Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 619 del 3/5/2005
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(Esame dell'articolo 1 - A.C. 5590)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (vedi l'allegato A - A.C. 5590 sezione 3), al quale non sono state presentate proposte emendative.


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Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spini. Ne ha facoltà.

VALDO SPINI. Signor Presidente, i colleghi che hanno seguito ieri il dibattito generale su questi tre provvedimenti sanno, e del resto gli atti sono stati distribuiti, che i nostri gruppi parlamentari dell'opposizione hanno elaborato tre emendamenti, uno identico all'altro per ciascuno dei tre disegni di legge di ratifica e volti semplicemente a reinserire la legge n. 185 del 1990 e le sue prescrizioni in questi accordi di cooperazione per ristabilire la chiarezza nel rispetto di quella legge medesima.
Oggi si è svolto il Comitato dei nove ma non vi è stata una risposta del Governo. Credo che sarebbe utile averla in questa fase, poiché è evidente che la risposta del Governo influenzerà poi il nostro atteggiamento di voto sul provvedimento. Ieri, infatti, abbiamo più volte ribadito come non la cooperazione in sé con questi paesi sia per noi in discussione, quanto lo stravolgimento che si intende fare della legge n. 185, sul commercio delle armi.
Ritengo che, per avere una chiarezza di posizioni sul complesso della vicenda, non essendosi espresso oggi il Governo nel Comitato dei nove, sarebbe bene che si esprimesse ora.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mattarella. Ne ha facoltà.

SERGIO MATTARELLA. Signor Presidente, desidero dar conto ai colleghi, dell'opposizione e della maggioranza, della ragione che mi ha spinto a presentare questo articolo aggiuntivo 2.01. Con esso si tende a correggere due errori gravi che sarebbero commessi ove questo articolo aggiuntivo non venisse approvato. Il primo errore è l'aggiramento in buona misura del controllo sul commercio delle armi previsto dalla legge 9 luglio 1990, n. 185. Il secondo è la scomparsa di qualunque specifico carattere che in questo settore esiste nelle relazioni tra l'Italia e i paesi della NATO e dell'Unione europea rispetto a tutti gli altri paesi.
Si tratta di due errori gravi che sono frutto non degli accordi in sé, di questo come degli altri, ma della interpretazione del loro valore che viene data nelle relazioni che accompagnano le proposte di ratifica. Si tratta di un pacchetto di sette accordi bilaterali, in cinque dei quali è riportata un'interpretazione che comporterà che tutte le transazioni e le operazioni commerciali che si faranno con questi paesi - Algeria, Kuwait, Giordania, Gibuti, India e così via - saranno equiparate, nel trattamento, a quelle effettuate con i paesi della NATO e dell'Unione europea. A questo riguardo, la legge n. 185 del 1990 prevede due diverse procedure: una ordinaria, normale; l'altra, più semplice, preferenziale, per i paesi NATO e dell'Unione europea ovvero quando il nostro Governo direttamente contratta con altro Governo (ciò è ovvio perché, essendo il Governo destinato ad effettuare il controllo, non vi è alcuna ragione per seguire una procedura particolarmente impegnativa).
L'effetto della interpretazione che si dà all'applicazione di questi accordi bilaterali è esattamente quello che ho appena ricordato. Accordare a tutte le operazioni effettuate con questi paesi - siano esse fatte dal Governo o da privati, e quale che esse siano (non sappiamo né il loro numero né la quantità, né l'oggetto) - lo stesso trattamento che vige per i paesi della NATO e dell'Unione europea, da un lato, significa operare un aggiramento della legge n. 185 del 1990, un abbassamento dei controlli e una disapplicazione crescente della procedura ordinaria di controllo; dall'altro, significa uno strano abbandono dello specifico dei rapporti in essere in questo settore tra l'Italia e i paesi della NATO e dell'Unione europea: con Gibuti vi sarà lo stesso trattamento in essere con la Gran Bretagna, con la Giordania lo stesso trattamento in essere con gli Stati Uniti d'America, con il Kuwait lo stesso trattamento in essere con la Germania, con l'Algeria lo stesso rapporto in essere con l'Olanda.
A mio avviso, si tratta di una scelta politicamente sbagliata e grave, che si


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aggiunge a quella, anch'essa di prima grandezza in termini di gravità, di svuotare progressivamente le normali procedure di controllo ordinario previste dalla legge n. 185 del 1990.
Per tutti questi motivi, chiediamo l'approvazione di questo articolo aggiuntivo 2.01 a mia prima firma, e spero che il Governo e la maggioranza lo condividano (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cima. Ne ha facoltà.

