientrare nei benefici di questo provvedimento con gli sconti previsti. Tuttavia, signor Presidente, mi chiedo: se gli inquilini senza titolo volessero acquistare la casa nella quale abitano da diversi anni allo stesso prezzo della base d'asta fissata dagli enti che vendono, perché non si deve riconoscere loro il diritto di prelazione?
Con l'ordine del giorno in esame non chiedo sconti, che furono invece applicati


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a chi aveva presentato la domanda entro il 2001, perché la legge del 1996 obbligava gli enti a vendere, ma gli enti stessi, anche per responsabilità dello schieramento che ha governato il paese dal 1996 al 2001, non hanno venduto gli appartamenti, neppure a chi aveva presentato la domanda. Questi appartamenti vanno all'asta. Propongo che siano venduti senza praticare sconti, ma allo stesso prezzo che pagherebbero soggetti terzi, dal momento che si tratta di migliaia e migliaia di cittadini che dovrebbero far ricorso a canoni al nero e, nei casi più disperati, ad occupazioni di appartamenti, perché, quando non si ha il tetto a protezione della propria famiglia, si tratta di legittima difesa dettata dalla disperazione, purché non si commettano atti delittuosi previsti dal codice penale.
Ci troviamo di fronte all'emergenza sfratti. Mi chiedo quanto costerebbe allo Stato la copertura di questa emergenza sociale, fornendo l'assistenza alloggiativa, i contributi per l'affitto e ulteriori misure che fortunatamente sono previste, anche se insufficienti. Quanto costerebbero migliaia e migliaia di senzatetto che si aggiungerebbero a quelli già esistenti? Vi sarebbe un costo enorme per la collettività.
Chiedo dunque al Governo di verificare la possibilità di adottare le opportune iniziative, in quanto ho trovato il Governo stesso sensibile su tali questioni. Sembrerebbe alquanto strano agire in modo diverso, in quanto sembrerebbe quasi che si vogliano agevolare soggetti terzi, quali banche e finanziarie, danneggiando gli enti di previdenza.
Si immagini la situazione che si verrebbe a determinare con migliaia di persone la cui casa viene venduta a terzi, nonostante gli inquilini volessero acquistarla allo stesso prezzo pagato dai terzi. Trascorrerebbero anni prima di poter realizzare denaro contante dalla vendita di questi appartamenti. Infatti, bisognerebbe avviare procedure di sfratto, e via dicendo.
Mi sembra, dunque, una soluzione di buonsenso il riconoscimento, al prezzo non fissato dall'inquilino bensì dall'ente quale base d'asta, del diritto di prelazione, che peraltro, come ho già osservato, attiene alle norme generali sui diritti soggettivi dei cittadini.

PRESIDENTE. Poiché i rimanenti deputati che avevano chiesto di parlare hanno rinunciato ad intervenire, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

MARIA TERESA ARMOSINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Olivieri n. 9/6176/1; accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Annunziata n. 9/6176/3, Banti n. 9/6176/4 e Dorina Bianchi n. 9/6176/5; accetta l'ordine del giorno Giovanni Bianchi n. 9/6176/6; non accetta gli ordini del giorno Bindi n. 9/6176/7, Bottino n. 9/6176/8 e Bressa n. 9/6176/9; accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Burtone n. 9/6176/10 e Camo n. 9/6176/11; non accetta gli ordini del giorno Carbonella n. 9/6176/12, Carra n. 9/6176/13 e D'Antoni n. 9/6176/14; accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Ria n. 9/6176/15, Nicodemo Nazzareno Oliverio n. 9/6176/16 e Frigato n. 9/6176/17; non accetta l'ordine del giorno Lettieri n. 9/6176/18; accetta l'ordine del giorno Giachetti n. 9/6176/19; non accetta gli ordini del giorno Giacomelli n. 9/6176/20, Gambale n. 9/6176/21, Ladu n. 9/6176/22 e Santino Adamo Loddo n. 9/6176/23; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Meduri n. 9/6176/24; non accetta gli ordini del giorno Merlo n. 9/6176/25, Milana n. 9/6176/26, Molinari n. 9/6176/27 e Papini n. 9/6176/28; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pasetto n. 9/6176/29; non accetta l'ordine del giorno Zaccaria n. 9/6176/30; accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Zara n. 9/6176/31, Vernetti n. 9/6176/32 e Ruggeri n. 9/6176/33; non accetta l'ordine del giorno Ruggieri n. 9/6176/34.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ruta n. 9/6176/35;