LAURA CIMA. Signor Presidente, anche i Verdi hanno sottoscritto questo articolo aggiuntivo Mattarella 2.01 ed altre proposte emendative presentate a questi disegni di legge di ratifica. Le ragioni che ci hanno indotto a farlo le abbiamo già spiegate ampiamente in Commissione. Riteniamo, infatti, che senza l'approvazione di queste proposte emendative si crei una grave violazione, non solo quindi un aggiramento, della legge n. 185 del 1990, che, di fatto, finirebbe per estendere ulteriormente la permissività che la riforma di tale norma - che noi abbiamo contrastato e che è stata operata nel corso di questa legislatura insieme all'Accordo di Farnborough sulla industria europea degli armamenti - ha indotto, facilitando il commercio delle armi, le triangolazioni, l'aggiramento e l'abbassamento del livello dei controlli.
L'onorevole Mattarella ha spiegato poc'anzi molto bene cosa significhi tutto ciò. Noi, essendo in genere assolutamente contrari a potenziare il lato militare degli accordi proprio perché siamo contrari a che le controversie si risolvano con le guerre e con le armi, siamo tanto più preoccupati e tanto più convinti a votare contro questo e contro i successivi disegni di ratifica oggi all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cima.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maura Cossutta. Ne ha facoltà.

MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, i disegni di legge di ratifica in esame sono molto importanti.
Avendo ascoltato gli interventi dei colleghi nel corso della discussione sulle linee generali, debbo dire che c'è, spesso, pochissima attenzione per questi temi, quasi che i voti dovessero essere espressi in maniera automatica. Invece, credo che non si debba semplificare; anzi, condivido l'allarme lanciato dall'onorevole Mattarella, il quale ha invitato i colleghi a prestare attenzione: credo che si debba riflettere molto, perché siamo di fronte a qualcosa che prefigura una svolta.
L'onorevole Mattarella ha posto in risalto che si tratta di accordi sottoscritti con paesi che non fanno parte né della NATO né dell'Unione europea, con procedura cosiddetta preferenziale e non con quella ordinaria (certamente non per snellire). Ci domandiamo perché. Inoltre, poiché i disegni di legge riguardano soltanto alcuni paesi, ci chiediamo perché gli accordi da ratificare siano stati sottoscritti con tali paesi.
Poiché le ratifiche riguardano accordi commerciali in materia di armamenti, all'interno di un certo assetto delle relazioni internazionali e della politica estera, credo che si tratti di una scelta strategica che si colloca all'interno di un contesto in cui la guerra viene assunta come elemento di politica estera, di un contesto in cui il ruolo dell'Europa, grazie anche a questo tipo di accordi che «saltano» la legge n. 185 del 1990, non viene valorizzato appieno, come noi vorremmo. Penso al Memorandum d'intesa tra Italia ed Israele ed alla spinta a presentare i partner commerciali, i paesi che producono gli armamenti, alla stregua di detentori di un'alta tecnologia che può favorire il nostro sviluppo.
Si tratta, dunque, di temi di fondo. Per quanto concerne lo strumento della svolta, l'onorevole Mattarella ha detto benissimo: siamo di fronte non tanto ad una modifica,


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quanto piuttosto ad un sovvertimento della legge n. 185 del 1990. Su questo dobbiamo riflettere.
Nella replica, la sottosegretaria Boniver ha affermato che esiste comunque un codice di condotta europeo, quello del 1998. Onorevole sottosegretaria, io credo che proprio quel codice ci dovrebbe dire che gli accordi per il commercio di armi non possono essere stipulati, ad esempio, con paesi che non rispettano il diritto internazionale.
Mi riferisco di nuovo alla ratifica del Memorandum d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato di Israele, paese che è stato condannato dalla Corte internazionale di giustizia dell'Aja, con sentenza confermata dall'Assemblea delle Nazioni Unite, per la costruzione illegale del muro (grande e nuova tragedia!). Israele è, di fatto, all'interno di un contesto di guerra; ed anche questo non è previsto nel codice di condotta europeo. Tra l'altro, Israele non ha neanche aderito al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (ed è, di fatto, una potenza nucleare).
Allora, credo che il nostro paese sia di fronte ad una grande responsabilità: come si promuovono le relazioni internazionali? Come si costruiscono ponti per promuovere la pace? Come si costruisce lo sviluppo reciproco del nostro paese, del nostro continente e del sud del mondo? La nostra linea è totalmente alternativa alla vostra: noi proponiamo aiuti allo sviluppo, cooperazione internazionale, ruolo dell'Europa, una nuova politica estera, un mondo multipolare.
Tutte queste cose c'entrano anche con il disegno di legge di ratifica in esame: devastando e sovvertendo la legge n. 185 del 1990, esso dà corpo ad una svolta che fa del nostro paese - che aveva costruito dei «no», che aveva detto «mai più» anche al commercio delle armi con paesi che possono trasformarle in strumenti di guerra - un paese di fatto complice.
Credo che, a tale riguardo, si debba aprire un grande dibattito pubblico e si debba sviluppare con grande attenzione un'ampia riflessione. Sono d'accordo con l'onorevole Mattarella, il quale sollecitava coerenza, chiarezza ed attenzione, da parte del Governo, almeno sulle pochissime proposte emendative che abbiamo presentato per limitare la pericolosità del provvedimento.

PRESIDENTE. Chiedo al sottosegretario Boniver se intenda intervenire.

MARGHERITA BONIVER, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, su questo provvedimento il Governo è già intervenuto nella giornata di ieri. Se si vuole conoscere il parere del Governo sulla proposta emendativa presentata, credo sia più giusto che prima del rappresentante del Governo intervenga il relatore.

PRESIDENTE. Sottosegretario Boniver, mi era parso che, da parte del collega Spini, fosse stata posta una questione. Non si tratta, dunque, di esprimere un parere sulla proposta emendativa, perché ciò avverrà in una fase successiva. Le è stato chiesto un chiarimento su un aspetto specifico. Lei può decidere di darlo o di non darlo. Il Governo può fare ciò che vuole.

MARGHERITA BONIVER, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Spini. Il Governo ha già parlato su questo, così come su tutti gli altri provvedimenti, nel corso della discussione sulle linee generali svolta ieri in quest'aula. Quindi, non intendo aggiungere altro.

PRESIDENTE. Sta bene. Dunque, passiamo ai voti.

VALDO SPINI. Chiedo di parlare (Commenti).

PRESIDENTE. Onorevole Spini, le ricordo che ha già parlato.

EMERENZIO BARBIERI. Basta, Spini!

VALDO SPINI. Presidente, vorrei replicare al Governo (Commenti).


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PRESIDENTE. Onorevole Spini, le ricordo che il Governo ha solo detto che non intende parlare. È una forma abbastanza esplicita...

VALDO SPINI. Prendiamo atto...

EMERENZIO BARBIERI. Basta!

VALDO SPINI. ...che il Governo non vuole parlare, ma naturalmente questa è, di per sé, una risposta negativa!

PRESIDENTE. Onorevole Spini, l'Assemblea ha preso atto di ciò, perché ha orecchie per intendere.

RENZO INNOCENTI. Presidente, l'onorevole Spini intende parlare!

PRESIDENTE. Onorevole Innocenti, l'onorevole Spini ha già parlato precedentemente!
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 354
Votanti 351
Astenuti 3
Maggioranza 176
Hanno votato
196
Hanno votato
no 155).

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