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non accetta, invece, gli ordini del giorno Quartiani n. 9/6176/36 e Cardinale n. 9/6176/37. Accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Rosato n. 9/6176/38, Delbono n. 9/6176/39 e Marcora n. 9/6176/40. Non accetta l'ordine del giorno Russo Spena n. 9/6176/41, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Innocenti n. 9/6176/42. Non accetta altresì gli ordini del giorno Nieddu n. 9/6176/43 e Gambini n. 9/6176/44. Accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Kessler n. 9/6176/45, mentre non accetta gli ordini del giorno Rocchi n. 9/6176/46, Stradiotto n. 9/6176/47 e Lusetti n. 9/6176/48.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Realacci n. 9/6176/49 e Iannuzzi n. 9/6176/50, mentre non accetta gli ordini del giorno Mosella n. 9/6176/51 e Reduzzi n. 9/6176/52.
Il Governo accoglie come raccomandazione tutti gli ordini del giorno compresi tra l'ordine del giorno Abbondanzieri n. 9/6176/53 e l'ordine del giorno Rava n. 9/6176/137, mentre non accetta gli ordini del giorno Nicola Rossi n. 9/6176/ 138, Rossiello n. 9/6176/139, Rotundo n. 9/6176/140, Rugghia n. 9/6176/141, Ruzzante n. 9/6176/142, Sabattini n. 9/6176/143, Sandri n. 9/6176/144, Sasso n. 9/6176/145, Sedioli n. 9/6176/146, Sereni n. 9/6176/147, Siniscalco n. 9/6176/148, Soda n. 9/6176/149 e Spini n. 9/6176/150.
Il Governo accoglie poi come raccomandazione gli ordini del giorno Stramaccioni n. 9/6176/151, Susini n. 9/6176/152, Tedeschi n. 9/6176/153, Tidei n. 9/6176/154, Tocci n. 9/6176/155, Tolotti n. 9/6176/156, Trupia n. 9/6176/157, Turco n. 9/6176/158, mentre non accetta gli ordini del giorno Michele Ventura n. 9/6176/159 e Vianello n. 9/6176/160.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Vigni n. 9/6176/161, Visco n. 9/6176/162, Zanotti n. 9/6176/163, Zunino n. 9/6176/164, Panattoni n. 9/6176/165, Raffaldini n. 9/6176/166, Duca n. 9/6176/167 e Mazzarello n. 9/6176/168. Accetta altresì gli ordini del giorno Giacco n. 9/6176/169, Labate n. 9/6176/170, Bolognesi n. 9/6176/171 e Galeazzi n. 9/6176/172, mente accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Guerzoni n. 9/6176/173, Gasperoni n. 9/6176/174, Saro n. 9/6176/175 e Nardini n. 9/6176/177.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Folena n. 9/6176/178, Provera n. 9/6176/179, Alfonso Gianni n. 9/6176/180 e Titti De Simone n. 9/6176/184; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Romoli n. 9/6176/185, ed accetta l'ordine del giorno Buontempo n. 9/6176/186.
Il Governo non accetta altresì gli ordini del giorno Armando Cossutta n. 9/6176/187, Maura Cossutta n. 9/6176/188, Pistone n. 9/6176/190, Vertone n. 9/6176/191, Diliberto n. 9/6176/192 e Galante n. 9/6176/194, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Sgobio n. 9/6176/195.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Benvenuto n. 9/6176/196, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Lion n. 9/6176/197, Zanella n. 9/6176/198, Pecoraro Scanio n. 9/6176/199 e Boato n. 9/6176/200.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Cento n. 9/6176/201, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Cima n. 9/6176/202, Bulgarelli n. 9/6176/203 e Di Gioia n. 9/6176/204. Non accetta gli ordini del giorno Villetti n. 9/6176/205, Ceremigna n. 9/6176/206, Boselli n. 9/6176/207, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Buemi n. 9/6176/208. Il Governo infine non accetta gli ordini del giorno Albertini n. 9/6176/209, Pappaterra n. 9/6176/210, Nesi n. 9/6176/211 e Mancini n. 9/6176/212, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Intini n. 9/6176/213 e Grotto n. 9/6176/214.

PRESIDENTE. Prendo atto che non vi sono richieste di intervento per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno presentati: la fase delle dichiarazioni di voto è pertanto esaurita.
Il seguito del dibattito, con la votazione degli ordini del giorno, è rinviato ad altra seduta.

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